SAVOIA E RETORICA RISORGIMENTALE: DOPPIA, PIAGNONA E GRATIFICANTE RESA SUL "CORRIERE" |
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ITALIA, SAVOIA E RETORICA RISORGIMENTALE: DOPPIA, PIAGNONA E GRATIFICANTE DICHIARAZIONE DI RESA SUL "CORRIERE". Tale Giovanni Barbero (non è un parente dello storico "antiborbonico" ma le coincidenze sono divertenti) in occasione del bicentenario di Vittorio Emanuele II di savoia si lamenta con Aldo Cazzullo
sul Corriere perché "nessuno ha ancora pensato di organizzare qualcosa"
(1). È evidente, scrive il lettore, che forse qualcosa sifarà a Torino ma "manca del tutto una visione nazionale"
(2). "I Savoia non hanno quasi difensori, se non qualche figura talora
un po’ patetica" (3), replica Cazzullo aggiungendo: "Aver unificato
l’Italia per molti nostri compatrioti non è un merito, ma un demerito.
Per qualcuno addirittura un crimine" (4). Possiamo concludere che, a
parte la "scivolata" su Fenestrelle (lo studio di Barbero sui "soli" 4
morti tra i prigionieri borbonici è del tutto parziale e superficiale e
lo stesso Museo dei Carabinieri attesta il passaggio in quei luoghi
spettrali di "oltre 40.000 soldati napoletani" con ovvie conseguenze sul
vero numero dei morti), questo piccolo dialogo e i punti da 1 a 4
dimostrano che abbiamo vinto noi. 3 a 0 in trasferta. Pur non avendo a
disposizione, da 150 anni, cattedre universitarie, case editrici tv o
giornali come il Corriere, hanno vinto le nostre tesi se un lettore e un
famoso giornalista (in perfetto stile "piagnone", lo stesso che in
genere rinfacciano agli altri) sono costretti ad ammettere che ai savoia
(al contrario di quanto avviene con i Borbone) non ci pensa più nessuno
e che la retorica risorgimentalista non funziona più. Andiamo avanti... Gennaro De Crescenzo |