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Associazione culturale Neoborbonica
L'orgoglio di essere meridionali

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Riflessioni Neoborboniche PDF Stampa E-mail
?Alcune? riflessioni per un gradito parere.
Sono spunti ripresi da mie lettere gentilmente pubblicate sul sito, qui li
ho messi insieme con un certo filo logico.
Premesse:

a) Al Regno delle Due Sicilie nell'Esposizione Internazionale di Parigi del
1856 fu assegnato il Premio per il terzo Paese al mondo come sviluppo
industriale (I in Italia) dopo Inghilterra e Francia

b) Il Regno delle Due Sicilie aveva la miglior finanza pubblica in Italia;
ecco lo schema al 1860 (in milioni di lire-oro):
- Regno delle Due Sicilie: 443, 2
- Lombardia: 8,1
- Veneto: 12,7
- Ducato di Modena: 0,4
- Parma e Piacenza: 1,2
- Stato Pontificio: 90,6
- Regno di Sardegna: 27
- Granducato di Toscana: 84,2

c) Nel 1860 il Regno delle Due Sicilie, complici le due Superpotenze di
allora (Inghilterra e Francia), fu invaso militarmente dal Piemonte che si
era preparato da tempo a questa occupazione e fu trattato, da quel momento
in poi, come colonia delle regioni settentrionali, ovvero serbatoio di
manodopera per le fabbriche al Nord e per le guerre nel mondo o, nel
migliore dei casi, come mercato di sbocco dei loro prodotti

d) E' il potere economico/finanziario che dirige quello politico per i
propri interessi e per quelli della propria gente e non il contrario;? oggi,
come da 146 anni, il potere economico/finanziario risiede al Nord; rebus sic
stantibus sar? impossibile per le popolazioni meridionali dirigere la
propria economia secondo i propri interessi; al limite, se si ?
particolarmente fortunati, si continuer? al Sud, come ? stato fino ad oggi,
con l'economia della sopravvivenza che offre quel minimo per tirare avanti e
per comprare sempre i prodotti del Nord.
Se non si ? "fortunati" ci sar? il completo abbandono del Sud al proprio
destino ovvero o "Briganti o Emigranti" ed oggi ci incamminiamo proprio in
quella direzione se si osservano bene le tendenze attuali, vedi criminalit?
organizzata, giovent? "irrequieta", emigrazione

e)? Lo stesso commissario UE ha affermato che ci sono poche chance per la
fiscalit? di vantaggio al Sud, perch? l'ipotesi di un'aliquota di vantaggio
applicata solo ad aree limitate, come il Mezzogiorno per l'Italia, si
scontra con le regole europee della concorrenza che impongono
un'applicazione a tutto il territorio nazionale di aliquote agevolate,
altrimenti equiparate ad aiuti di Stato regionali che sono sottoposti a
stretti vincoli.
Mentre un esempio dei benefici che possono derivare da una fiscalit? di
vantaggio proviene dall'Irlanda. L'isola, un tempo considerata "povera", ha
sfruttato il forte sostegno offerto dall'UE per intervenire sulla
tassazione: nel 1980 l'imposta sulle societ? ? stata ridotta al 10% (nel '99
? stata portata al 12,5% ) e da allora il PIL irlandese ? aumentato di oltre
il 30%. Oggi l'Irlanda vanta un reddito pro-capite del 125% rispetto alla
media europea.
E quindi cittadini di una certa area geografica (Italia del Sud) di uno
Stato (Italia) che hanno un reddito pro-capite a volte della met? rispetto
ad altri cittadini dello stesso Stato residenti in un'altra area geografica
(Italia del Nord) non possono ricevere sostegni fiscali in aiuto alla
propria economia disastrata per i motivi su esposti

f) Basse aliquote d'imposta societaria e flat tax hanno aiutato, per
esempio, la Repubblica Slovacca? a rilanciare l'economia.
L'obiettivo ? sempre lo stesso: attirare nuovi investimenti, ma dall'estero
perch? gli imprenditori del Nord? difficilmente andranno contro gli
interessi dell'economia settentrionale creando un Sud industrialmente forte
ed evoluto in grado, quindi, di creare problemi concorrenziali al Nord
stesso.
L'Europa fiscale ha due velocit? per quanto concerne le aliquote massime sul
reddito d'impresa. Infatti si va dal minimo di Cipro (10%) seguito
dall'Irlanda (12,5%), dalla Lettonia e Lituania (15%), dalla Ungheria
(17,5%), dalla R. Slovacca e dalla Polonia (19%) fino al massimo della
Germania (38,6%) e dell'Italia (37,3%).
Domanda: come si spera di attirare nuovi investimenti con un differenziale,
con altri Paesi europei, di quasi 25 punti percentuali (vedi l'Irlanda) o di
quasi 20 (vedi Ungheria) o di 18 (R. Slovacca e Polonia)?
Come pu? il ns. disastrato Sud competere con le economie summenzionate
facendo parte di uno Stato unitario dove la tassazione sul reddito delle
imprese ? altissima e dove per?? alcune aree geografiche (Nord) hanno un
reddito pro-capite a volte pari al doppio di quello di altre aree
geografiche (Sud)?

