I FALSI STORICI “RISORGIMENTALI”: I 160 ANNI DEL (FALSO) PLEBISCITO |
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FALSI STORICI “RISORGIMENTALI”: I 160 ANNI DEL (FALSO) PLEBISCITO. Mentre
storici più o meno famosi si accaniscono (inutilmente) nell’analisi di (presunti)
falsi “neoborbonici” spesso in maniera maldestra e spesso confermando le
notizie… neoborboniche, da oltre un secolo e mezzo gli stessi storici più o
meno famosi si “distraggono” sui
(veri) falsi storici che si raccontano anche
sui libri di scuola. Uno di questi è certamente legato al “plebiscito” del 21
ottobre 1860 (160 anni esattamente oggi). E così, mentre qualche accademico ancora parla
di “successo e coinvolgimento delle popolazioni” a proposito di quel voto che a
Napoli diede anche il nome ad una delle piazze più grandi e più belle d’Italia,
nessuno ha dato mai un occhio alle fonti archivistiche e bibliografiche del
tempo: votarono meno di due meridionali su dieci e gli “annessionisti” vinsero
con il 99,9% dei voti; votarono “il Dittatore, il Prodittatore, i garibaldini
d’ogni nazione e lingua, stranieri quanti ne vollero venire, giovincelli imberbi,
le donne, la Sangiovannara”, il tutto sotto il controllo della camorra (neo-alleata
con dello stato sabaudo e artefice di un attento controllo dei voti per giunta
palesi). Mentre scoppiavano i primi fuochi del “brigantaggio” (altro che “sì”
al plebiscito), si trattò di una vera e propria farsa che l’ammiraglio inglese
Mundy sintetizzò in maniera efficace: “Secondo
me un plebiscito a suffragio universale regolato da tali formalità non può
essere ritenuto veridica manifestazione dei reali sentimenti di un paese”.
PRESTO IN LIBRERIA APPROFONDIMENTI SU QUESTO E ALTRI “FALSI” DEL PASSATO (E DEL
PRESENTE)… Gennaro De Crescenzo
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