Dopo il successo enorme (grazie a tutti) della diretta sulla pagina FB del Movimento Neoborbonico (oltre 80.000 persone raggiunte e oltre 10.000 interazioni in poche ore!), ecco il testo inviato alla Rai… LA RAI, I 160 ANNI DELL'ITALIA UNITA E GLI ACQUAIUOLI. Aimone di Savoia, Ciro Menotti, Ernesto Pisacane, Guido Crispi, Nicolò d'Aglié Cavour, Giuseppe, Francesco e Costanza Garibaldi... sono alcuni dei protagonisti dello
speciale
RAI andato in onda (per fortuna) di notte il 13 marzo 2021 per celebrare i 160 anni
dell'Italia unita. Nulla di male, sono pure persone rispettabili e
simpatiche ma ci chiediamo quale conoscenza storica e quale imparzialità
possano mostrare gli eredi di personaggi famosi dopo 160 anni. E ci
viene ovviamente in mente il solito, famoso e prezioso acquaiuolo della
tradizione napoletana: quello che al potenziale acquirente perplesso
sulla qualità delle acque, risponde che era fredda più della neve. Come e
perché un discendente dovrebbe parlare in maniera critica del
proprio... nonno? Ovvi, allora, i riferimenti (come se li avessero
conosciuti di persona) a Vittorio Emanuele, un "sovrano 2.0 e dagli
occhi molto mobili e azzurrisimi" (giuriamo che lo hanno detto davvero),
alle fidanzate mancate di Cavour e ai suoi ristoranti preferiti, ad
Anita "straordinaria amazzone che migliorò Garibaldi nell'equitazione", a
Garibaldi "pirata e centauro" (giuriamo ancora che è vero), Garibaldi
"eroe salgariano" (peccato che Salgari pubblicò i suoi primi libri circa
30 anni dopo). E così, con il contributo anche di vari docenti esperti e
responsabili di istituti, ossari e musei risorgimentali e garibaldini,
via libera al Garibaldi "difensore degli oppressi" (diteglielo alle sue
vittime in America Latina o agli abitanti di Bronte o Pontelandolfo o
Castellammare), al Savoia che non cambiò neanche la numerazione sabauda
perché "travasò la sua essenza nella nuova entità statuale" (?!). Via
libera, allora, alla moderazione di chi porta ancora i "gemelli del suo
antenato, quelli della giacca da caccia" oppure a chi si dice sicuro
del fatto che "Vittorio Emanuele e Garibaldi si sentivano segretamente"
(maledetti telefonini!), o "lo stivale ritrovò la sua unità dopo
l'Impero Romano e dopo 14 secoli" (cancellando secoli e secoli di
meravigliose diversità) con Garibaldi che "non aveva interessi" (peccato
per le isole di proprietà e doni e pensioni per migliaia di euro al
giorno)... Via libera al Cavour "grande tessitore (ancora!) e con una
capacità di lavoro sovrumana", che lascia partire Garibaldi "senza
poterlo fermare" (peccato che i carteggi nascosti nell'Archivio di
Torino rivelino che in pratica lo tele-guidava). E così l'esercito
borbonico fu vittima di "un crollo psicologico e rimase impressionato
dai garibaldini" (a saperlo prima avremmo suggerito a Francesco II di
inviare ai suoi non armi ma una squadretta di psicologi). E tra "gridi
di dolore" (ancora? Come se ormai non sapessimo che quel discorso non fu
scritto dal Savoia) e "plebisciti" (come se non sapessimo che furono
una farsa, a detta anche degli osservatori stranieri). In compenso,
però, neanche una parola sul ruolo della massoneria e dei suoi
interventi e finanziamenti ormai rivendicati dalla stessa massoneria. E
così in Sicilia, in pratica "tutta la società siciliana" diventò
garibaldina e nessuno però dà un occhio a studi nuovi e documentati che
accertano la provenienza di chi aderì (proprietari locali e mafiosi) o
le percentuali (vere) di quelle adesioni tra le carte dell'Archivio di
Torino. Le Due Sicilie? "Sfarzi e miserie" (solo miserie, però, dopo il
1860 e di certo meno miserie al Sud rispetto al Nord fino al 1861),
"cultura giuridica e corruzione amministrativa" (a dispetto di leggi e
codici non hanno avuto il coraggio di citare la fake della "burocrazia
borbonica" ma di quello parlano). Il brigantaggio? Un passaggio
rapidissimo sul brigantaggio ovviamente "endemico" con quegli oltre
120.000 soldati evidentemente inviati da queste parti per circa 10 anni
in gita e "ci furono eccessi da tutte le parti" (come se chi attacca e
invade potesse mai essere sullo stesso piano legale e morale di chi è
invaso e si difende). La questione meridionale? Nessuna traccia perché
forse qualcuno poteva pensare che questi 160 anni di Italia unità
coincidono con 160 anni di questione meridionale mai conosciuta prima e
tuttora irrisolta e drammatica e magari... si rovinava una festa già
pronta. È
una retorica vecchia, quella usata dalla RAI e dagli altri celebratori
di queste ore, quella usata per 160 anni e che ha portato la gente ad
allontanarsi da questi temi e magari (in tanti, sempre di più) ad
avvicinarsi alla storia che per sintesi definiamo "neoborbonica" ma che è
semplicemente una storia che ha portato e porta fuori altre verità. E
per questo forse dovremmo anche ringraziare la RAI e i celebratori per
avere scelto ancora una volta la strada perdente di 160 anni fa, come se
non fossero state effettuate altre ricerche e non fossero venute fuori
quelle verità, come se il tempo si fosse fermato esattamente al 17 marzo
1861. Grazie, allora, perché in questo modo sempre più meridionali e
italiani ci seguiranno, compreranno i nostri libri e parteciperanno ai
nostri eventi... PS Abbiamo inviato questa nota al direttore (napoletano) del TG2 (Sangiuliano) e alla Commissione Vigilanza Rai.
Gennaro De Crescenzo
Movimento Neoborbonico |