A CHE SERVE PIETRARSA? 6 AGOSTO 1863/2019. Se fosse solo storia basterebbero qualche libro e qualche lapide e magari qualche post su facebook. Ma Domenico Del Grosso, Aniello Marino, Luigi Fabbricini e Aniello Olivieri, i primi martiri operai nel mondo massacrati dai soldati "italiani" nella loro fabbrica quell'agosto di 156 anni fa ci dicono altro e ci gridano una storia che continua
sempre uguale da
quando è stata unita l'Italia con un Sud che perde tutti i suoi primati
positivi, compresi quelli di quella fabbrica metalmeccanica tra Napoli e
Portici con i suoi 1050 operai (480 quelli dell'Ansaldo a Genova mentre
la Fiat non era ancora nata). Ci gridano che per oltre 150 anni il Sud è
stato una colonia destinata a consumare quello che veniva e viene
prodotto al Nord (oltre 60 miliardi di euro all'anno) e a usare i nostri
giovani come manodopera. Quei quattro operai massacrati dalle baionette
dei bersaglieri e cancellati dalla storia fino a quando le ricerche
archivistiche neoborboniche non li hanno riportati alla luce ci dicono
che da 150 anni nulla è cambiato se negli ultimi 15 anni oltre 2 milioni
di meridionali sono diventati emigranti nel silenzio complice delle
nostre classi dirigenti, gente che non ha mai saputo dove era e cosa era
Pietrarsa. Ci dicono anche, se vogliamo ancora ascoltare la loro voce,
che dalla Memoria stiamo ritrovando l'Orgoglio perduto e con l'Orgoglio
ritroveremo un Riscatto atteso da troppo tempo. Nelle foto a Pietrarsa
le mie figlie e, sullo sfondo, il grande Ferdinando II di Borbone. Gennaro De Crescenzo
|