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G.Savarese: Le finanze napoletane e le finanze piemontesi dal 1848 al 1860 |
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Le finanze napoletane e le finanze piemontesi dal 1848 al 1860. Giacomo Savarese. Introduzione di Aldo Servidio. Cenni biografici di Silvio Vitale. Napoli, Controcorrente edizioni, 2003. Giacomo Savarese, anche se da pochi ricordato, ? figura eminente della storia delle Due Sicilie. Nell'epoca di profondo rinnovamento economico e produttivo che ebbe luogo durante il governo di Ferdinando II di Borbone, si adoper? con costanza e incisivit? all'elevazione dei ceti pi? poveri, alla diffusione dell'assistenza all'infanzia e all'educazione scolastica. Si dedic? inoltre allo studio dei problemi agricoli e delle condizioni della sempre pi? cospicua classe operaia. Nel 1848 il re lo volle ministro e nel 1855 collaboratore nella elaborazione della legge sulle bonifiche, nonch? supervisore dei relativi interventi. Dopo l'occupazione piemontese, nel 1862, dette alle stampe un breve, ma illuminante raffronto tra le finanze dello stato sardo e quelle delle Due Sicilie, testo in cui, di fronte all'occhiuto fiscalismo imposto ormai a tutta la penisola, rivendicava la lungimiranza della saggia amministrazione borbonica. L'operetta - intitolata, appunto, Le finanze napoletane e le finanze piemontesi dal 1848 al 1860 - viene riproposta dall'Editrice Controcorrente con un'acuta introduzione di Aldo Servidio il quale mostra, da esperto di politica finanziaria, come i rilievi del Savarese siano tanto perspicaci e pertinenti da risultare modernissimi, considerato che l'atteggiamento dello Stato verso il Mezzogiorno, dall'unit? a oggi, non ? sostanzialmente mutato. Il giudizio positivo del Servidio segue dopo quasi un secolo e mezzo quello, anch'esso elogiativo, espresso da Giacinto de' Sivo nella sua Storia delle Due Sicilie dal 1847 al 1861. Dell'autore di Le finanze napoletane il celebre scrittore legittimista ebbe infatti a dire: ?Giacomo Savarese fece confronti fra Napoli e Torino. Ambo ebbero il 1848; in Napoli torn? l'antico, a Torino seguit? la libert?. Ambo in 12 anni per cagione della rivoluzione han fatto debiti; ma Napoli crebbe l'interesse per lire 5,210,731, e Torino per lire 58,611,470; cio? questo Stato mezzo del nostro fe' pi? debiti di noi per interessi di lire annue 53,400,739, cio? quasi dodici volte di pi?, che fanno per ragion di popolazione ventiquattro volte di pi?. Poi confrontate le tasse, trov? che Napoli di nuove non n'ebbe nessuna, e Torino per nuove e crescimento di vecchie ebbe 22 leggi aggravanti balzelli. Da ultimo confrontate le rendite de' beni dello Stato, not? nessun palmo di terra demaniale venduto da Napoli; dove Torino con cinque leggi vend? beni nazionali a Torino, Chieri, Gassino, Casella, Chiavasso, Genova, Cuneo, e lo stabilimento metallurgico di S. Pier d'Arena. In somma Napoli assoluto non mise tasse nuove, non vend? terre, e rest? ricco; e Torino, co' deputati della nazione, mise con 22 leggi nuove tasse, fe' debiti per 24 volte pi? di noi, e con cinque leggi vend? beni nazionali. Nulladimeno da Tile a Battro udivi Napoli imprecato, e Torino sublimato! E Torino, pi? non avendo da mangiare, venne a mangiar Napoli?. Successivamente Savarese non manc? di intervenire con articoli, libri e relazioni nei convegni di area cattolica, su temi che di volta in volta investivano l'opinione pubblica, come lo scandalo Bastogi, la tassa sul macinato, la perequazione fondiaria, la politica industriale, le cause del malessere dei lavoratori. Nello stesso tempo mise a punto la sua opera fondamentale sulle Dottrine politiche del secolo XIX e l'ordine naturale delle societ? civili, in cui, nella linea dei maggiori pensatori controrivoluzionari dell'800, contesta i regimi liberali e socialisti e ripropone la societ? tradizionale rispettosa dell'ordine naturale, della libert? e dei diritti delle comunit? sociali e storiche. Il ragguaglio biografico di Silvio Vitale, preposto alla ristampa del pamphlet presentata da Controcorrente, dimostra appunto che Giacomo Savarese non fu affatto il municipalista descritto da alcuni storici frettolosi, ma un robusto e coerente tradizionalista. |
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