SOLIDARIETÀ DUOSICILIANA (CON TROPPI "SCIACALLI") |
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SOLIDARIETÀ DUOSICILIANA (CON TROPPI "SCIACALLI"). Prima di pubblicare foto e video della bellissima serata di sabato per i nostri 25 anni neoborbonici, il nostro pensiero e le nostre preghiere non possono non andare alle vittime delle tempeste in Sicilia e nel resto dell'Italia con qualche riflessione. I giornali e le tv nazionali (e anche
locali, Mattino
incluso) in questi giorni hanno fatto a gara ad associare le vittime
siciliane ad una espressione: "abusi edilizi". Vecchia storia: prima di
recuperare i corpi di quelle povere vittime (bambini inclusi),
cancellando il tempo da dedicare al dolore o alla preghiera, qui al Sud
arrivano telecamere e giudici a sparare sentenze definitive che si
sintetizzano in genere in un solo modo: "è colpa loro". A Palermo oggi,
come a Ischia o a Messina qualche anno fa. No, non è vittimismo: quella è
l'accusa di chi si sente in colpa o è proprio colpevole se
quell'ordine, in Veneto o in Trentino, magari, viene seguito e
rispettato (dolore/solidarietà/inchieste/punizioni se le case siciliane
come quelle venete non dovevano stare lì). E tutto questo potrebbe
essere secondario se non diventasse roba concreta, politica e aiuti veri
alle vittime (senza parlare dei"ritardi" negli spot per le donazioni).
Da 150 anni lo stesso schema, allora: tutta colpa del Sud se il Sud sta
male e non vale neanche la pena aiutare quelli che "costruiscono case
abusive, vanno in giro senza casco, non timbrano i cartellini"
ecc.ecc.ecc. (vero Giletti/D'urso/Vespa/Abete ecc.ecc.ecc.?). E ha
ragione Pino Aprile con il suo nuovo libro: "L'Italia è finita". E io
avrei aggiunto un altro sottotitolo: "Forse non è mai nata". Gennaro De Crescenzo
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