IL 17 MARZO E QUEI FUOCHI NELLA NOTTE. NOI CI SIAMO |
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IL 17 MARZO E QUEI FUOCHI NELLA NOTTE. NOI CI SIAMO. In questi giorni così difficili forse non è giusto celebrare il 17 marzo (festa dell'unità italiana) con la solita retorica e forse non è giusto contro-celebrare questa data con la nostra solita dose di orgoglio e a volte anche di "rabbia". Questo è il momento delle preghiere per
chi soffre al
Nord come al Sud, dei ringraziamenti per gli eroici medici e infermieri
degli ospedali del Nord e del Sud e verrà solo dopo il tempo delle
analisi e dei giudizi per chi ha fatto bene o male. E ci piace, in
questo 17 marzo, ricordare una storia che somiglia molto a quelle che
sentiamo raccontare in queste ore tra gente che si chiama e canta dai
balconi o appende alle finestre quei disegni dei bambini ("andrà tutto
bene"). Nelle notti del lungo assedio sabaudo di Civitella del Tronto
(ultima, borbonica ed eroica fortezza), proprio intorno alla metà di
marzo del 1861, ogni notte centinaia di persone dei paesi e delle
campagne lì intorno accendevano uno dopo l'altro dei fuochi fuori dalle
proprie case per gridare ai soldati borbonici chiusi nella fortezza
sotto le bombe "noi ci siamo, noi siamo con voi". Ecco: noi ci siamo,
nelle nostre case, siamo con chi combatte tra i letti e i corridoi di
quegli ospedali e... passerà presto questo vento di paure e di
tristezze. Gennaro De Crescenzo, a casa, con Simona, Annachiara, Vittoria e i nostri fuochi accesi anche stanotte
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