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Neoborbonici nel segno delle tradizioni a Cava

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Migliaia di persone domenica 2 ottobre a  Cava de’ Tirreni (SA) presso il santuario francescano di S. Francesco e S. Antonio alla solenne cerimonia del “Toson d’Oro”. Ferdinando I di Borbone, conferì l’onorificenza alla devotissima comunità cavese. Padre Luigi Petrone, dall’anno scorso, ha ripreso la tradizione affidando la”vestizione” della statua di San Francesco, prima della processione, al presidente del Movimento Neoborbonico nel segno di una tradizione secolare e radicata nella splendida e affollatissima chiesa recentemente restaurata. Toccanti e significative le parole del celebrante, Padre Vincenzo Di Marino, che ha ricordato il passato glorioso di Cava, di Napoli e di un regno perduto 150 anni fa, augurandosi che le popolazioni meridionali possano ritrovare radici, tradizioni e valori autenticamente cristiani che i Borbone seppero rappresentare anche con gesti altamente simbolici come quelli celebrati a Cava.  

“Class action” e boicottaggi contro Giorgio Bocca

Giorgio Bocca, nella sua ultima intervista pubblicata da “Libero” (29/9), rilascia la consueta serie di dichiarazioni contro il Sud, “un cancro” abitato da “gente orrenda, repellente e mostruosa”, con Palermo che “puzza di marcio”, con Napoli che sarebbe “un cimiciaio”, di fronte a “belve da caccia grossa con le quali non si può fraternizzare”. Bocca, non nuovo a questo tipo di dichiarazioni, ha offeso milioni di persone contribuendo in maniera determinante alla diffusione di luoghi comuni e di un razzismo antimeridionale rischioso e dannoso in un momento delicato e complesso come quello che l’Italia (ed in particolare l’Italia meridionale) sta vivendo tra crisi economiche, disoccupazioni crescenti, un’emigrazione soprattutto giovanile sempre più drammatica e questioni meridionali tuttora irrisolte dopo 150 anni. Il Movimento Neoborbonico raccoglierà le adesioni (mail controbocca@libero.it) di quanti intendono finalmente reagire ad offese gratuite e gravi che danneggiano moralmente e materialmente (anche sotto il profilo turistico) le popolazioni dell’ex Regno delle Due Sicilie, sempre meno difese e rappresentate a livello economico, culturale e politico. Nello stesso tempo i (numerosissimi) simpatizzanti e militanti neoborbonici sono invitati a non acquistare i libri da Giorgio Bocca e le riviste e i quotidiani con i quali collabora (Espresso e Repubblica in testa).  P.S. Da segnalare anche che Bocca ha dichiarato che nei suoi libri, ogni tanto concedeva qualcosa ai meridionali ma "con ipocrisia, per dare un contentino ai lettori meridionali": e pensare che qualcuno (anche recentemente per esempio ad Amalfi) dalle nostre parti lo ha anche premiato...   Ufficio Stampa

 

 

151 anni dalla battaglia del Volturno

L'appassionante descrizione (ora per ora) della battaglia (confronto tra fonti e ricerche a cura dell'Editoriale Il Giglio www.editorialeilgiglio.it). Quella che si combatté sul fiume Volturno non fu soltanto una battaglia tra due eserciti, fu lo scontro tra due culture inconciliabili e tra due concezioni del mondo. La stessa idea della guerra era radicalmente diversa. Il re Francesco II combatteva ancora la guerra delle regole, delle tregue nei giorni delle feste cristiane, del rispetto dei patti d’onore, della pietà per i caduti e per i vinti. Dall’altra parte, si combatteva la nuova guerra senza regole e senza quartiere, la guerra rivoluzionaria, che punta alla distruzione dell’identità del nemico, alla sua conquista ideologica. Nella manifestazione sovrana del re Francesco II, che fu letta ai soldati napoletani il 30 settembre 1860, vigilia della battaglia, si legge: Soldati! Poiché i favorevoli eventi della guerra ci spingono innanzi e ci dettano di oppugnare paesi dall’inimico occupati, obbligo di re e di soldato m’impone di rammentarvi che il coraggio ed il valore degenerano in brutalità ed in ferocia quando non siano accompagnati dalla virtù e dal sentimento religioso. Siate adunque generosi dopo la vittoria; rispettate i prigionieri che non combattono ed i feriti e prodigate loro, come il 14° cacciatori ne ha dato esempio, quegli aiuti che è in vostro potere di apprestare. Ricordatevi che le case e le proprietà nei paesi che occupate militarmente sono il ricovero e il sostegno di molti che combattono nelle nostre file: siate adunque umani e caritatevoli con gli infelici e pacifici abitanti, innocenti certamente delle presenti calamità. L’obbedienza agli ordini dei vostri superiori sia costante e decisa; abbiate infine innanzi agli occhi sempre l’onore e il decoro dell’esercito napoletano. L’onnipossente Iddio benedirà dall’alto il braccio dei prodi e generosi che combattono e la vittoria sarà nostra. firmato: Francesco.

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