A CHE SERVONO LE PROTESTE: INTERVENTO DEL RETTORE DI TRIESTE DOPO LA NOSTRA LETTERA PER LE OFFESE DEL PROF A SCAMPIA (Lettera sul Piccolo e su altri quotidiani triestini). Qualche volta ancora ci chiedono a che servono le nostre proteste e ci
suggeriscono
di non dare "troppa importanza" a chi ci offende. Ieri l'ennesima
dimostrazione della utilità e della necessità di lettere, messaggi e
proteste. Un prof universitario triestino si chiedeva in un tweet che
fine avrebbero fatto i soldi dell'eventuale sussidio ai diciottenni di
Scampia (con foto di spacciatori incappucciati e l'hashtag
"restituire"). In una mia lettera aperta gli chiedevo di stare alla
larga da Napoli e da Scampia e di evitare di dare giudizi su un popolo
intero basandosi su "luoghi comuni" appresi magari da Gomorre o Striscia
la Notizia (insegno a Scampia e i miei ragazzi sono meravigliosi). Nel
pomeriggio di domenica la prontissima risposta privata del Rettore
dell'Università di Trieste: "Gentilissimo prof, De Crescenzo, La ringrazio di avermi segnalato il post, inaccettabile, del prof Venier. Mi
dissocio personalmente e istituzionalmente anche in relazione ai valori
che ci contraddistinguono, alla nostra storia di istituzione aperta,
inclusiva e giusta. A brevissimo uscirò con un comunicato che spero non
lasci adito a dubbi. Ancora grazie per la giusta e garbata segnalazione
e mi scuso. Roberto Di Lenarda, Rettore Università degli Studi di
Trieste". In queste ore, come preannunciato, il comunicato ufficiale nel
quale il Rettore ha anche specificato che "rifacendosi al codice unico
di comportamento ed etica, l’università valuterà eventuali procedure e
provvedimenti a carico del ricercatore", come riportato anche dal
Piccolo di Trieste che ha anche pubblicato il mio intervento. Noi
non abbiamo finalità "punitive" ma "educative" e da ora in poi il prof
starà più attento a parlare per luoghi comuni ed è questo l'obiettivo
delle nostre proteste, in mancanza di mezzi e risorse diverse e in
assenza di classi dirigenti capaci di rappresentare e difendere il Sud.
Anche grazie alle vostre segnalazioni sempre più numerose (il nostro è
solo e sempre volontariato e spesso accusiamo un poco di stanchezza),
l'obiettivo è stato ancora una volta raggiunto con una considerazione a
margine: noi non ce l'abbiamo con il Nord ma con il Nord del razzismo o
dei preconcetti e dei luoghi comuni e il Nord è fatto anche di Rettori
correttissimi come quello di Trieste. Gennaro De Crescenzo
ANCORA (PURTROPPO) UNA LETTERA APERTA AD UN ALTRO SIGNORE CHE OFFENDE SCAMPIA E NAPOLI. Il
professor Francesco Venier insegna ORGANIZZAZIONE AZIENDALE E RISORSE
UMANE alla Facoltà di Economia nell'Università di Trieste. Qualche ora
fa ha pubblicato un post nel quale si chiedeva "cosa farebbero i
diciottenni di Scampia con il sussidio-Letta di 10.000 euro" (hashtag
"restituire"). Caro prof, io non la invito a Scampia come magari in
queste ore stanno facendo in tanti. Caro prof io non accetto neanche le
sue scuse perché sono peggiori del post: "sono caduto nel luogo comune" è
grave perché un prof che educa migliaia di giovani e futuri manager e
insegna a gestire le risorse umane non può cadere nel luogo comune.
Perché un accademico/manager non può limitarsi a vedere Gomorra o
Striscia la Notizia per giudicare un popolo intero. Perché quel luogo
comune è molto, troppo simile al razzismo e se lo avesse associato a
qualsiasi altra comunità del mondo, lei sarebbe già stato "condannato"
da mezzo mondo con titoloni sui giornali e nei tg. Caro prof, lei
dovrebbe sapere (ma non lo sa) che è proprio così che è nata e non è
stata mai risolta la questione meridionale. A colpi di "luoghi comuni" e
di "restituire" (a chi? A lei o Al Nord che negli ultimi 20 anni ha
sottratto al Sud oltre 800 miliardi di euro?). E la colpa è anche di
intellettuali e politici (del Sud come del Nord) che usano quei "luoghi
comuni" e anche di chi al Sud è pronto a sputare fango sul Sud senza
pensare alle conseguenze e solo per uscire in tv, per vendere un libro o
per assicurarsi il suo stipendio. E a proposito di conseguenze, pensi
alle percentuali di giovani vittime di droghe o alcol delle sue parti
(percentuali purtroppo alte e drammatiche) o agli scandali-sprechi
padani, leghisti (e non). Caro prof, eviti in futuro qualsiasi
riferimento alla mia Napoli o alla mia Scampia, quella che vedo nelle
mie classi ogni mattina, quella di ragazzi fieri che non sanno cosa sia
la droga o quella di chi magari aspetta un sussidio per vivere o per
sperare (in assenza di pari diritti anche nel lavoro) o magari (mi è
capitato di recente) a meno di 18 anni va a lavorare perché i genitori
hanno perso il loro lavoro e le loro speranze. Stia lontano da tutti
loro, anche solo in un post di un social e (per quello che serve)
invierò questa nota al suo RETTORE e ai giornali triestini. Saluti da
Scampia. Prof. Gennaro De Crescenzo PS In attesa di eventuali e gradite smentite...
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