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IL MATTINO, IL GRANDE MASSIMO TROISI E LE SOLITE “PAROLINE” SUI BORBONE… PDF Stampa E-mail

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IL MATTINO, IL GRANDE MASSIMO TROISI E LE SOLITE “PAROLINE” SUI BORBONE… Nell’articolo firmato da Vittorio Del Tufo sul Mattino qualche giorno fa (“La regina stregata…”) si leggono diverse affermazioni non del tutto corrette e coerenti sia con la verità storica che con la capacità di approfondimento che in genere Del Tufo inserisce nei suoi
articoli. In una sua famosa scena, il grande Massimo Troisi si lamentava del fatto che a Napoli non esiste il lavoro e basta ma sempre il lavoro accompagnato da qualche “parolina” (quello “nero”, “a cottimo”, “minorile” ecc.). Lo schema è simile a quello applicato quando si parla dei Borbone: non se ne parla mai con notizie storiche e basta ma sempre con qualche “leggenda” e qualche aneddoto e quasi sempre in negativo. Così, allora, anche per parlare della “Reginella Santa”, Maria Cristina, si definisce il marito Ferdinando II “rozzo, volgare, menzognero e beffardo” e lo si ricorda come l’autore del famoso scherzo della sedia che sarebbe stata sottratta alla moglie mentre si sedeva (aneddoto che fu un probabile frutto di invenzioni della propaganda liberale del tempo). E così si arriva addirittura a citare una leggenda definita “perfida” (ma ugualmente citata in un articolo di poche righe) a proposito di ipotetici e del tutto impensabili “amori” della Regina-assassina nella grotta di Capodimonte… Insomma: le solite “paroline” e le solite fonti (in testa Ghirelli che a sua volta citava il liberale De Cesare che a sua volta citava l’antiborbonico Settembrini che più volte, tra l’altro, smentì se stesso e gran parte delle storie che aveva raccontato). Nessun accenno, ovviamente, allo stesso Croce che, pur non essendo “neoborbonico”, smentì la tesi della regina triste e vittima di Ferdinando (distrutto dal dolore dopo la morte della moglie), nessuna notizia delle lettere di Maria Cristina a parenti e amici ai quali confidava il suo amore per il marito e la sua felicità e, ovviamente, meno che mai notizie relative alle scelte politiche ed economiche di Ferdinando che (anche durante gli anni del matrimonio con Maria Cristina) fece crescere l’economia, le finanze, la tecnologia, i commerci, le industrie della Capitale e dell’intero Regno. Un solo dato: negli ultimi anni gli articoli come quelli che stiamo commentando non sono più numerosi come una volta e si sta affermando con successo un racconto più documentato e più rispettoso della nostra storia e questa, dopo 150 anni, è una buona notizia non solo dal punto di vista culturale.  
Prof. Gennaro De Crescenzo  

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