PRESENTAZIONE A NAPOLI DI "THE ARMY OF THE KINGDOM OF THE TWO SICILIES", EDIZIONE IN INGLESE della storia dell'esercito borbonico dell'ammiraglio Mario Montalto, lunedì 10 settembre alle 19 presso la sede della Fondazione Il Giglio a Napoli, via Crispi 36a, con
l'autore, Marina Carrese
e Gennaro De Crescenzo. Una scelta editoriale (anche in e-book su
Amazon) importante e inedita per chi (anche all'estero) ama la nostra
storia... Nell’ottobre 2005 usciva
“L’Esercito
delle Due Sicilie”, di Mario Montalto. Il libro, una concisa ma
completa storia dell’Esercito borbonico, da Carlo di Borbone alla
capitolazione di Gaeta, inaugurava la collana “Le Sensiglie”,
dell’Editoriale Il Giglio, una collana di piccoli ed essenziali libri,
arricchiti da un inserto centrale di otto immagini, sulle istituzioni
del Regno delle Due Sicilie. Negli anni la collana si è arricchita di
altri saggi dello stesso ammiraglio Montalto [La Marina delle Due
Sicilie (2007), I Cacciatori Napoletani (2009), L’aggressione militare
al Regno delle Due Sicilie (2015)] e di Lucio Militano [Le Ferrovie
delle Due Sicilie (2013), La Marina Mercantile delle Due Sicilie
(2017)]. Oggi “L’Esercito delle Due Sicilie” è uscito nella traduzione
inglese (“The Army of the Kingdom of the Two Sicilies”, Editoriale il
Giglio, Napoli 2018, traduzione di Beatrice Toniolo, pp. 40 con 8
illustrazioni a colori fuori testo, € 10,00) ed è disponibile anche in
eBook sulla piattaforma Amazon.it (€ 5.97) ed Amazon.com ($ 7). “The
Army of The Kingdom of the Two Sicilies” verrà presentato ai soci ed
agli amici della Fondazione Il Giglio lunedì 10 Settembre, alle 19:00,
da Marina Carrese, presidente della Fondazione Il Giglio, e dal prof.
Gennaro De Crescenzo, presidente del Movimento Neoborbonico. Sarà
presente l’autore.
Le sensiglie erano bandiere reggimentali appartenenti ai Tercios della Napoli ispanica. Riadottate
dalla fanteria dell’Esercito delle Due Sicilie, erano segni distintivi
dei tre battaglioni reggimentali. Con questa nuova collana, che presenta
testi facilmente fruibili che mettono a disposizione del lettore
informazioni altrimenti disperse e difficilmente reperibili, Il Giglio
vuole raccogliere la forza simbolica degli antichi stendardi militari
per difendere, con lo stesso spirito, la memoria storica delle Due
Sicilie. Il volume che
inaugura la collana è dedicato all’Esercito delle Due Sicilie ed è stato
scritto dal contrammiraglio Mario Montalto, esperto di storia militare e
collaboratore della rivista L’Alfiere. Il
testo ricapitola la storia delle formazioni militari borboniche, da re
Carlo a Francesco II, e rievoca gli episodi in cui fu più evidente il
valore dei soldati napoletani. Il
contesto. Tra le mille leggende nere sul Regno delle Due Sicilie che si
diffusero dopo l’unificazione d’Italia, una delle più durature e,
diciamolo, delle più offensive per i Napoletani fu quella sull’esercito
di Franceschiello. La definizione, dal chiaro intento caricaturale,
voleva evocare l’idea di un esercito formato da soldati infingardi,
tutt’altro che ardimentosi e comandati da incapaci. Ovviamente era
falso, ma i piemontesi ebbero gioco facile ad imporre la loro opinione,
sia perché sono i vincitori a scrivere la storia, ed i manuali
scolastici potremmo aggiungere, sia perché la guerra di occupazione
l’avevano vinta. Per capire quanto le loro accuse fossero ingiuste,
basta pensare che la Real Accademia Militare Nunziatella, nata nel 1787,
è ancora oggi una delle più prestigiose scuole militari. Arricchito da 8
bellissime immagini a colori tratte dallo storico volume di Antonio
Zezon, il testo ripercorre le tappe fondamentali della costituzione e
del continuo sviluppo dell’esercito borbonico, a partire dal re Carlo
fino a Francesco II, e rievoca gli episodi in cui più evidente fu il
valore e l’onore militare dei Napoletani. L’autore prendendo in esame le
tecniche di addestramento dei soldati, la composizione dell’armamento e
le scelte tattiche operate in battaglia, arriva alla conclusione che:
«L’Esercito borbonico era ben organizzato, addestrato ed armato, fornito
di una dottrina militare moderna, di un’ottima organizzazione
logistica. Era uno strumento militare estremamente valido ed
autosufficiente». Se nel 1860 i piemontesi poterono vincere la guerra,
non fu per incapacità o per negligenza dei soldati napoletani, ma solo
per «la corrosione ideologica che influenzò i quadri alti e medio alti».
Probabilmente, i piemontesi parlando di esercito di Franceschiello
avevano in mente non i valorosi soldati napoletani ma quegli ufficiali
che essi stessi avevano corrotto, quelli che tradirono la Patria passando dalla parte di chi, poi, li disprezzò.
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