DAL BLOG "FIUMI A MARE": "IL LIBRO DEI PRIMATI DEL REGNO DELLE DUE SICILIE" DI GENNARO DE CRESCENZO: "LIBRI CHE CAMMINANO E DANNO LA DIREZIONE". Le 330 raffinate pagine dell’opera scorrono assai piacevolmente e sono destinate, oltre che a camminare per casa, a diventare patrimonio di ogni famiglia del Sud. Quel genere di patrimonio che i Padri
affidano
ai Figli, non tanto per le risposte pratiche, quanto per dotarli di una
direzione e di sentimenti che si sono un po’ sperduti: l’orgoglio e
l’autostima... La maggior parte dei libri che circolano a casa mia sono
libri da comodino oppure da zainetto, stanno in giro per un po’ e poi
trovano posto sui ripiani sempre insufficienti dello studiolo. Raramente
si muovono e, per patologico feticismo, poche volte cambiano casa anche
solo temporaneamente. C’è n’è qualcuno però, soprattutto fra le
edizioni di qualità e di grande formato, che nonostante abbia il posto
assegnato nella parte più “prestigiosa” della casa, non resta mai fermo a
lungo e te lo ritrovi sempre in giro perché non manca mai qualcuno in
famiglia che per lussuria ha un pretesto per sfogliarselo. Questa
domestica élite libraria da qualche giorno si è arricchita di un nuovo
arrivo “Il libro dei primati del Regno delle Due Sicilie dal 1734 al
1860” scritto da Gennaro De Crescenzo ed edito da Grimaldi che ha l’aria
di voler camminare a lungo per casa, ché già a Maria e Rosa, le mie
figlie, i conti fatti coi libri delle medie che stanno frequentando, non
gli tornano affatto. Non gli torna che mille volontari in camicia rossa
potessero aver la meglio su un esercito di 90.000 soldati addestrati;
non gli torna che con il “malgoverno” dei Borbone non c’erano emigranti,
come invece tanti nelle altre parti d’Italia; non gli torna un “Sud
arretrato” che è poi però capace di essere tante volte primo in tanti
settori della società, dall’economia all’arte, dalla cultura
all’industria, dalle scienze ai lavori pubblici fino al welfare …quando
il welfare da altre parti neanche era nelle intenzioni. Qualche domanda
cominciano a farsela e a qualche prima conclusione arrivano. A lungo,
nei decenni passati, i libri di storia hanno citato la Napoli-Portici
quale prima tratta ferroviaria d’Italia ma, tacendone l’ampliamento fino
a Capua e il successo di un’utenza considerevole (15 milioni di
passeggeri fino al 1857), era l’unica primazia che veniva “concessa” al
governo dei Borbone di Napoli. Il velo della reticenza venne squarciato
per la prima volta solo nel 2002 quando, in appendice a “Le industrie
del Regno di Napoli” dello stesso De Crescenzo, venne pubblicato
l’elenco dei 50 primati del Regno delle Due Sicilie. Da allora
quell’elenco, grazie ad un costante lavoro di ricerca, si è via via
ampliato ed è diventato uno dei testi più amati, diffusi e copiati del
web. Ma anche quello ritenuto più “pericoloso” da un certo mondo
accademico che ha finora trovato privata convenienza a specializzarsi in
“è tutta colpa del Sud”. Oggi i primati, arrivati ad essere 135 (per
ora), indagati in profondità e magistralmente illustrati da oltre 100
preziose immagini, non sono più solo un elenco, ma diventano il
documentatissimo racconto di un epoca, la testimonianza di una peculiare
tensione armonica tra governanti e governati, la prova di una visione
strutturata della società meridionale e non solo guizzi di isolate
genialità. Insomma l’azione efficace di un ben ponderato e illuminato
“Sistema” borbonico. Orgoglio e autostima e "il racconto dei primati può
rappresentare una forma di ricostruzione di autostima e di amor proprio
dopo troppi anni di disamore e disistima consapevole o inconsapevole”.
PIETRO FUCILE
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