LA DE FONSECA NON FU "VITTIMA DELLA VIGLIACCHERIA BORBONE" (!?!?). NOSTRA REPLICA PUBBLICATA DALLA "VERITA'" (12/11/19): DE FONSECA E 1799? ALTRO CHE EROI E LIBERTA'... Gentile direttore, conoscendo il suo giornale e i suoi lettori (diversi sicuramente quelli cattolici e tradizionalisti) ci ha sorpreso molto l'intera pagina dedicata a Eleonora Pimentel de Fonseca secondo gli schemi della
storiografia
e della retorica giacobina più diffusa soprattutto nei salotti della
sinistra radical-chic italiana spesso ostile (più o meno come nel 1799)
agli interessi e ai sentimenti del "popolo basso". La "pasionaria
napoletana", infatti, secondo l'articolista Alessandra Necci, sarebbe
stata "vittima della vigliaccheria Borbone" (frase ambigua anche dal
punto di vista grammaticale) e sarebbe stata impiccata ma (è scritto
nello stesso articolo) anche decapitata. Al di là della forma e al di là
di una cristiana pietà per i protagonisti di quelle tragiche vicende,
però, nell'articolo mancano molte verità. Manca il racconto di quello
che realmente fu il 1799 a Napoli: in cinque mesi di repubblica
napoletana francesi e giacobini (altro che "ideali libertari")
massacrarono oltre sessantamila napoletani/meridionali di parte
cristiana e borbonica e lo attesta il generale Thiebault nelle sue
memorie ("Napoli era un immenso campo di sterminio, tutto fu bruciato") e
lo attestano tante cronache del tempo o stampe e quadri come quello di
Taurel con il popolo incalzato dalle truppe transalpine, donne, bambini e
preti calpestati. Oltre ottomila quelli massacrati nei tre giorni
dell'arrivo dell'esercito francese grazie all'aiuto dei giacobini
("donna Eleonora" in prima linea) che cannoneggiarono il (proprio)
popolo dal forte di Sant'Elmo. "Traditori della patria napoletana,
pronti ad aprire le porte allo straniero" li definì lo stesso
(repubblicano) Giuseppe Mazzini (manoscritto presso il Museo del
Risorgimento di Roma). E sia Mazzini che Championnet definirono "eroi" i
popolani napoletani difensori di Dio, Patria, Re e Famiglie così come
in Spagna pittori come Goya definirono eroici i popolani difensori della
Spagna contro lo stesso esercito francese (nei "disastri della guerra"
il ritratto di corpi straziati). E allo stesso modo dovrebbero essere
definiti i "controrivoluzionari" veneti o toscani e del resto
dell'Italia e dell'Europa. Per non dire delle opere d'arte già timbrate e
avviate in lunghe carovane verso Parigi, compreso "tutto ciò che è
stato trovato o sarà trovato sotto gli scavi di Pompei" (bando di
Faypoult). Quella repubblica nata contro i valori cristiani, "alberi
della libertà" al posto delle Croci, tradizioni e valori offesi e
cancellati, iniziò nel sangue e finì nel sangue con le condanne di un
centinaio di quei famosi "martiri" giacobini che, secondo le leggi
applicate in tutto il mondo a quel tempo, purtroppo furono condannati a
morte ma da oltre due secoli sono celebrati (a differenza di quei
popolani) con strade, piazze, scuole, saggi, film e romanzi magari belli
e romantici ma tutt'altro che corretti ed imparziali sul piano
storiografico. E continuano magari ad essere celebrati con intere
paginate di giornale che ignorano l'altra storia e fonti diverse,
elementi che un giornale spesso alternativo alla cultura "ufficiale"
come La Verità non dovrebbe ignorare. Prof. Gennaro De Crescenzo INVIATE LE VOSTRE LETTERE A: lettere@laverita.info
Nell'immagine l'sercito francese incalza e massacra il popolo napoletano al Carmine (20/22 gennaio 1799)
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