REPLICA NEOBORBONICA PUBBLICATA SU "LETTERA 43" ALL'ARTICOLO NEL QUALE (ADDIRITTURA) SI SCRIVE CHE SALVINI STA NEOBORBONIZZANDO L'ITALIA. L'articolista, in controreplica, parla (a proposito della mia nota) di una "BREVE MA COMPLETA E CHIARA CRITICA SUL RAPPORTO
SUD-NORD" e definisce
"l’approccio neoborbonico ormai una scuola di pensiero e una
letteratura" (e lo ringraziamo per questo). Scrive anche, però, che i
dati raccolti dagli accademici Daniele e Malanima non sono per lui
"attendibili" (e cita l'autore "smantellato", fonti alla mano, da
Daniele e Malanima), ri-cita fonti non nuovissime (1911), non confronta i
dati dell'analfabetismo e dei bilanci statali, non ricorda bene,
infine, il libro di Davis nel quale si smantella la tesi
dell'arretratezza meridionale preunitario (riferendosi, forse, solo al
titolo, scrive: "se ben ricordo affrontava il tema del rapporto tra
Napoli, Napoleone e Parigi"). IL TESTO DELLA NOSTRA REPLICA. Quella
strana tesi sulla neoborbonizzazione salviniana dell’Italia… Secondo
Mario Margiocco, Salvini starebbe “neoborbonizzando” l’Italia. Da
neoborbonici, allora, passata la fase “sconcertata” di fronte a questa
affermazione, potremmo anche festeggiare… L’articolo del 16/6/19 su
Lettera43, scherzi a parte, rende necessarie alcune osservazioni. Solo
una premessa: le critiche salviniane all’Unione Europea potrebbero avere
(dati alla mano) un fondamento ma il destino dell’Europa è ancora
sconosciuto mentre è certo quello che è toccato al Sud in questi 150
anni anche per colpa di politiche come quelle leghiste o simil-leghiste
di destra come di sinistra. Per l'articolista, allora, da circa 30 anni
(da quando cioè è nato quel Movimento Neoborbonico che rappresento)
sarebbe "risorta una mentalità neoborbonica": quella che "addossa ogni
colpa al Nord", parla di "piemontizzazione del Sud" e arriverebbe al
"secessionismo" dopo opportuni "risarcimenti". Per l'articolista le Due
Sicilie erano "terre allo stato brado" senza strade, ospedali e scuole,
con riserve auree consistenti perché i Borbone non spendevano i loro
soldi. Peccato, però, che l'articolista forse non abbia aggiornato le
sue ricerche sia dal punto di vista archivistico (un occhio ai fondi
Ministero Agricoltura Industria e Commercio o Ministero Finanze presso
l'Archivio di Stato di Napoli non sarebbe male) o bibliografico: gli
suggeriamo i recenti studi di Daniele, Malanima, Collet, Ciccarelli,
Fenoaltea, De Matteo, Tanzi o di quel Davis (2014) che arriva ad
affermare che le tesi sulla arretratezza del Sud preunitario furono
inventate dagli artefici dell'unificazione per giustificare i loro
fallimenti. Altro che i poeti o i "resoconti dei viaggiatori
ottocenteschi" citati dall’articolista… Scoprirebbe così che i livelli
di redditi (medi), del pil, di crescita demografica e di
industrializzazione al Sud erano pari o superiori rispetto a quelli del
Nord e che la mortalità infantile era la più bassa in Italia (più alta,
invece, la percentuale di medici per abitante). Scoprirebbe anche (fondo
Ministero Istruzione) che le scuole erano circa 7000, che furono in
gran parte chiuse con l’applicazione della legge (sabauda) Casati, che
gli iscritti nelle università del Sud erano il doppio di quelli del Nord
e che la tesi dell’assenza di una politica per la scuola in epoca
borbonica è del tutto falsa, come dimostrano studi recentissimi (G.
Ferraro, 2017). Nessuna “Borbonia felix” (mai detto o scritto), allora,
ma un territorio con un suo sviluppo e con trend di crescita
costantemente positivi e interrotti solo dal 1860 in poi in una
drammatica continuità e con questioni meridionali nate solo nel 1860 e
mai risolte. Peccato anche, però, che i neoborbonici non cerchino (solo)
"fuori" i colpevoli delle questioni meridionali denunciando da circa 30
anni le colpe delle classi dirigenti padane e anche di quelle nostrane
(loro complici) in un sistema di convenienze reciproche ma personali che
dura da 150 anni (come sottolineava P. Macry nel 2011). Peccato,
infine, che i neoborbonici non inseguano secessioni: le secessioni (per
diritti, servizi o lavoro) sono già in atto dal 1860 tra le due Italie e
nei prossimi mesi saranno ratificate definitivamente con le "secessioni
dei ricchi" camuffate da "regionalismi differenziati" in corso d'opera
al Nord mentre l'articolista si preoccupa dei neoborbonici... Prof. Gennaro De Crescenzo
Presidente Movimento Neoborbonico
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