Oltre duecentomila lettori sui social per questa LETTERA APERTA ALLA MINISTRA AZZOLINA: LASCI PERDERE SCAMPIA. CI LASCI PERDERE. Cara ministra, lasci perdere Scampia. Ci lasci perdere. Insegno e vivo a Scampia ma non rivendico nulla e non provo neanche rabbia di fronte alle sue dichiarazioni e a quelle del presidente Conte su quell'appartamento "destinato a scuola" e sulla vostra sicurezza
ostentata ("daremo a
Scampia la scuola che merita"). Eviterò anche di ricordarle tutti i suoi
errori di questi mesi o le confusioni di decreti e linee-guida: le
chiedo semplicemente di evitare di parlare di Scampia perché lei non
conosce Scampia e forse, insieme al presidente Conte, si sarà limitata a
conoscerla vedendo qualche fiction televisiva. Che ne sa lei dei miei
ragazzi? Che ne sa dei loro sogni? Che ne sa dei loro genitori
disoccupati prima e dopo questa emergenza, degli occhi bassi e del
pudore di non dirlo? Che ne sa dei loro messaggi da emigrati nel resto
dell'Italia e del mondo? Che ne sa della tristezza di quelle domande
agli esami di stato in queste ore sui loro progetti irraggiungibili? Che
ne sa della loro e della nostra rabbia tutte le volte, le tante volte,
in cui qualcuno usa il marchio "Scampia" per offendere e per associare
famiglie, ragazzi e bambini a tutto quello che è negativo da queste
parti? La vostra "best practice", la "migliore pratica", quella che voi
vorreste insegnarci e portarci, è già a Scampia ma voi non lo sapete
perché non siete mai stati a Scampia. La "best practice" è già nei
corridoi della mia scuola, negli occhi felici di ragazzi, preside e prof
durante i concerti del liceo musicale o nelle divise impeccabili delle
ragazze del turistico. I nostri ragazzi realizzano la nostra "best
practice" tutte le mattine anche solo entrando nella nostra (grande e
bella) scuola. Il problema non sono loro ma siete voi che da 150 anni
non assicurate a questi ragazzi gli stessi diritti e le stesse speranze
di quelli del resto dell'Italia e dell'Europa. Il problema non è
Scampia. Scampia, Napoli, Sud... il razzismo è (anche) questo. Poco
importa, mi creda, se quella scuola nell'appartamento sia o no a
Scampia: lei e il Presidente del Consiglio avreste dovuto solo evitare
di nominare 5 volte Scampia senza vergognarvi del fatto che qui o
altrove possa esistere una scuola in un appartamento e che possa
esistere più o meno da 150 anni (oltre 2 quelli in cui lo stesso Conte è
stato premier ma quella scuola sta sempre là). Cara
ministra, lei oggi dichiara che si è sbagliata e che
quell'appartamento-scuola è da qualche altra parte ma noi non abbiamo
più bisogno di rettifiche che non rettiticano e di scuse che non
scusano. Abbiamo bisogno solo di rispetto e forse anche di silenzio.
Fino a quando lei, i premier e gli altri ministri di turno non
smetterete di usare, parlando di Scampia e del resto del Sud, il futuro e
inizierete ad usare il passato prossimo o addirittura il passato
remoto. Non più "faremo", allora, ma "abbiamo fatto" o "facemmo" e
allora, forse, avrete il diritto di parlare di Scampia. Prof. Gennaro De Crescenzo, Scampia, Napoli, Sud Nella foto la bellissima Villa di Scampia
|