"IL MATTINO", CUNDARI, QUELLE DOMANDE ANTIBORBONICHE (E QUELLE RISPOSTE... BORBONICHE). Simpatico siparietto all'interno di un articolo del Mattino firmato da un Ugo Cundari che si diverte ad "attaccare" sempre e comunque i Borbone" (come se stessero a Porta Capuana per riprendersi il Regno). In questo caso fa una domanda all'autrice di un libro sui napoletani hegeliani e
"risorgimentalisti": "dove si formarono, a Napoli, dal momento che i
Borbone non permettevano libertà di pensiero"? La risposta dell'autrice
smantella da sola la domanda: "Nella scuola privata dell'intellettuale
antiborbonico Ottavio Colecchi... Le scuole private napoletane
rivestirono un ruolo fondamentale nel processo di fusione della cultura
locale con quella europea". Quindi, di fatto, non è vero che "i Borbone
non permettevano la libertà di pensiero". Quindi, evidentemente, per
Cundari non contano nulla quelle migliaia di scuole private e di maestri
privati diffusi in tutto il Regno e che, smentendo le false notizie
relative agli alti tassi di analfabetismo, lavoravano molto fino a farsi
rimpiangere quando i Savoia le chiusero proprio per motivi di carattere
politico. Lo stesso Settembrini, del resto, arrivò a denunciare la
"piemontizzazione" scolastica e la cancellazione della libertà
d'insegnamento nel raro e polemico opuscolo "L'Università di Napoli"
(1862). Inutile aggiungere che per Cundari gli hegeliani e compagni
erano e sono sacri, inviolabili e infallibili a prescindere da scelte
magari non felicissime. Ricordiamo, ad esempio, uno Spaventa (Silvio)
ideatore e realizzatore di un drammatico piano di deportazione che colpì
migliaia di meridionali. Ricordiamo anche un De Sanctis artefice, come
evidenziò lo stesso Giovanni Gentile (discorso INFC, Roma, 1930), di una
spietata selezione con annessi licenziamenti delle classi dirigenti
meridionali anche di fronte ad un semplice sospetto di "simpatie
borboniche" e anche ai danni di uomini di cultura di livello
internazionale. Altro che "libertà di pensiero" negata dai Borbone... Prof. Gennaro De Crescenzo
Nella bella immagine l'inaugurazione a Scafati della scuola dedicata a Ferdinando II di Borbone qualche anno fa...
P.S. A proposito di (loro) fonti che spesso i nostri "interlocutori" forse neanche conoscono in maniera approfondita si riporta un passo del Settembrini (altro che "censure" borboniche)...
“Il governo ebbe sempre paura di ragunare in un solo luogo le molte migliaia di giovani che da tutto il regno convenivano in Napoli a studiare, e però non li obbligava ad assistere ai corsi, e li lasciava sparpagliare nelle scuole private […]. Il bene, che a mio credere avanzava il male, era che l’insegnamento era liberissimo; la scienza non s’imparava dal professore ufficiale che insegnava come volevano i superiori, ma da maestri privati che in casa loro insegnavano come volevano: metodo, libri, sistema, ognuno aveva il suo, e i giovani correvano dai migliori e di maggior grido. E’ vero che per insegnare ci voleva il permesso della polizia, ma zitto zitto se ne faceva anche senza per un otto o dieci giovani che non parevano. Questo libero insegnamento ci ha salvati dall’ultima servitù, dalla servitù del pensiero, ed ha favorito l’educazione dei grandi e liberi pensatori che noi avemmo in ogni tempo” (Luigi Settembrini, Ricordanze, Ed. Napoli, 1879, Vol. I, p. 25).
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