ANCORA LOMBROSO E ALTRI (SCONTATI) DIFENSORI IN UN QUADRO SEMPRE PIÙ CHIARO. Ogni tanto si ritorna a parlare (nostro malgrado) di Lombroso. Dopo le nostre proteste per le “celebrazioni” durante il Giro d’Italia, il senatore De Bonis ha chiesto la
chiusura del suo
museo e le reazioni sono state tante. Tra le altre quelle di un
movimento (“Torino tricolore”) con uno striscione ripreso da diversi
giornali locali. Il torinesi tricolorati trovano “ignobile” quella
richiesta perché il museo “racconta una storia anche se con tanti errori
di valutazione, però è ciò che ha costruito l’oggi e che senza il
passato non sarebbe comprensibile”. La tesi è chiara e sembra
giustificare le discriminazioni di ieri legandole a quelle di oggi e
dobbiamo ringraziare questo movimento che diverse testate definiscono
“di estrema destra” per la sua forse involontaria “coerenza”. Quindi si
ammette che quel museo si basa sugli “errori di valutazione” del suo
“intestatario” e la tesi coincide con quella del museo stesso: “vogliamo
fornire al visitatore gli strumenti per capire come e perché Lombroso
formulò la teoria dell’atavismo criminale e quali furono gli errori che
lo portarono a fondare una scienza poi risultata errata”. Al di là dei
tanti aspetti macabri che colpiscono i visitatori (spesso giovanissimi),
tra tanti resti umani e oggetti e strumenti vari legati comunque a
tante sofferenze umane, da anni stiamo cercando precedenti storici e
scientifici di personaggi o scienziati sostenitori di tesi folli e ai
quali, però, siano stati dedicati musei per dimostrare che erano folli.
Non ci risultano, ancora, per esempio, musei dedicati a IVANOV, il
biologo russo che provò a creare un ibrido tra la specie umana e la
scimmia, al THOMAS che iniettava litri di droga negli elefanti o a
DEMIKHOV con i suoi cani a due teste… Cari tricolorati torinesi, è vero
che i “musei non si toccano” ma di certi musei si ha il diritto e il
dovere di discutere. Nel
2009 feci scoppiare il caso-Lombroso nel 2009 inviando una lettera
approvata, poi, dal sindaco Colacino e dal comune di Motta Santa Lucia
per chiedere la restituzione dei resti del “brigante” Villella e da anni
ripetiamo questi concetti. Lombroso fu all’origine di tanti pregiudizi
antimeridionali e, secondo diversi scienziati anche attuali, di diverse
tesi riferibili al razzismo nazista. “Pregiudizio e razzismo vero e
proprio dilagano nella sua opera. C’è solo l’imbarazzo della scelta (e
alcune pagine sono davvero imbarazzanti); non ha risparmiato le donne,
le 'razze colorate', gli Zingari, gli omosessuali, persino gli Ebrei
[...]. Lombroso sostenne poi l’inferiorità 'razziale, genetica,
psicologica delle popolazioni meridionali. Non pochi esponenti della
scuola lombrosiana aderirono al fascismo” (Rassegna Italiana di
Criminologia, 2/2018). “L'influenza più forte sulla criminologia tedesca
in questo periodo fu quella di un uomo che era morto anni prima:
l'antropologo criminale italiano Cesare Lombroso. Gli scritti chiave di
Lombroso, tradotti in tedesco alla fine del XIX secolo, modellarono i
contorni della scienza emergente della criminal-biologia [...]. I temi
razziali della biocriminologia fascista convergono anche nella
criminalizzazione degli italiani del Sud” (Nicole Rafter, Criminology’s
Darkest Hour; cfr. anche Gibson e Gangemi, 2018). Fu tutto questo
Lombroso, fu anche questo Lombroso. Intanto qualcuno continua a non
prenderne atto; intanto qualcuno si è battuto per anni per non
restituire i resti del “brigante” Villella (se non fu brigante la sua
deportazione e la sua umiliazione furono ancora più vergognose); intanto
qualcuno continua a non rispettare chi associa quel razzismo alle
discriminazioni antimeridionali iniziate per giustificare il massacro
dei “briganti” nel 1860 e continuate con questioni meridionali mai
risolte sempre perché è “tutta colpa del Sud e dei meridionali”; intanto
qualcuno va a mettere quegli striscioni involontariamente comici
davanti al museo contro i “talebani della storia (!). E tutto questo
rafforza solo le nostre tesi e la nostra indignazione facendo anche
crescere i nostri consensi… P.S. Come mai i difensori accademici di
Lombroso e i loro tristi e pochi ammiratori non prendono posizione
contro quello striscione di estrema destra? Gennaro De Crescenzo |