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PAGANI: SERATA PER MARIA SOFIA, ULTIMA REGINA DELLE DUE SICILIE PDF Stampa E-mail

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SABATO 12 MAGGIO, ore 19, Casa Tipaldi, via (purtroppo) garibaldi 35, Pagani (Salerno) serata dedicata a Maria Sofia, ultima Regina delle Due Sicilie. Introduzione di Gerardo Tipaldi, interventi di Gennaro De Crescenzo e Mariolina Spadaro. “Maria Sofia di Wittelsbach, eroina di Gaeta, Giovanna d’Arco delle Due Sicilie”: saranno
 eseguiti Brani scelti di musica classica napoletana (’700 -’800) sotto la direzione del Maestro Antonio Saturno. Per l'occasione, nella Sala con arredo ottocentesco, esposizione del pianoforte a doppia coda, prodotto a Napoli nel 1850 dalla Ditta F.lli Merchione, chiusa con l'arrivo dei piemontesi; esposizione delle cartine geografiche del Reame di Napoli del Magini (1620) autenticate dal Direttore della Biblioteca Nazionale di Napoli e di due famosi libri:  "Il Regno delle Due SicilieDescritto ed Illustrato" di Filippo Cirelli (stampa 1853), "Colpo d'Occhio sulle Condizioni del Reame delle Due Sicilie nel corso dell'anno 1862"  di Francesco Durelli (stampa 1853).
 
La futura Regina di Napoli, divenuto Regno delle Due Sicilie nel 1816, Maria Sofia nacque in Baviera il 4 ottobre 1841 dalla Nobilissima Famiglia dei Principi Wittelsbach, lontana parente degli Hoenstaufen: Corradino di Svevia, nipote di Federico II, meglio conosciuto come “Stupor Mundi”. Trascorse la giovinezza in Baviera, dove era nata. Dal padre ereditò l'amore per la natura, per la caccia, per i cavalli, i cani e i pappagalli. Era di carattere aperto, pronta a familiarizzare con le persone più umili, indipendente e anticonformista, amava l'equitazione, la fotografia. Maria Sofia aveva la bellezza e il fascino; l’andatura, la voce, lo sguardo, il coraggio, la fierezza, la classe, portamento aristocratico e maniere gentili. Alta, sottile, slanciata, con superbi capelli bruni che, talvolta, lasciava cadere sulle spalle, avrebbe meritato di essere dipinta da Van Dick, fu l’ultima Regina di Napoli. Maria Sofia, come già detto, era molto bella, il corpo alto e snello, gli occhi ridenti, i lunghi capelli neri, l'espressione dolce e anticonformista. La sua bellezza e la sua personalità conquistarono il Popolo Meridionale e, Francesco, soggiogato dal suo fascino, le lasciava ampia libertà. Dopo la morte di Ferdinando II, Maria Sofia, il 22 maggio 1859 si ritrovò Regina a 18 anni, accanto ad un Re ventitreenne, Francesco II di Borbone. Ma presto la liberal-massoneria, sotto la guida dei Savoia, scomunicati dal Sommo Pontefice, Beato Pio IX, nel \1854, protetti dall’Inghilterra politicamente e militarmente, organizzarono l’invasione, l’occupazione e il saccheggio dello Storico Regno del Sud, nato la notte di Natale del 1130, senza risparmio di violenze inaudite, ricordate come il genocidio del Popolo del Sud, servendosi di una masnada di miglia e migliaia di delinquenti, al pari dei lanzichenecchi nel “Sacco di Roma” del 1527, guidati dal mercenario e delinquente Giuseppe Garibaldi, senza dichiarazione di guerra e, quindi, “Violazione del Diritto Internazionale”. La fiera Regina e il Re decisero di organizzare l’ultima resistenza a Gaeta. A Gaeta Maria Sofia, appena 20enne, entrò, con ancor più decisione, nella dimensione politica e militare. Sprezzante del pericolo, stette, da Regina e Amazzone, accanto al suo consorte, Re Francesco II, vicino ai soldati sulle mura della Roccaforte della Città, assediata da terra e da mare da soverchianti forze nemiche, ingrossate da traditori e da migliaia e migliaia di delinquenti, pagati profumatamente con il ricavo di saccheggi e rapine, sfidando, con fierezza, i mortali colpi della moderna artiglieria ad anima rigata, fornita dai Francesi ai Piemontesi, tanto da meritare l’appellativo di: “Eroina di Gaeta”, e di “Giovanna D’Arco delle Due Sicilie”. Incoraggiò fortemente i soldati napoletani, rimasti fedeli alla Corona, a combattere fino all’estremo sacrificio. Ai soldati si unirono le popolazioni di Gaeta, Mola, oggi Formia, i Paesi del circondario e i giovanissimi cadetti della “Scuola Militare Nunziatella”, che preferirono morire per il loro Re. Il più giovane aveva undici anni e il più anziano ne aveva 25. Dall’esilio di Roma, Maria Sofia ebbe a dire: “Piuttosto che stare qui, amerei morire in Abruzzo, in mezzo a quei bravi soldati combattenti”, riferendosi alla Fortezza di Civitella del Tronto, ultima Roccaforte del Reame delle Due Sicilie.
Gerardo Tipaldi
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