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Home arrow Storia arrow Approfondimenti sul "Brigantaggio" arrow Luigi Alonzi detto Chiavone

Luigi Alonzi detto Chiavone PDF Stampa E-mail

Luigi Alonzi detto Chiavone

?? Chiavone, il cui vero nome era Luigi Alonzi, era nativo di Sora. Il nonno era stato luogotenente del famoso Mammone. Era stato Guardia Nazionale nel suo paese, che abbandon? all'arrivo dei piemontesi ritirandosi a Casamari. Successivamente, torn? a Sora da trionfatore.

Dopo la vittoria di Bauco (Bovelle Ernica), continu? a combattere contro i piemontesi del colonnello Quintili, e si rifugi? nello Stato Pontificio. Era un contadino, ma non aveva mai perduto la vocazione militare. Si fece fare un'uniforme da generale, con galloni d'oro, bottoni, speroni, e scudiscio.

Della sua banda, alcuni indossavano uniformi francesi comprate nel ghetto di Roma, altri indossavano l'uniforme da cacciatori dell'esercito Borbonico, altri vestivano semplicemente da contadini, da ciociari. Esercitava un vero fascino.

L'abbigliamento era pittoresco: cappello di feltro nero con piuma bianca, tunica nera serrata alla vita da sciarpa di seta rossa, spadone alla castigliana. Non era malvagio, annota Monnier, ma poneva a riscatto i proprietari e speculava sul re che serviva. Aveva molta simpatia per Garibaldi, specialmente quando questi si irritava con i piemontesi, e come Garibaldi, sapeva ben utilizzare il pittoresco per guadagnare popolarit?.

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Si autonomin? Luogotenente Generale

di Ludovico Greco - "PIEMONTISI, BRIGANTI E MACCARONI " Guida, Napoli, 1975

Ad ogni viaggio cresceva: in grado. Si nomin? dapprima capitano, poi colonnello, poi generale, poi luogotenente generale. Tutte le sue fanfaronate non erano ingenuit?, ma artifizi. Inviava intimazioni ai Piemontesi per mostrarle poi ai comitati borbonici.

Evidentemente egli ne imponeva, a coloro che gli davano delle piastre, perch? null'altro ha fatto se non che raccoglier bottino. Temeva le palle: lo ripeto, non era n? un partigiano, n? un brigante. Partigiano ? un eufemismo, brigante un'iperbole.

Non era che uno speculatore, che poneva a riscatto i proprietari e che sovra tutto speculava sul re che serviva. Alla perfine non era malvagio. Gli si condussero un giorno due carabinieri piemontesi: non li impicc?, anzi li colm? di cortesie, e offr? loro anche del caff?, che mand? a rubare nel paese vicino. Bevuto che ebbero il caff?, propose loro di arruolarsi al servizio di Francesc? II o del Papa. Dietro il rifiuto di essi, li lasci? liberi, ritenendo le loro uniformi.

All'indomani rientrarono a Sora vestiti da contadini, latori di una carta preziosa, di cui non riproduco l'ortografia: "A tutte le autorit? civili e militari. Lasciate passare questi due contadini" Firmato Il generale CHIAVONE.

Gli atti di crudelt? commessi dalla sua banda non sono a lui imputabili. Io non conosco che una sola esecuzione da esso ordinata. Avea rubato de' muli a un proprietario: offr? di rendergli contro una somma di danaro: il proprietario non invi? la somma. Allora egli riun? un consiglio di guerra. I muli condannati a morte subirono immediatamente la pena.

I chiavonisti tirarono sopra di essi 17 volte, gridando ad ogni scarica Viva Francesco II, Viva Chiavone! La mania di Chiavone ? d'imitar Garibaldi. - Si d? aria di dittatore, ha conservato il suo pittoresco costume, i sandali, il cappello di feltro, l'abito, la sottoveste, i pantaloni di velluto, la cravatta rabescata, la sciarpa rossa, la cintura adorna di pugnali e di pistole.

Gli mancano per? alcune qualit?, prima l'ardire, poi il disinteresse, e finalmente l'ortografia. Chiavone non era molto pericoloso, e l'importanza che gli si ? voluto attribuire, anche ne' giornali liberali di Francia, ha sempre fatto ridere i Napoletani.

Si ingannano a partito coloro che affermano che egli fosse il generalissimo degli insorti, in queste provincie. Le bande non hanno giammai operato di concerto, n? hanno avuto l'apparenza di essere d'accordo, salvo una volta, forse alla fine di luglio. Ma non vi siam giunti ancora. Lo stesso consigliere Ullua (il solo uomo politico che sia rimasto presso Francesco II) se ne lagnava in una lettera confidenziale.

Tutti questi, uomini erano riuniti dal caso in corpi indipendenti l'uno dall'altro; tutti questi corpi avevano capi separati, che seguivano la loro propria volont?. Chiavone ha fatto parlar molto di s?, perch? ? rimasto in continua comunicazione con Roma, ove pubblicava i suoi bollettini e i suoi ordini del giorno. Gli altri relegati nelle, montagne dell'interno, non erano conosciuti che in Napoli, che si studiava di non esagerare le loro imprese: eppure furono ben piu' coraggiosi e pericolosi di Chiavone.

Marc Monnier: Notizie storiche documentate sul brigantaggio nelle province napoletane, Firenze, 1862

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a Luigi Alonzi?detto CHIAVONE

??? Chiavone, il cui vero nome era Luigi Alonzi, era nativo di Sora. Il nonno era stato luogotenente del famoso Mammone. Era stato Guardia Nazionale nel suo paese, che abbandon? all'arrivo dei piemontesi ritirandosi a Casamari. Successivamente, torn? a Sora da trionfatore.

Dopo la vittoria di Bauco (Bovelle Ernica), continu? a combattere contro i piemontesi del colonnello Quintili, e si rifugi? nello Stato Pontificio. Era un contadino, ma non aveva mai perduto la vocazione militare. Si fece fare un'uniforme da generale, con galloni d'oro, bottoni, speroni, e scudiscio. Della sua banda, alcuni indossavano uniformi francesi comprate nel ghetto di Roma, altri indossavano l'uniforme da cacciatori dell'esercito Borbonico, altri vestivano semplicemente da contadini, da ciociari. Esercitava un vero fascino.

L'abbigliamento era pittoresco: cappello di feltro nero con piuma bianca, tunica nera serrata alla vita da sciarpa di seta rossa, spadone alla castigliana. Non era malvagio, annota Monnier, ma poneva a riscatto i proprietari e speculava sul re che serviva. Aveva molta simpatia per Garibaldi, specialmente quando questi si irritava con i piemontesi, e come Garibaldi, sapeva ben utilizzare il pittoresco per guadagnare popolarit?.

da: Giovanni De Matteo "Brigantaggio e Risorgimento - leggittimisti e briganti tra i Borbone e i Savoia"" Alfredo Guida Editore, Napoli, 2000

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