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Intervista al principe Carlo di Borbone PDF Stampa E-mail

dal mensile "Campania magazine" di dicembre 2005

di Salvatore Lanza

Intervista al Principe Carlo di Borbone Delle Due Sicilie Duca di Calabria

DAL PASSATO AL FUTURO

INTERVISTA A CARLO DI BORBONE DELLE DUE SICILIE DUCA DI CALABRIA

NAPOLI E LA CAMPANIA PER L'EREDE DELLA GRANDE DINASTIA MERIDIONALE

- Quali rapporti ci sono tra la Campania e l'attuale Casa Borbone?
Il legame della mia Famiglia in modo del tutto speciale con Napoli e la Campania, non solo non è mai venuto meno, ma ha sempre costituito il perno centrale delle nostre attività e dei nostri interessi. Specialmente negli ultimi anni, si è ancor più intensificata l'attività di assistenza solidale e promozione culturale che possiamo operare grazie anzitutto alle iniziative intraprese dal Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio. Del resto, non posso certo negare che per ogni membro della mia Famiglia Napoli è sempre stata e rimane una città del tutto speciale.

- Che cosa pensa S.A.R. della crisi profonda che sta vivendo Napoli in questi ultimi tempi?

Credo che occorra essere propositivi. Mobilitare innanzitutto le coscienze di un grande popolo, la sua ricchezza culturale, artistica, quella peculiare "ordinata" organizzazione civica che ha fatto di Napoli una Capitale.

- Che cosa pensa quando la storiografia anche attuale attribuisce colpe non vere alla Sua dinastia sottraendole i meriti oggettivi?

Nella sua domanda c'è già la risposta. Che se ne può pensare? Veda, nessuno ha mai chiesto o preteso che si nascondano gli errori dei miei avi (e la nostra storiografia più seria e scientifica li ha sviscerati tutti). Ciò che rimane però inaccettabile è il monoculturalismo.

E' inaccettabile non solo e non tanto per i danni alla memoria dei Borbone delle Due Sicilie, non solo per l'offesa che si fa alla verità storica; è inaccettabile soprattutto per la ferita che si procura alla nostra identità culturale e civile.

- A che cosa può servire oggi la memoria storica e come vede l'opera di recupero che si è realizzata in questi ultimi anni?

Senza memoria storica - e naturalmente non sono certo solo io che lo dico - si perdono le radici identitarie di un popolo; e questa è una vera sciagura per qualsiasi popolo, specie per i più ricchi di civiltà, cultura, fede comune. Oggi poi, in un mondo in costante apertura, diviene ancor più necessario saper mantenere la propria identità, proprio a vantaggio della stessa globalizzazione, affinchè questa sia motivo di arricchimento comune e non di conflitti e separatismi.

- Quale ruolo può ricoprire oggi un uomo con il Suo nome e i Suoi titoli?

Nascere erede di una Famiglia che ha regnato in una terra meravigliosa e particolare come quella delle Due Sicilie è una responsabilità che non si può dimenticare e un onore che dà senso costante alla mia esistenza. Posso ugualmente continuare a servire da un lato i grandi ideali di cui essi si fecero testimoni e dall'altro le popolazioni meridionali attraverso le opere di assistenza e sostegno che con mia moglie ci sforziamo di sostenere tramite l'Ordine Costantiniano.

- Quali sono le principali attività e finalità del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio?

I Cavalieri Costantiniani nei secoli passati servirono anche con le armi in pugno la Cristianità, quando questa era attaccata militarmente. Poi, specialmente a partire dalla Prima Guerra Mondiale, furono sempre più attivi nell'assistenza ospedaliera ai soldati e ai malati in genere.

Da decenni, e specie in questi ultimi anni, oltre all'assistenza ai malati e all'aiuto agli ospedali e alle istituzioni caritative, si è molto intensificata l'opera di sostegno ai bisognosi di ogni parte del mondo e di recupero di iniziative culturali e civili.

- La vedremo più frequentemente passeggiare per le strade della Sua antica capitale?

In realtà vengo molto spesso a Napoli, non sempre in maniera "ufficiale". Napoli rimane e rimarrà sempre la "capitale" della mia Famiglia.

- Un augurio per Napoli e la Campania.

Il mio è più che altro un invito: l'invito ai napoletani a riscoprire la reale grandezza umana, culturale e civile del loro passato, allo scopo di ritrovare la forza e la saggezza per tornare a far grande Napoli per civiltà e "dolcezza di vivere".

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