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SUL TRONO E SUL RISPETTO DEI BORBONE DI OGGI PDF Stampa E-mail



E’ giunta il redazione la bellissima ed a tratti commovente nota del Cav. Luigi Cobianchi, discendente del grande Giacinto de’ Sivo uno dei più importanti e coraggiosi scrittori della nostra storia.La lettera des crive una vicenda che, nella sua semplicità, è un segnale forte che ci fa comprendere l’alto valore etico del Trono dei nostri Padri e, nello stesso tempo,



mostra il rigore con il quale viene port ata avanti la delicata missione di riscatto morale del nostro Popolo, affidata dal Signore e dalla Storia al Simbolo vivente della nostra Identità, S.A.R. il Principe Carlo di Borbone.Buona lettura.Cap. Alessandro Romano.
Gentilissimo Capitano,non potevo esimermi dall’esprimerLe il più vivo apprezzamento per l’articolo, a Sua firma, dal titolo “La Questione del Trono Violato”. Al riguardo, certo di fare cosa gradita a Lei ed ai Suoi Lettori, ritengo opportuno parteciparLe un episodio di cui fu protagonista l’augusto Capo della Real Casa di Borbone delle Due Sicilie, S.A.R. il Principe Reale don Carlo, Duca di Castro, del quale fui spettatore “privilegiato”.
Il 22 Giugno 2012, le LL.AA.RR. i Duchi di Castro, sempre attentissimi a cogliere ogni occasione utile a dare meritato lustro alla nostra “Piccola Patria Napoletana” e alle eccellenze del Suo territorio - che troppo spesso passa ai “disonori delle cronache” per fatti meschini, grazie alla “zelante” opera degli “irriducibili” di una certa, sempre più isolata, stampa faziosa - intesero concedere un dono (l’ennesimo) al Loro Regno - che il mio prozio Giacinto de’ Sivo definì “il sorriso del Signore” - facendo convenire, a Loro cura (e spese), un’intera troupe di “Point de Vue” - una delle riviste patinate più importanti al mondo - alla Reggia di Caserta, per realizzare un servizio fotografico che ne mostrasse la bellezza e l’unicità, ad un pubblico quanto più vasto possibile.
Nell’occasione, le LL.AA.RR. erano accompagnate anche dalla fotografa ufficiale di Sua Maestà Britannica, la quale aveva il precipuo compito di catturare, con la sua impareggiabile maestria, gli attimi più significativi di quella visita, i momenti più struggenti che il Palazzo Reale, con i suoi giardini ed i magnifici giochi d’acqua, sa regalare.All’epoca dei fatti, da Consigliere in carica del Capoluogo, ebbi il privilegio di accogliere e scortare - per gli storici legami che ci uniscono, piuttosto che per il (piccolo) ruolo istituzionale da me, allora, ricoperto - le LL.AA.RR. i Duchi di Castro - unitamente a S.A.R. la Principessa Reale Maria Carolina e a S.A.R. la Principessa Reale Maria Chiara - in quella visita alla Reggia, assolutamente privata.Ebbene, dopo aver varcato il Vestibolo d’Onore e percorso lo scalone, giunti alla Sala del Trono, attraverso i sontuosi, sfavillanti saloni che l’anticipano, si verificò l’episodio di cui accennavo, che tanto ha da insegnare a chi, con tanta, rozza faciloneria ha violato un simbolo storico (oltre che un bene tutelato, come ogni arredo contenuto in un immobile vincolato): i fotografi presenti chiesero ingenuamente, semplicemente, al Principe don Carlo di farsi ritrarre seduto sul Trono dei Suoi avi, evidentemente apparendo loro più che legittimo che l’erede al trono di una Dinastia – Lui sì – lo facesse.S.A.R. il Duca di Castro che, fino a quel momento, era stato quanto mai disponibile con giornalisti e reporter, per un attimo si rabbuiò e, senza mai perdere il Suo impareggiabile charme, ma con fermezza, esclamò: “Mai. Il Trono è una cosa seria!”.Dopodiché con quella classe che ricapitola egregiamente in Lui, oserei dire “ontoge neticamente”, la filogenesi della Sua stirpe, si pose alla sinistra del Trono dei Suoi Avi – dandovi, quindi, la destra - e, solo in quella guisa, concesse di essere immortalato, unitamente a S.A.R. la Principessa donna Camilla, Duchessa di Castro.Di fronte a quella scena così carica di significati e al fine di conservarne - e, all’occorrenza, di poterne tramandare - la memoria, chiesi e graziosamente ottenni dalle LL.AA.RR. di poter anche io fotografare quel momento; ed oggi ritengo quanto mai opportuno condividere con Lei, i Suoi Lettori, ma soprattut to, per Suo tramite, con le “usurpatrici” di cui ci ha narrato le “gesta” - che, spero, avranno modo di riflettere una volta di più - quello scatto inedito (chiedendo venia per la qualità dell’immagine).Con l’occasione  invio a Lei e a tutta la Redazione della “Rete di Informazione del Regno delle Due Sicilie – Notiziario Telematico Legittimista” – che leggo sempre con piacere - i saluti più cordiali, uniti ai più vivi complimenti per la preziosa opera a vantaggio della nostra Terra e della verità storica che, da anni, portate avanti con tenacia e competenza.Luigi Cobianchi (FONTE: RETE DI INFORMAZIONE DELLE DUE SICILIE)
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