QUEI SOLDATI BORBONICI EROI IN AMERICA "PER NON SUBIRE LE DEPORTAZIONI A FENESTRELLE E LE ALTRE UMILIAZIONI" (Ah, se ci fosse un Via col vento terrone")... Parole belle e cariche di verità storica quelle di Marcello Veneziani. Ve le riportiamo nel nostro complicato ma affascinante
cammino di
ricostruzione di storia&orgoglio. "Sullo sfondo c’è una duplice
epopea: quella dei vinti, i vinti di tutti i tempi, e quella del sud, di
tutti i sud del mondo. Ma c’è un nesso vivente tra i sud dei due mondi,
quello statunitense e quello nostrano. È un nesso noto solo a ristretti
ambienti di nostalgici borbonici. È la storia di quei soldati borbonici
che dopo aver perso la loro guerra in Italia contro i piemontesi,
andarono a combattere con i confederali contro i nordisti, a fianco del
generale Lee [...]. I soldati borbonici, circa 1800, partirono da Napoli
con il consenso di Garibaldi che si voleva disfare di sbandati e
prigionieri, e dettero vita al Battaglione Dragoni di Borbone. Nella
battaglia di Appomatox dei Mille del generale Lee si salvarono solo in
18, tra cui il siciliano Salvatore Ferri. Fu un eroe dei due mondi a
rovescio, partì dal sud d’Italia dove militava nel regio esercito
borbonico per andare a combattere per un altro sud in Louisiana. Veniva
da Licata e partecipò con i suoi “conterronei” alla vittoriosa battaglia
di Winchester in Virginia, col mitico generale Jackson. Poi la
confederazione sudista cedette all’unione nordista. E come lui tanti
altri, i fratelli Russo per esempio, tanti altri militari borbonici. Ah,
se ci fosse un Via col vento terrone che raccontasse l’epica eroica e
romantica di quei militi borbonici che sconfitti in Italia, per non
subire la deportazione nei lager di Fenestrelle e altre umiliazioni,
s’imbarcarono sulla nave Elisabeth o su altre navi, sbarcarono a New
Orleans e si arruolarono nell’esercito sudista come VI reggimento;
italian guards, combattendo valorosamente. Militi ignoti, eroi
sconosciuti, scrivevo in Ritorno a sud, di quella duplice epopea sepolta
due volte, negli States e nell’Italia sabauda. Furono tra i primi
emigrati partiti dal sud a unità d’Italia appena realizzata che andarono
a difendere un altro sud. Non cercarono fortuna ma onore. Passarono da
una causa perdente a un’altra. Ma ai vincitori si addice il sorriso
della storia, ai vinti la carezza degli dei". MV, La Verità 4 novembre
2020. P.S.
Nel gennaio del 1998 i neoborbonici organizzarono una bellissima
giornata di studio, celebrazioni e GEMELLAGGIO CON I “SUDISTI” AMERICANI
con la partecipazione del Consolato degli Stati Uniti e di Mr. Danny
Toma (Sons of Confederate Veterans). |