g) La situazione di difficolt? per i conti pubblici com'? quella italiana
rende altamente improbabile quella che sarebbe la "vitamina" pi? appropriata
cio? una incisiva diminuzione strutturale dell'incidenza della tassazione
d'impresa.
Le aliquote legali pi? basse infatti attraggano base imponibile dagli altri
Paesi e incentivano la localizzazione delle attivit? produttive da parte
,soprattutto, delle imprese multinazionali (Irlanda docet); nei nuovi Paesi
della UE l'aliquota media ? di circa dieci punti inferiore alla media
riferita ai 15 Paesi ante allargamento: l'aliquota legale massima ? in media
al 20,90% contro il 30,05% medio dell'Europa a 15

h)? Nel trentennio 1960-1990, la spesa pubblica ? cresciuta dal 29 al 53,6%
del PIL. In Italia si ? registrata la tendenza a utilizzare la spesa
ricorrendo alle pensioni di invalidit?, ai prepensionamenti, ai sussidi per
la disoccupazione e alla politica di assunzioni massicce nel pubblico
impiego. Incrementi di spesa non compensati da un pari adeguamento delle
entrate tributarie, anche per effetto dell'alta evasione fiscale.
C'? stata inoltre la crescente incidenza delle spese cosiddette
incomprimibili dal 1995 in poi (pensioni, salari e altre prestazioni sociali
assorbono infatti i ? della spesa totale). Nel 2004 la spesa pubblica si ?
attestata al 48,5% in percentuale del PIL ed in particolare le voci "Redditi
da lavoro dipendente" e "Prestazioni sociali" hanno assorbito
rispettivamente l'11% ed il 17,3% del PIL.
Domanda:non era pi? giusto creare un sistema industriale omogeneo ed
integrato tra Nord e Sud? Si ? invece preferito privilegiare il triangolo
industriale Milano - Torino - Genova (e poi il resto del Nord) relegando il
Sud, nel migliore dei casi, a serbatoio di manodopera per il Nord e, nel
peggiore, a obiettivo di assistenzialismo (a causa della endemica
disoccupazione) anche (e soprattutto forse) a fini politici.
Ora che il peso del debito pubblico ? diventato insostenibile ? altamente
improbabile una incisiva diminuzione strutturale dell'incidenza della
tassazione d'impresa allo scopo di attirare investimenti dall'estero
(soprattutto a favore del Sud). Insomma, si ? in un vicolo cieco e quindi
oggi si parla di federalismo fiscale, ovvero chi genera pi? entrate
tributarie (il Nord ricco) si paga le proprie prestazioni sociali e gli
altri (il Sud "reso" povero) si arrangino.

Fatte queste doverose premesse bisognerebbe, a mio parere, ristabilire gli
"antichi confini" e ricominciare daccapo, ovvero da zero.

Per fare questo occorrerebbe:

a) informare la gente del Sud su quello che era il loro Paese prima del 1860
e su quello che ? successo dopo quel fatidico anno; per fare questo
occorrerebbero gli strumenti di comunicazione di massa, ovvero una
televisione, un settimanale, un quotidiano, ecc.

b) un movimento culturale va benissimo ma occorrerebbe soprattutto un
partito politico che traduca in azioni le aspettative della gente del Sud.
Le principali aspettative sono, in questo momento ed a mio parere, la
legalit? e lo sviluppo economico; entrambi questi fattori poi sono fra di
loro interconnessi

c) un partito politico non approda a niente se non ha un progetto
socio-economico alle spalle, ovvero un progetto di politica economica che
abbia come fine lo sviluppo economico del territorio

d) coinvolgere il mondo imprenditoriale del Sud, soprattutto quello che
conta; gli imprenditori, a qualsiasi latitudine si trovino, sono sempre
molto sensibili alle parole "sviluppo", "fiscalit? di vantaggio", ecc.: se
trovano gli interlocutori giusti ne sposano senza esitazioni la giusta causa

Alla gente infatti, dopo aver detto che l'ex Regno delle Due Sicilie era al
terzo posto come sviluppo industriale prima dell'Unit? d'Italia, devi dire,
per convincerla,? come diventer? di nuovo il terzo Paese, o quantomeno, come
il proprio Paese si possa sviluppare a livello delle migliori economie
europee.

Una volta che hai fatto capire questo vedrai che la gente, che ?
intelligente checch? se ne creda, si schierer? dalla parte giusta.
-------------------------------------
Ovviamente le idee possono essere diverse e non sempre condivisibili,
l'importante ?, a mio umile parere, farle girare perch? qualunque confronto
dialettico serva alla causa per me ? sempre ben accetto.



Luca Longo
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