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Associazione culturale Neoborbonica
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GARIBALDI FU.... COLPITO PDF Stampa E-mail

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GARIBALDI FU.... COLPITO. Fatta eccezione per qualche giornale on-line, la stampa di regime ha ignorato o relegato nelle pagine locali la notizia del “ferimento” di Garibaldi al Pincio, il colle di Roma infestato da numerosi simboli della massoneria. Probabilmente hanno ritenuto non diffondere la notizia per evitare commenti irriguardosi o osservazioni pungenti sul
curioso accaduto. La questione per noi invece è chiara per vari aspetti. Infatti chi sa cogliere il vero significato di certe vicende, di sicuro non ha pensato ad una semplice casualità, considerate le molteplici ed incredibili combinazioni. Ma ecco i fatti. La notte tra il 6 ed il 7 settembre, alle ore 05.20 un fulmine colpiva la statua equestre bronzea di Garibaldi posta sul Gianicolo a Roma. La scarica elettrica si abbatteva sulla testa della statua per poi uscire dalla base del piedistallo demolendo una delle lapidi più significative che sostiene i motti ed i simboli massonici e bruciacchiando qua e là il resto del condottiero. Analizzando l’accaduto, si hanno i seguenti elementi. Fu giusto il 7 settembre del 1860 che Garibaldi fece il suo ingresso a Napoli accolto dalla camorra, dopo essere stato scortato dalla mafia prima e dalla ndrangheta dopo fino a Salerno. Come si dice in gergo militare “fu un nomale e tranquillo passaggio di consegne”. La notte dell’accaduto su Roma non c’era un vero e proprio temporale, diciamo pure che in passato c’è stato di peggio. Infatti un solo fulmine è scoccato ed è stato giusto quello che è caduto sulla testa al generale a cavallo (ma tutti ben sappiamo che a cavallo non poteva andare). Altro elemento non trascurabile è che là intorno ci sono ben altri punti di scarica per un fulmine, sicuramente molto più appetibili ed attrezzati della statua del nizzardo: la Cupola di S. Pietro, molto più alta; Castel Sant’Angelo, addirittura dotato di un parafulmine radioattivo (1 km di copertura); l’Ospedale Bambin Gesù ecc..
“Anche la natura quando ci si mette riesce a mostrarsi neoborbonica”, avrebbe sicuramente osservato qualche nota testata giacobina che non si lascia mai perdere l’occasione per esternare la sua sottile perfidia. Però l’ordine era di tacere l’accaduto e, pertanto, niente cattiverie, neppure contro i neoborbonici. Ma andiamo avanti. Analizzando l’impatto elettrico, secondo alcune indiscrezioni da parte di chi ha fatto un primo rilievo del Garibaldi colpito dal fulmine neoborbonico, sembra che la scarica abbia fuso parte del copricapo e “i lobi auricolari” dell’eroe, abbia disintegrato un collare massonico che il nizzardo portava sulla giubba da condottiero, e lesionato la base in travertino sulla quale poggiano le zampe del cavallo (purtroppo non bianco).
Evidentemente “l’autore” del fulmine conosce bene la storia delle orecchie di Garibaldi e, per questione di autenticità storica,  ha ritenuto rimettere ogni cosa al suo posto.
Dopo un’attenta verifica dei danni, anche grazie all’ausilio dei Vigili del Fuoco, sempre le solite fonti indiscrete informano che è stato aperto un fascicolo a carico di ignoti per danneggiamento di monumento (massonico) e procurato pericolo per la pubblica incolumità. Restano i dubbi su come eventualmente notificare gli avvisi di garanzia alle forze celesti (neoborboniche?) responsabili della saetta demolitrice. Ma, ci assicurano, che si stanno attrezzando anche per questa probabile evenienza. Nel frattempo il Grande Oriente d’Italia si è prontamente offerto per sovvenzionare la riparazione del danno, compreso e soprattutto il ripristino dei loro “sacri simboli” (collare, squadra e compasso, lobi auricolari ecc.).
Intanto a Napoli si sono costituite delle comunità trasversali di preghiera, con l’insano intento di indurre l’autore del colpo romano a replicare su Napoli dove, oltre a quella di Garibaldi, altre tetre e minacciose statue massoniche inquinano il panorama e le menti napoletane. Negli ambienti meridionalisti circola la notizia che tra gli “imploranti” più facinorosi ci sia chi abbia minacciato il Santo napoletano di provvedere immediatamente a fulminare anche la statua napoletana di don Peppino ‘u mariuolo, annunciando il cambio immediato di patrono in caso del mancato accoglimento. Anche in questo caso, essendoci gli estremi penali per “istigazione al miracolo distruttivo”, probabilmente sarà aperto un fascicolo di inchiesta. Non ci resta che attendere gli sviluppi delle indagini e delle prossime fulminazioni neoborboniche.
Cap. Alessandro Romano

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