IL "PARLAMENTO" DELLE DUE SICILIE: PAGINA INTERA SU "IL MATTINO". UN MOVIMENTO CIVICO-CULTURALE PER IL SUD (OSSERVATORIO E LABORATORIO MERIDIONALISTA). "BASTA ATTENDISMI: È L'ORA DELLA BATTAGLIA PER IL SUD". OLTRE 150 PERSONE (TANTI I GIOVANI): RIUNITA A NAPOLI LA GALASSIA DI SIGLE. Solo una premessa: i neoborbonici non sono stati "sedotti dalla politica" ma hanno
sempre fatto Politica
(quella con la P maiuscola, non quella dei partiti, dei compromessi o delle scorciatoie ma quella
della storia e della cultura e della formazione di classi dirigenti da
150 anni poco "neoborboniche" e quindi poco legate al loro territorio
con le conseguenze drammatiche che sappiamo).
Sintesi dell'articolo: "Qui non c'è più tempo, ci vuole il partito
neoborbonico che riscatti le Due Sicilie... Lo dicono sottovoce, nella
riunione del Parlamento del Sud, che sotto la bandiera bianca dei fasti
di Ferdinando II, si è riunito ieri nell'austera, quasi imbarazzata,
aula dell'ex convento di Santa Maria la Nova. Lo dicono senza fanatismi,
con uno sforzo di ragionamento. Ma il senso è quello: si deve fare una
lista unica dei neoborbonici e buttarsi subito nella mischia... pochi
simboli della nostalgia, nessun folclore... A illustrare il piano per la
conquista della politica, ci pensa, nel suo intervento, Andrea
Tamburelli Lanzara con tanto di slide che scorrono faticosamente su un
piccolo schermo da vecchio proiettore casalingo. C'è il Parlamento delle
Due Sicilie: tutti, compilando un modulo, possono farne parte. Ci sono
tredici commissioni tematiche, dall'economia alla sanità, dagli
esteri... ai Sedili di Napoli. C'è un Gran consiglio, una sorta di
direttorio, anzi di Consiglio di amministrazione precisa l'oratore -, ci
sono le Camere provinciali e c'è un ufficio di coordinamento. Questa la
struttura del nuovo partito. Ora, però, bisogna riempirlo. E dalla
tribuna, succedendosi al ritmo di cinque minuti ciascuno, tutti hanno
voglia di parlare. Partono in venti, già iscritti prima ancora di
cominciare. «Ne ha facoltà», dice, dando la parola il presidente di
turno. «Lo abbiamo definito Parlamento si schernisce Gennaro De
Crescenzo, presidente del Movimento neoborbonico ma potremmo parlare di
Osservatorio delle politiche nazionali sul Meridione e di Laboratorio di
idee». Poi, però, si dilunga su Ferdinando II e gli occhi si
illuminano: il re del popolo, che si tagliò le spese di corte, dimezzò
le tasse, faceva 50 udienze al giorno, parlava in napoletano e sul letto
di morte aveva rosari, corone e immagini sacre, proprio come in un
basso dei Quartieri. Immancabile, la prima ferrovia (altro che spasso
del Re, fu una rivoluzione) e l'idea di un giallo sulla morte di
Ferdinando II, avvenuta nel 1859 e, guarda caso, subito dopo arriva
l'Unità d'Italia. «Dobbiamo fare luce dice De Crescenzo su quello che al
Sud non si fa, in termini di politiche pubbliche, e su quello che si
fa, in termini di capacità e forza di popolo». Arriva anche il messaggio
di Pino Aprile, l'autore di Terroni, che doveva essere presente ma dice
di «essere deportato ad Aosta», per alcuni impegni professionali. Il
dibattito si infiamma subito con Fiore Marro: «Basta divisioni, siamo
una sola famiglia. Dobbiamo avanzare uniti verso una nostra proposta
politica». Gli fa eco Augusto Forges Davanzati: «Il partito più grande
del Sud è l'astensionismo. C'è un grande vuoto di classe dirigente.
Possiamo esserlo noi ma dobbiamo essere credibili e coesi. Prima
battaglia contro l'autonomia differenziata di Salvini». «È venuto il
momento del cambiamento si esalta Geppy Romeo Da vent'anni facciamo
battaglie culturali. Che soddisfazione vedere oggi esposte le nostre
bandiere. Ma dobbiamo passare all'azione». Enzo Maiorana, anziano medico
siciliano che vive a Roma chiede a gran voce di riscattare il Sud,
«prima che io passi a miglior vita». «Siamo lenti - aggiunge -, troppo
lenti. Eppure in platea non vedo disoccupati né sfaccendati. Vedo
persone istruite, serie. Chiamiamo i nostri amici, diamoci da fare».
Altro che social network, l'idea è la vecchia agendina telefonica. «Io e
mia moglie dice Salvatore Argenio gestiamo un negozio che non si trova
in Italia ma nel Regno delle Due Sicilie. Ci siamo stancati di votare
partiti che non ci rappresentano. Ci dobbiamo muovere, prima che i
settentrionali guidati da Salvini si vengano a prendere anche quel poco
che ci è rimasto». Intanto i moduli per le autocandidature al Parlamento
si accatastano sul tavolo. In platea siedono con disciplina almeno 150
persone. C'è una sola bandiera neoborbonica, appoggiata su un podio
laterale. Sempre di lato c'è un tabellone che ricorda il 2019 come anno
Ferdinandeo (160 anni dalla morte di Ferdinando II). Un piccolo
banchetto con i libri, nessun gadget, niente musiche popolari, nessuna
concessione allo show". ARTICOLO COMPLETO SU "IL MATTINO" DEL 2/6/19
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