Ridateci il tesoro dei Savoia di RAFFAELE COSTA Con una lettera al Ministro del Tesoro, al Governatore della Banca d'Italia e al Sindaco di Torino l'onorevole Raffaele Costa chiede che venga messa fine a una custodia giudiziaria che dura da decenni e propone l'assegnazione a Torino dei gioielli che furono di casa Savoia, indossati dalle Regine Margherita ed Elena. Si tratta di oltre 6000 brillanti e altri monili. Ho avuto modo verso la fine del 2001 di recarmi presso la sede della Banca d'Italia a Roma, per acquisire elementi certi relativi al cosiddetto "tesoro della Corona": ci? soprattutto per favorire, in qualche misura, l'avvio di una procedura che consentisse l'utilizzazione dei gioielli, facenti parte appunto del tesoro, che si trovavano nella "sacrestia" della suddetta Banca allora da 55 anni, oggi da quasi 60 anni e cio? dalla fine della Monarchia. In tutti questi anni i gioielli sono rimasti chiusi in un unico contenitore, adeguatamente controllato e sottoposto a una sola dettagliata verifica, 30 anni fa, con immediato sequestro da parte della magistratura romana. I preziosi subirono vicissitudini rilevantissime negli anni 1943-44 quando i militari tedeschi subito dopo l'armistizio non riuscirono a impadronirsene per merito d'alcuni zelanti e coraggiosi funzionari dello Stato italiano che li nascosero in una grotta sita nei cunicoli scavati sotto via Nazionale, dove ha sede la Banca d'Italia: il tutto avvenne con il consenso del governatore di allora, Vincenzo Azzolini, che utilizz? il lavoro di un muratore, Enrico Fidani, il quale seppe mantenere il segreto durante i lunghi mesi dell'occupazione tedesca. Fu cos? che il tutto pot? essere recuperato permettendone la consegna, il 6 giugno 1944, alla famiglia reale, nella persona di Umberto II di Savoia nel frattempo divenuto Luogotenente. Esattamente due anni dopo, Umberto II di Savoia (alla vigilia dell'esilio) consegn? i gioielli al ministro della Real Casa Falcone Lucifero con l'ordine di affidarli all'allora governatore della Banca d'Italia Luigi Einaudi. Il ministro Falcone Lucifero esegu? puntualmente l'ordine il 5 giugno 1946 (poche ore dopo la fine degli scrutini sul referendum Monarchia - Repubblica) consegnando come "deposito volontario a disposizione di chi di diritto" i gioielli a Luigi Einaudi che era accompagnato da Domenico Menichella: il Re alla vigilia della partenza per Cascais con gesto apprezzato non volle infatti privare l'Italia dei gioielli-simbolo, n? volle essere chiamato a decidere a chi appartenessero i preziosi.??
PAZZESCO! |