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L'orgoglio di essere meridionali

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Povertà di mezzi? PDF Stampa E-mail

 L' ammuina di Bonaiuti, come è triste l'ignoranza

Ho assistito alla messa in onda dell’intervista rilasciata dall’On. Bonaiuti al Tg5 a proposito dell’incontro che si terrà domani a Caserta tra i membri del Governo. Evidentemente poco fiducioso sugli esiti dello stesso, Bonaiuti ha fatto un paragone (poco fortunato a mio parere) con la Marina di SM Francesco II di Borbone.Bonaiuti, richiamando alla memoria il famoso (…per chi?)  presunto invito a … “fare ammuina” come arma difensiva, si è poi addentrato in una spiegazione dello stesso sulla quale non mi soffermo. Qui, però,  mi piace ricordare che la marina da guerra del regno delle Due Sicilie, terza al mondo dopo quelle di Inghilterra e Francia, non era affatto “povera di mezzi” (come non lo era l’intero Regno Duosiciliano fino al 1860) tant’è che, se non ci fossero stati preventivi, criptici “interventi preparatori”[1] sarebbe bastata una sola delle fregate di detta Marina per rispedire al mittente (…!? Sì: al mittente!) i due vapori a ruota Piemonte e Lombardo.

  • La più potente flotta da guerra del Mediterraneo non era quella Sabauda ma quella del Regno delle Due Sicilie!

    L’armata di mare del Regno dei Borbone comprendeva ... più di 100 unità tra cui : 2 vascelli con 84 e 86 cannoni, 18 fregate (di cui 14 a vapore, tra cui la “Borbone” con propulsione ad elica e artiglieria “rigata”, varata proprio nel 1860), 2 corvette, 5 brigantini, 11 avvisi e molte altre unità minori.

    la Marina Italiana adottò da quella meridionale le uniformi, il sistema delle segnalazioni e delle manovre, le ordinanze e parte del gergo (…evidentemente altri erano a corto di mezzi!).

     

    La prima corazzata della Marina militare Italiana fu il vascello corazzato ad elica Monarca, armato con 70 cannoni. Esso faceva parte della marina …”povera di mezzi” di Francesco II sin dal 1850! Costruita nei cantieri di Castellammare di Stabia, era la più grande nave da guerra mai costruita, fino a quel momento, in Italia.

     

    Se questa è povertà di mezzi…

     

    E che dire della flotta mercantile? Niente: “solo” che era la quarta nel mondo!

     

    Alcuni spunti[2]:

    Il primo vascello a vapore del Mediterraneo fu costruito nelle Due Sicilie e fu anche il primo al mondo a navigare per mare e non su acque interne: era il Ferdinando I. realizzato nel cantiere di Stanislao Filosa al Ponte di Vigliena presso Napoli, fu varato il 24 giugno del 1818; persino l’Inghilterra dovette aspettare altri quattro anni per metterne in mare uno, il Monkey, nel 1822. All’epoca fu tanto grande la meraviglia per quella nave, una due alberi con fumaiolo centrale sostenuto da tiranti, che fu riprodotta dai pittori in numerosi quadri, ora sparsi per il mondo, come ad esempio quello della Collezione Macpherson o l’altro della Camera di Commercio di Marsiglia.

     

     

    La prima nave italiana che arrivò nel 1854, dopo 26 giorni di navigazione, a New York, era meridionale, il “Sicilia”; con gli Stati Uniti la bilancia commerciale delle Due Sicilie era fortemente in attivo e il volume degli scambi era quasi il quintuplo del Piemonte.

     

     

    Sono patrimonio delle Due Sicilie anche: la prima compagnia di navigazione a vapore del Mediterraneo (1836) che svolgeva un servizio regolare e periodico compreso il trasporto della corrispondenza, la prima flotta italiana giunta in America e nel Pacifico e la stesura del primo codice marittimo italiano del 1781

     

    E… la prima convenzione postale marittima d’Italia.

     

    Nel 1831 entrò in servizio la “Francesco I” che copriva la linea Palermo, Civitavecchia, Livorno, Genova, Marsiglia; con essa fu anche effettuata la prima crociera turistica del mondo, nel 1833, in anticipo di più di 50 anni su quelle che la seguirono, che durò tre mesi con partenza da Napoli, arrivo a Costantinopoli (con lo sbigottito sultano che la ammirava col binocolo da una terrazza) e ritorno tramite diversi scali intermedi; fu così splendida per comodità e lusso che fece dire “ Non si fa meglio oggi“ e “Il Francesco I è il più grande e il più bello di quanti piroscafi siansi veduti fin d’ora nel Mediterraneo, gli altri sono inferiori, i pacchetti francesi “Enrico IV” e “ Sully” hanno le macchine di forza di 80 cavalli (mentre la macchina del Francesco I è di 120) … i due pacchetti genovesi si valutano poco, il “Maria Luisa” (del Regno di Sardegna) è piccolo, la sua macchina non oltrepassa la forza di 25 cavalli, e quantunque una volta siasi fatto vedere nei porti del Mediterraneo, adesso è destinato per la sola navigazione del Po.”

     

     

    Il cantiere di Castellammare di Stabia era l'unico in Italia ad avere un bacino di carenaggio in muratura lungo 75 metri, in dotazione all’Arsenale della Marina

     

     

    Nel 1847 fu introdotta per la prima volta in Italia l’innovazione della propulsione a elica con la nave “Giglio delle Onde”

     

     

    Il cantiere di Castellammare di Stabia, con 1.800 operai, era il primo del Mediterraneo per grandezza e rivaleggiava con analoghi impianti di Londra e Anversa

     

     

     

     

     

     

    Sembrerebbe, in conclusione, che, allora, non ci fosse tanta povertà di mezzi...

     

     

    O forse sì, ma non al Sud!

     

    Futuro

     

    [1] “Quel che non capirò mai (salvo aiuto inglese, o tradimento dei comandanti napoletani) è come il Re, con ventiquattro fregate a vapore, non abbia potuto guardare tre quattrocento miglia di costa. Una fregata ogni venticinque miglia, faceva dalle dodici  alle sedici fregate, e mai più bella occasione di servir bene” . Massimo d’Azeglio: lettera a Persano del 2 giugno, riportata in Carlo Pellion di Persano,.

     

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