“NUMERI”? CONSIDERAZIONI SU EPIDEMIE, NORD, SUD E ALTRO… Come dopo una battaglia, dopo una guerra, si contano i morti, si “numerano” le croci, anche per questa terribile pandemia, ogni giorno, il volto impassibile e falsamente rassicurante del Capo della Protezione Civile, ci sciorina “numeri”, “quantità”, dei contagiati, dei morti, dei guariti. La Storia è una successione di
numeri e date: dai 60 milioni di morti della 2° Guerra Mondiale, ai
3.000 deceduti sotto le macerie del terremoto dell’Irpinia. “Numeri”,
numeri di tamponi effettuati, di respiratori disponibili, di mascherine
in distribuzione. “Numeri” anche i 2 milioni di giovani laureati che
hanno dovuto abbandonare il Sud negli ultimi dieci anni, oppure i 30
milioni di migranti dell’ultimo secolo e mezzo post-unitario. “Numeri”
anch’essi, i morti del cosiddetto risorgimento o dei deportati a
Fenestrelle. Nessuna empatia, mai, dai “fratelli” delle alte latitudini,
anzi, cinismo e sfottò razzista: “numeri”. E
mentre, di notte, nel buio sempre più nero di queste notti tragiche e
irreali, con gli occhi sbarrati, insonni, nel silenzio alieno di questo
triste periodo, pensi ai morti, a chi non riesce più a raccogliere la
vita in un respiro sempre più anelato e affannoso, soli, assistiti da
gente bardata con orrendi scafandri, che pure chiamano angeli, al
risveglio ti accorgi, tuo malgrado, di essere nel vortice dei
denigratori di professione, e ti chiedi il perché. Perché martellano,
distruggono, offendono, in un disegno ben congegnato per eliminare un
popolo intero dalla storia e dalla economia di un Paese? Qualcuno
si è indignato, offeso, perché al primo caso di Codogno, scrissi “noi
non ne faremo cori da stadio”. Sì, non ne abbiamo fatti, anzi, di
contro, sistematicamente e con sempre maggior ferocia, nonostante
migliaia di morti dietro la porta, i media italiani hanno proseguito e
intensificato un massacro antimeridionale che a raccontarlo tutto
occorrerebbe un’intera enciclopedia. Esempi emblematici la vicenda del
farmaco sperimentato dal Dott. Ascierto e della signora di Ischia. Massacro
voluto, scientifico, che significa: “non crediate di alzare la testa,
il Nord si riprenderà e con gli interessi, quel che sta perdendo in
questo dannato periodo”. Guai a difendersi, a protestare, sei subito un
piagnone, un vittimista, un analfabeta, accusati, col solito ricattino
morale, di mettere bocca nonostante tanti morti e la desolazione in
atto. Quando si dice “non vedere la trave nel proprio occhio”. Che
tristezza! Eppure,
è acclarato, l’epidemia si è diffusa per la responsabilità di alcuni
centri ospedalieri e cliniche private del Nord (cfr. inchiesta de Il
Fatto Q.no) e per la noncuranza (od omertà?) con la quale sono stati
trattati i primi casi. Se fosse accaduto al Sud?! Il
Presidente Mattarella parla di “Unità Nazionale”, quella con la “U”
maiuscola. Ma, mi chiedo: Lei, Presidente, ha sentore di come il Sud,
non so se ancora il “Suo” Sud, sia deriso e vilipeso? O crede in un
ineluttabile Fato avverso che tiene il Mediterraneo d’Italia in questo
stato di perenne sottosviluppo? L’attacco al Sud, e a Napoli in
particolare, quotidianamente perpetrato da giornalistucoli prezzolati,
dai Tg nazionali, dai giornali di regime, è indecente, e deve finire. Dopo,
la crisi economica che seguirà, sarà devastante, forse più del virus e
il Sud “deve” rimanere al palo e pagare, come di consueto, per tutti. Se
vogliamo salvare il salvabile, bisogna che finalmente ci svegliamo, che
nessuno accetterà mai di sacrificare parte del proprio privilegio per
immedesimarsi con le nostre esigenze. Tanto, in fondo, non sono altro
che numeri: “Numeri”, niente altro che numeri!
Antonio Pulcrano
|