L'ITALIA DEL SUD E LA SPESA PUBBLICA |
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Da: Il Sole 24 Ore del 9 Dicembre 2005 - pag. 4
"Nel trentennio 1960-1990, la spesa pubblica ? cresciuta dal 29 al 53,6% del Pil. .Per citare una tesi cara alla Commissione tecnica della spesa pubblica (1986), si registra in Italia la tendenza a utilizzare la spesa << per ridurre la conflittualit? degli interessi in alcuni particolari settori della vita del Paese >>. Da qui il ricorso alle pensioni di invalidit?, ai prepensionamenti, ai sussidi per la disoccupazione e alla politica di assunzioni massicce nel pubblico impiego. Incrementi di spesa non compensati da un pari adeguamento delle entrate tributarie, anche per effetto dell'alta evasione fiscale. .la crescente incidenza delle spese cosiddette incomprimibili dal 1995 in poi? (pensioni, salari e altre prestazioni sociali assorbono i? ? della spesa totale)? << ha impedito la riallocazione a favore della spesa in conto capitale e in ricerca >>." Nel 2004 la spesa pubblica si attesta al 48,5% in percentuale del Pil ed in particolare le voci "Redditi da lavoro dipendente" e "Prestazioni sociali" assorbono rispettivamente l'11% ed il 17,3% del Pil.
Domanda: non era pi? giusto creare un sistema industriale omogeneo ed integrato tra Nord e Sud? Come noto il Regno delle Due Sicilie era "il terzo Paese al mondo come sviluppo industriale" e poteva tranquillamente competere con le superpotenze di allora (vedi Inghilterra e Francia) e quindi anche con il Nord Italia.
Si poteva creare una Nazione veramente forte dalle Alpi alla Sicilia in grado di competere a testa alta con le varie economie mondiali ed invece si ? preferito privilegiare il? triangolo industriale Milano-Torino-Genova (e poi il resto del Nord) relegando il Sud, nel migliore dei casi, a serbatoio di manodopera per il Nord e, nel peggiore, a obiettivo di assistenzialismo (a causa della endemica disoccupazione) anche (e soprattutto forse) a fini politici. E a mercato di consumo per i prodotti e le industrie del Nord. Ora che il peso del debito pubblico, costituito in particolare da stipendi pubblici, pensioni, sussidi per la disoccupazione, ecc. ? diventato insostenibile ? "altamente improbabile.una incisiva diminuzione strutturale dell'incidenza della tassazione d'impresa" allo scopo di attirare investimenti dall'estero (soprattutto a favore del Sud). Insomma, si ? in un vicolo cieco e quindi si parla di federalismo fiscale, ovvero chi genera pi? entrate tributarie (il Nord ricco) si paga le proprie prestazioni sociali e gli altri (il Sud "reso" povero).si arrangino.
Cordiali saluti
Luca Longo
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