“SAVOIA BOIA. L’ITALIA UNITA COME NON CE L’HANNO RACCONTATA”, IL NUOVO LIBRO DI LORENZO DEL BOCA. “Savoia boia. L’Italia unita come non ce l’hanno raccontata” è
il titolo (come al
solito) chiarissimo ed efficace del nuovo libro di Lorenzo Del Boca.
Dopo il successo di “Maledetti Savoia”, “Indietro Savoia” o “Il sangue
dei terroni”, Del Boca torna sui temi
relativi alla storia del cosiddetto “risorgimento”. E lo fa a modo suo:
in maniera diretta, senza compromessi e senza retorica perché (come
scrive Pino Aprile nella prefazione) “gli uomini non sono perfetti e la
storia è un posto pieno di porcherie e di uomini imperfetti, idealisti,
delinquenti, opportunisti, eroi e ladri”. Ed è così che Del Boca “ci
aiuta a essere italiani adulti e consapevoli” visto che oltre 150 anni
di storie a prevalenza retorico-risorgimentalista non sono serviti
(com’è evidente se diamo un occhio in giro da Trapani a Trento) a creare
italiani “adulti e consapevoli”. E’ proprio questa, forse, la sfida di
scrittori come Del Boca e dei cosiddetti “revisionisti”, una sfida che
non vuole “spaccare l’Italia” (l’accusa più frequente) ma al contrario
unirla magari nella verità, nella reciproca conoscenza, nel reciproco
rispetto, magari in un nuovo patto tra “terroni” e “padani” onesti (Del
Boca è piemontese ed è stato tra i primi a raccontare la verità storica
più e meglio di tanti scrittori meridionali). Qualcuno, del resto, può
negare che l’Italia tutta sia “un Paese infelice, incompiuto, viziato
da mali endemici quali la corruzione e il familismo, con una classe
politica imbelle e un'elite economico-finanziaria di affaristi senza
scrupoli”? Ecco, allora, le storie di “politici corrotti, ufficiali
mestatori, traffichini di regime, burocrati inefficienti e magistrati
faziosi, molti dei quali celebrati come Padri della Patria”. Chi si
avvicina con la curiosità del giornalista e le capacità dello scrittore a
certe storie non può non sentirsi “indignato, scosso e offeso” e non
può non rendersi conto del fatto “che le bugie di allora diventarono
scienza nei nostri libri” o del fatto che i libri della storia
“ufficiale” sono infarciti di “untuose e reciproche citazioni” con dei
colossali, pigri e colpevoli “copiaeincolla” (oggi, grazie ai pc, ancora
più facili da realizzare). Non può non raccontare la verità sulla vita
(anche privata) di Carlo Alberto e Vittorio Emanuele II, su quella
fortezza-lager di Fenestrelle che ospitò migliaia di soldati meridionali
ma non era un albergo a cinque stelle, sui miti inventati di re e
regine “generosi, liberi e liberali” e su quelli altrettanto inventati
di re “negazioni di Dio” passando, in un piccolo viaggio dalle origini
della dinastia sabauda all’unificazione e alle sue conseguenze, per le
condanne a morte eseguite dai “savoia-boia” ma stranamente dimenticate,
per le vere ragioni della guerra di Crimea e per le testimonianze di
agenti segreti sabaudi come Curletti, per quei “combattimenti tra le
lenzuola” (spesso più importanti di quelli in campo aperto e con i
fucili), per “gli ultimi giorni dei Borbone” e le falsità di Gladstone,
per quel “lavoro sporco” affidato a quel “babbeo” di Garibaldi
(definizione non di Del Boca ma di un osservatore straniero), per i
soldi inglesi e per i picciotti (i veri protagonisti delle vittoriose
spedizioni “da Quarto a Marsala”), per Bronte e per i misteriosi
affondamenti delle navi con i “conti del risorgimento”, per “l’orgoglio e
la dignità” di Francesco II di Borbone e Maria Sofia a Gaeta, per le
vergogne dei massacri dei cosiddetti “briganti” e per gli scandali della
Banca Romana. Insomma: “un bagaglio di storture destinato a influenzare
la storia italiana per molto tempo, fino ad oggi” (è la felice sintesi
conclusiva del libro). Un libro da leggere, allora, con un’avvertenza:
si tratta di un libro che si legge, come capita sempre con i libri di
Del Boca, con leggerezza e con piacere grazie alla consueta dose di
ironia e di fonti inoppugnabili. Per raccontare la storia non è
necessario scrivere libri pesanti e illeggibili, i due aggettivi che
spesso ci tornano in mente leggendo i libri degli storici “ufficiali”,
gli stessi che attaccano e attaccheranno anche “Savoia boia”.
Inutilmente… Gennaro De Crescenzo |