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MAGGIO, ALTRO CHE “FESTE DEI LAVORATORI”: LA GIORNATA DEI DISOCCUPATI, DEGLI EMIGRANTI E DEI MARTIRI DIMENTICATI. Mentre (da oltre 150 anni) il Sud conta il
doppio dei disoccupati del resto dell’Italia, mentre il Sud (da oltre 150 anni)
conta il doppio degli emigranti (soprattutto giovani) del resto dell’Italia, l’Italia
“festeggia con il solito grande concerto in piazza a Roma. Destre, sinistre,
stelle, stelline o altro, da oltre 150 anni il Sud è diventato colonia e
questione. Ecco perché non ci stancheremo mai di gridare che il primo maggio si
dovrebbero ricordare disoccupati, emigranti e martiri dimenticati: non quelli “nazionali”
o “internazionali” ma quelli Napoletani e Meridionali. Quelli caduti sotto le
baionette dei bersaglieri sabaudi per ordine del “famoso” Nicola Amore
(questore e poi sindaco). Dai primati positivi di Pietrarsa, allora (prima
fabbrica metalmeccanica d’Italia con 1050 operai, mentre l’Ansaldo ne occupava
450 e la Fiat –sì, quella della juve di oggi- non era ancora nata), a quelli negativi
con la dismissione della fabbrica e la fucilazione, di fatto, nel cortile e sul
cancello che dava sul mare, di quattro uomini (diventati poi almeno sette, secondo
gli atti parlamentari che ho ritrovato da poco). Domenico Del Grosso, Aniello Marino, Luigi Fabbricini e Aniello Olivieri i nomi di
quegli operai morti per difendere il proprio lavoro e ritrovati durante le mie
ricerche d’archivio (fondo Questura) diversi anni fa, quando in tanti neanche
sapevano che cosa fosse Pietrarsa e cosa fosse successo in quei caldi e tragici
giorni dell’agosto (il 6 agosto, giovedì) del 1863. “Palle alle spalle” e “ferite
da baionetta alle spalle” sui referti medici dell’Ospedale dei Pellegrini
mentre la censura politica si mobilitava per far tacere testimoni e giornali
(pochi quelli coraggiosi). Oggi le stragi non ci sono più ma si continuano a
dimenticare il Sud e i meridionali. E noi abbiamo il diritto e il dovere di
ricordare. Memoria Orgoglio e, poi, Riscatto. Anche l’1 maggio. Anche a
Pietrarsa. NELLA FOTO GLI ATTI DI
MORTE DI AGNELLO OLIVIERI E DOMENICO DEL GROSSO (ARCHIVIO DI STATO DI NAPOLI,
STATO CIVILE). “Agnello Olivieri,
scarpellino di Portici, di anni 35 del fu Pietro, marito di Raffaela Nocerino e
padre di due figli, morto alle ore tredici del giorno 8 di agosto presso
l’Ospedale dei Pellegrini” e quello di “Domenico Del Grosso, limatore di anni
37 di San Iorio, vico di Chieti, morto l’11 agosto alle ore tredici presso i
Pellegrini, marito di Veneranda Castaldo”. |