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LETTERA RI-APERTA A EMANUELE FILIBERTO DI SAVOIA (IL MATTINO) CON (DIVERTENTE) BOTTA E RISPOSTA PDF Stampa E-mail
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LETTERA RI-APERTA A EMANUELE FILIBERTO DI SAVOIA (PUBBLICATA SU "IL MATTINO" DEL 6/5/19) CON (DIVERTENTE) BOTTA E RISPOSTA. Caro Emanuele Filiberto, nonostante il momento che qui a Napoli dovrebbe essere dedicato solo al silenzio e alla preghiera, la sua intervista in prima pagina sul Mattino e le sue risposte mi costringono a ri-scriverle alcune cose. In sintesi: 1) se lei ancora
gira in Italia e all'estero e la intervistano o se anche qualche nobile locale (pochi, per la verità) la segue è solo perché lei porta quel cognome e rappresenta un passato ma quel passato (oneri e onori) per noi Napoletani e per noi meridionali significa invasione, saccheggi e massacri. 2) Lasci perdere Posillipo e la Nunziatella e anche gli allievi storici: quel Pisacane che "si ribellò ai Borboni" (Borbone, per cortesia) per le leggi del tempo era un criminale che, respinto dallo stesso popolo che avrebbe voluto "liberare", voleva la testa di un legittimo Re (e lei che si dice monarchico dovrebbe saperlo). 3) Se alla sua famiglia hanno tolto Villa Rosebery, la sua famiglia tolse ai Borbone ville, regge, soldi personali e un regno e ai suoi popoli la vita (centinaia di migliaia tra i cosiddetti "briganti"), banche, fabbriche e speranze. 4) Non si commuova guardando quei "giovani del Sud che partono": hanno iniziato a farlo proprio da quando la sua dinastia è arrivata al Sud senza smettere mai per 150 anni. 5) È vero che è "inaccettabile una sparatoria in centro e non è che altrove siano messi meglio" ma camorre&mafie diventarono organiche allo Stato proprio nel 1860 e da allora non ce ne siamo più liberati. 5) Apprezziamo il suo affetto per Napoli ma lasci perdere la politica o i partiti monarchici: non si faccia ingannare da qualcuno (pochi, per la verità) che le chiede un selfie (lei è pur sempre un personaggio televisivo) e da notizie ormai superate: se da queste parti oltre 70 anni fa votarono per la monarchia fu perché i meridionali erano monarchici da otto secoli e perché nessuno sapeva ancora quello che la sua dinastia aveva fatto a Napoli e al Sud e ora, invece, siamo in tanti a saperlo e a suggerire rispettosamente al suo discendente di continuare magari le sue attività imprenditoriali finalizzate a diffondere i prodotti gastronomici italiani sui furgoni in America.
Prof. Gennaro De Crescenzo
Movimento Neoborbonico

BOTTA E RISPOSTA (DIVERTENTE) CON EMANUELE FILIBERTO DI SAVOIA. Dopo il mio articolo sul Mattino in cui lo invitavo a evitare Napoli e la politica, Emanuele Filiberto (forse poco felice per l'articolo) mi ha risposto sulla sua pagina e io, ovviamente, ho controrisposto...
"Gentile Emanuele Filiberto (ammesso che sia lei a rispondere su questa pagina, visto che riscontro, purtroppo, diversi errori grammaticali nei suoi post), forse non ha letto il mio articolo sul Mattino di oggi: la ringrazio per l'affetto per Napoli e, visto che lei non ha parlato solo di beneficenza ma anche di politica e di storia, le ho ricordato cosa ha rappresentato e cosa rappresenta dal punto di vista storico e politico la sua dinastia al Sud. Qui nessuno "offende l'identità nazionale": l'identità nazionale la offese chi invase, saccheggiò e massacrò il Sud e la offende chi ancora lo nega e dimentica che esistono da 150 anni due Italie, quella del Sud con la metà dei diritti dell'altra. Altro che "piangersi a dosso". Memoria Orgoglio e Riscatto per il futuro dei nostri giovani. Tutto qui. Saluti".
Prof. Gennaro De Crescenzo
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