TRENI DEI BAMBINI, TRENI DELLA INFELICITÀ, UNA (BRUTTA) PAGINA DI STORIA MERIDIONALE DIMENTICATA (ED UN ROMANZO DI SUCCESSO). Tra il 1944 e il 1952 oltre 70.000 (!) bambini in gran parte meridionali furono deportati (la parola non può che essere questa) al Nord dopo lunghi viaggi in treno. Li chiamarono TRENI DELLA FELICITÀ. Le partigiane e il Partito Comunista del tempo pensarono che
fosse
l'unico modo per salvare dalla miseria del dopoguerra quei bambini
(significativo il caso di tanti bambini pugliesi deportati dopo
l'arresto dei genitori contadini per uno sciopero). Se in quegli anni,
però, prevalevano le ideologie con tutte le loro conseguenze, ancora
oggi sono tanti quelli che esaltano quella iniziativa senza pensare al
trauma del distacco di famiglie e bambini, senza pensare alla sorte di
quei bambini (quanti restarono? Quanti tornarono e con quali lacerazioni
psicologiche e sociali?), senza pensare che forse potevano e dovevano
esserci altre soluzioni e magari quelle famiglie andavano aiutate nelle
loro città e nelle loro case. Lo schema, del resto, lo conosciamo bene
ed è, da 150 anni, quello della questione meridionale: invece di creare
scuole, ospedali, infrastrutture e lavoro al Sud facciamo emigrare i
meridionali al Nord o, in questo caso, portiamo i vostri bambini al Nord
e ci dovete pure ringraziare... Di recente è stato pubblicato un
romanzo di una (brava) scrittrice napoletana (Viola Ardone, "Il treno
dei bambini"): grande successo e tante traduzioni in tutto il mondo ma,
al di là della (ovvia) commozione per il viaggio del piccolo
protagonista e per la sua povera famiglia, ancora una volta quella
strana iniziativa viene letta come una cosa buona e bella senza porsi
domande e dubbi. Nel breve video allegato le raccapriccianti immagini
(vere o spot che siano, restano raccapriccianti) dell'Istituto Luce con
una scatola di cartone e all'interno un bambino disperato mentre la sua
nuova famiglia del Nord, felice, la apre. Anche quel bambino aveva fatto
il suo viaggio su quei treni che continuano a sembrarci treni non
"della felicità" ma della "infelicità"... PS
Il Sud era più povero del Nord perché anche i soldi del Piano Marshall
per la ricostruzione nel dopoguerra furono assegnati con la solita linea
antimeridionale: 700.000 lire circa al Sud, oltre 4 milioni al Nord (6
volte di più)! Gennaro De Crescenzo
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