SCONCERTANTE AUGIAS: "OCCORRE DIMENTICARE LA QUESTIONE MERIDIONALE, LE SUE MOTIVAZIONI E LA SUA STORIA". Ennesima e clamorosa dimostrazione che in RAI parlano sempre gli stessi per dire sempre le stesse cose quando si deve affrontare il tema della questione meridionale. A "Quante storie" (RAI Tre, 19/8/20) il solito
Barbero che con la sua
(onni)presenza, senza mai pareri vagamente discordanti in studio,
annulla da solo la sua tesi ("oggi non è più vero che la storia dei
vinti la scrivono i vincitori"). Surreale anche l'affermazione "guai a
prendere le memorie di Napoleone e pensare di sapere cosa successe a
Waterloo": è quello che lui ha fatto prendendo in esame una piccolissima
parte dei documenti (63 unità archivistiche sulle 2773 presenti, solo a
Torino e per meno di due anni) per dichiarare chiusa la
questione-Fenestrelle. La dichiarazione più importante e chiara, però,
per capire la linea della RAI e degli storici ufficiali, l'ha rilasciata
Augias: "in Italia abbiamo una secolare questione meridionale
rinfocolata da una risorgente pubblicistica neoborbonica secondo la
quale il Piemonte ha compiuto un'invasione e lo sfruttamento del Sud.
Non voglio entrare nel merito ma dico solo che siccome questa questione
non è stata mai risolta neanche dal punto di vista concettuale fino ad
oggi, forse sarebbe bene che venisse accantonata come memoria per
guardare solo all'avvenire. L'elogio della memoria va bene ma in qualche
caso va bene anche l'elogio dell'oblio". Al
di là del riconoscimento del successo delle nostre tesi ("quella
risorgente pubblicistica neoborbonica" che da anni costringe Augias e
gli altri a trattare questi temi), si tratta di dichiarazioni
sconcertanti. In sintesi, per Augias, la questione meridionale, con un
Sud che ha la metà dei diritti del Nord da oltre 160 anni, esiste solo
perché qualcuno non la denuncia in maniera sacrosanta ma la "rinfocola".
In sintesi, siccome non si sa chi ha ragione (anzi: si sa ma è meglio
non ammetterlo), dimentichiamo tutto e andiamo avanti. Come se qualcuno
avesse il diritto di decidere cosa dimenticare e cosa ricordare. Come se
la storia non avesse da insegnarci ancora quello che l'Italia ha fatto e
non ha fatto al Sud. Come se non ci fosse una terribile e ininterrotta
continuità nelle discriminazioni che il Sud ha subito e subisce. Come se
qualcuno (e questa cosa ci gratifica molto) avesse paura della verità e
della possibilità che qualcun altro inizi a fare certi conti e magari a
richiedere, per i nostri giovani, finalmente e veramente pari diritti.
Forse Augias avrebbe dovuto evitare di dire cose che (ne siamo certi)
spesso si sarà detto con colleghi e accademici vari ma per noi va bene
così: vuol dire che stiamo percorrendo la strada giusta. Gennaro De Crescenzo PS Abbiamo
per l'ennesima volta inviato una nota alla Commissione Vigilanza della
RAI richiedendo, su temi così complessi e importanti anche per il futuro
del Sud, un necessario, urgente e democratico dibattito.
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