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Associazione culturale Neoborbonica
L'orgoglio di essere meridionali

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I “MOSTRI” (DEL NORD)? PDF Stampa E-mail
FrasidiCesareLombroso(16frasi)|Citazioniefrasicelebri
I “MOSTRI” (DEL NORD)? Alcune sere fa, su Canale “NOVE” TV ho assistito ad un programma inchiesta dal titolo “Tutta la verità”, lunghissimo, articolato, molto interessante e coinvolgente. Si narrava la vicenda del cosiddetto “MOSTRO DI FIRENZE”, una storia complicata che ha tenuto col fiato sospeso, con
continui colpi di scena, l’Italia intera nel periodo che va dal 1968 al 1985, anno dell’ultimo duplice omicidio, ma che si è protratta per decenni, fino ai nostri giorni, con ritrovamenti, riaperture d’indagini, processi, condanne a ergastoli che sembravano inoppugnabili ma che infine venivano ribaltate da un successivo giudizio, testimoni che ritrattavano e un mare di omertà, verità occultate e indizi e prove fatte scomparire. Un caso a molteplici livelli, che interessò procure di più città, con l’impiego di “esperti”, psicologi, criminologi, giuristi, tutti annaspanti alla ricerca di prove che puntualmente si rivelavano inefficaci. Tre “livelli” di comportamento, dai “compagni di merenda” che forse costituirono la manovalanza, al livello intermedio, - il tramite tra una “mente” diabolica, legata alla massoneria e a gruppi satanisti – e mandanti potentissimi che mai furono sfiorati dall’inchiesta. Insomma, generazioni intere di personaggi, intermediari, mandanti, “usufruttuari” di macabri reperti, che infine danno il senso di un modo di essere criminali, che mai ci sogneremmo di “affibbiare” all’intera popolazione della Regione Toscana o giù di lì. Se in Sicilia esiste la mafia, – e qui soprassediamo le ragioni storico/sociali che ne hanno permesso la nascita e la successiva prosperità, – se in Campania, con la camorra, intere popolazioni vengono additate col marchio di criminalità, pur soffrendo e sottostando a tale giogo, molti, sì, nella mentalità “tuttounfascio”  diffusa in altre zone, pensano  ancora oggi, sostenuti da media nazionali che hanno tutto l’interesse di avallare una divisione strumentale tra gli italiani, di considerare mafiosi tutti i siculi, camorristi tutti i campani, etc. etc. E’ sconsolante! Appena qualche giorno or sono, un “giornalista”(sic!) di Bergamo (?), faceva un ragionamento simile, lombrosianamente discorrendo. Ha affermato che i carabinieri di Piacenza, originari del Sud (e di dove se no?!), hanno commesso i reati ascritti perché meridionali, con una sorta di dna modificato, tendente al crimine, come del resto tutti gli abitanti di questa parte del globo. Ha scritto che un Brusca non sarebbe mai potuto nascere in Valtellina, perché da quelle parti non avrebbero mai osato sciogliere un ragazzino nell’acido. Sì, però un padre, poco distante, qualche giorno prima ha barbaramente ucciso i propri figli soltanto e solamente per far “dispetto” alla moglie e condannarla ad una disperazione perpetua. Già, come il Mostro di Firenze, le stragi di Bologna, Brescia, Milano..., come i padri che uccidono i figli per fare dispetto alla moglie, come le madri che fracassano i crani ai figli o come i figli che ammazzano i genitori per carpirne l'eredità. Scandali, truffe miliardarie, conti esteri, soldi in Svizzera, Mose, Expò, e chi più ne ha più ne metta. E poi il Martinelli di turno paragona tutti i Meridionali ai carabinieri disonesti di Piacenza...??? I “Mostri” del Nord! Qui al Sud, non ci sogniamo, mai, di “uniformare” all’intera popolazione certi tragici comportamenti, appartengono all’intima sfera dell’uomo e di ognuno ne è la diretta responsabilità. Inoltre, ogni abitante della Terra ha oltre 140 miliardi di individui venuti prima di lui, un dna che è il frutto di innumerevoli rimescolamenti, è perciò sciocco e strumentale parlare di “tendenze” predefinite, come l’Antropologia Culturale ha ormai ampiamente dimostrato.
Antonio Pulcrano

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