a Silvio Vitale e alla rivista Napoletana L'Alfiere Vorrei dedicare un pensiero a Silvio Vitale e alla rivista "L'Alfiere", pubblicazione Napoletana tradizionalista; è doveroso per me ricordare, Silvio Vitale anche affettuosamente, che con lo stile e la semplicità di chi è grande e con lo spessore del suo pensiero e passione uniche, dal 1960 ha contraddistinto il suo "L"Alfiere" come antesignana guida spirituale e di cultura napoletana, attraversando l'intera storia di Napoli e del Regno Duosiciliano. Ho avuto la fortuna di conoscerlo una volta circa quindici anni fa, perchè chiesi di avere un appuntamento, non avendolo mai conosciuto, al suo studio di Napoli, che per strana ed immeritata ironia della sorte, il domicilio aveva per nome l'impronunciabile re piemontese, corso v.e. Ero molto giovane in quegli anni e ansioso di capire il mistero del perchè Napoli avesse un destino così crudele e non capivo nella mia giovane età la sua modalità di leggere la storia, così in controtendenza a tutto ciò che avevo sino ad allora letto e sentito. Fu subito di una gentilezza e disponibilità introvabili quando parlai con lui al telefono e questo mi onorò enormemente. Fui subito felice ed emozionato di poterlo incontrare. Mi fissò l'incontro per le prime ore del pomeriggio di una bella e calda giornata di primavera. Mi fece accomodare nel suo elegante studio con la luce abbagliante dell'esterno che filtrava diffusa sulla bella scrivania in penombra, circondata da libreria e libri misteriosissimi, che allora mi sembravano depositari di chissà quali segreti e sicuramente lo erano. Ho un ricordo sfumato ma rivelatore di quei circa tre quarti d'ora che parlammo della sua rivista e naturalmente di Napoli; lui chiese di me e io gli feci molte domande, non preparate come mio carattere, ed ero affascinato da quell'uomo così gentile e cortese, dai modi eleganti e saggi, docile ed enormemente autorevole, lucido e pacato. Nel mio non conoscere ancora la storia, un pò meno di oggi, me lo ero immaginato isolato e nostalgico di una Napoli che non esisteva più, che mi affascinava ma che forse fu giusto cambiare o rifiutare, ma non ero convinto di questo, per questo ero da lui. Uscii da quella casa con ancora più interrogativi e minori certezze, ma compresi quasi subito la grandiosità dell'aver appena definitivamente minato un mio dogma già potenzialmente incrinato e capii che fu per me come uno straordinario e magico dentista che senza chirurgia tirò rapidamente un dente sostituendolo con uno del giudizio, senza che me ne accorgessi. Silvio Vitale è stato uno dei pochissimi a capire radicalmente già negli anni 50-60 la situazione meridionale non più in chiave ufficiale, unitaria e dogmaticamente antiborbonica o come stanca questione meridionalista. In particolare ha reso visibile quella storia di Napoli, antichissima e beffarda, per la quale ha scritto e fatto scrivere le pagine più belle e complete per la rinascita della nostra coscienza e del nostro orgoglio ancora profondamente calpestato. Quella coscienza e dignità ancora da applicare, riformare, così come, in pochi ancora, purtroppo, la stiamo sentendo, vivendo ed ereditando oggi. Personaggio chiave tra coloro i quali ricercavano con passione autentica ed onesta una riqualificazione storica delle Due Sicilie in giusta chiave interpretativa, non più umiliante, grottesca, ma che adesso ci permette di guardare le cause, i fatti che ci hanno distrutti, con la convinzione che forse qualcosa può ancora cambiare, ma che anzi, si deve cambiare. Lumiere neo.lumiere@email.it |