TRA FRANCESCO II DI BORBONE E IL BANCO DI NAPOLI: MEMORIA STORICA E DIFESA DEL TERRITORIO IN UN'UNICA GIORNATA SUL "DOPPIO BINARIO" (PASSATO E PRESENTE) SEGUITO DA SEMPRE DAL MOVIMENTO NEOBORBONICO. Il Movimento Neoborbonico, con la Fondazione Il Giglio e i Comitati Due Sicilie, ha ricordato l'anniversario della
morte dell'ultimo Re
di Napoli Francesco II di Borbone (27 dicembre 1894) nel corso di
un'affollata e sentita celebrazione nella Chiesa di San Ferdinando di
Palazzo e alla presenza dei Cavalieri del Sacro Militare Ordine
Costantiniano e delle Guardie d'Onore dei Borbone. Il Principe Carlo di
Borbone, in un messaggio letto dalla delegata campana, marchesa Federica
de Gregorio, ha evidenziato i valori umani e cristiani rappresentati da
Francesco II. Il presidente dei neoborbonici, prof. Gennaro De
Crescenzo, ha sottolineato l'attualità di quei valori ("in primis" la
lealtà, l'onestà e l'attaccamento ai suoi Popoli) e la necessità di
continuare l'opera di diffusione della memoria e anche della causa per
la beatificazione dell'ultimo Re (anche grazie alla Fondazione Francesco
II impegnata contemporaneamente in un'altra celebrazione nelle
Puglie). Al
termine della celebrazione che ha visto la partecipazione anche di
delegati provenienti dal resto dell'Italia e dall'estero (fin dalla
Polonia con Andrea Noviello) con, tra gli altri, il presidente onorario
dei neoborbonici Felice Abbondante, il coordinatore giovanile Emilio
Caserta con il resp.le del centro studi Luca Esposito, Fiore Marro,
Manfredi Freddy Adams, Gino Giammarino, Salvatore Argenio, Elio Bond,
Gennaro Conte, Nunzio Porzio e nel segno del doppio binario che da
sempre il Movimento Neoborbonico segue per le proprie attività (tra
passato e presente, tra memoria storica e difesa del territorio), si
sono recati presso la sede centrale del Banco di Napoli in via Toledo
dove hanno celebrato un simbolico "funerale" della banca napoletana
"fusa" proprio in questi giorni, dopo circa cinque secoli di una storia
gloriosa, nel gruppo Intesa San Paolo. Fiori, bandiere delle Due Sicilie
listate a lutto e volantini funebri hanno sottolineato (nonostante la
pioggia) l'ultimo atto della fine del grande istituto che, nato nel
1539, è stato prima al centro dello sviluppo economico di Napoli e del
Sud fino alla gestione borbonica e poi, sfruttato anche per le rimesse
degli emigranti meridionali, gradualmente svilito nella sua importanza
fino alla scandalosa svendita degli anni Novanta e alle scelte di questi
giorni. Il tutto nel silenzio complice e colpevole di politici e
opinionisti locali e nazionali che, al di là di proclami e propagande,
hanno consentito, in questi anni, la sparizione delle banche del nostro
territorio e l'aggravamento di una questione meridionale sempre più
drammatica soprattutto per i nostri giovani.
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