NEL SILENZIO (COMPLICE) DI POLITICI (E INTELLETTUALI) E' MORTO IL BANCO DI NAPOLI |
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È MORTO IL BANCO DI NAPOLI. LA (LUNGA E LENTA) FINE DEL BANCO DI NAPOLI NEL SILENZIO (COMPLICE) DI POLITICI (E INTELLETTUALI). Origini tra le più antiche al mondo, da Monte di Pietà del 1539 a Banco Nazionale di Napoli con i Borbone e poi Banco delle Due Sicilie e (dopo l’unità)
Banco di Napoli… ma
“boicottato” a vantaggio della Banca Nazionale, sfruttato per quelle
rimesse degli emigranti (napoletani e meridionali) che salvarono il
bilancio dell’Italia, svenduto negli anni Novanta con giochi di
prestigio che finsero perdite sparite dopo la svendita, “mangiato” prima
dal San Paolo di Torino e ora (dicembre 2017) “fuso” definitivamente
nel gruppo San Paolo Intesa. “Manterrà il suo marchio”, hanno garantito
gli attuali “padroni” (l’autonomia è perduta per sempre ed è solo un
segnale di ulteriore colonizzazione: il marchio, specie al Sud, funziona
e così cercheranno di “rassicurare” i clienti). Nessun aiuto di Stato
per il Banco di Napoli (non era/è una banca veneta/toscana) e, a
differenza dei politici veneti e toscani (che si sono spinti fino a
sacrifici “estremi” per difendere le loro banche e banchette), nessun
intervento dei politici locali (Bassolino imperante e silente in quegli
anni con parecchi ministri di queste parti). E ora qualcuno finge pure
di meravigliarsi o di organizzare dibattiti e giornate per risolvere
questioni meridionali in un meridione che non ha più banche (e, forse,
con queste classi dirigenti, speranze).
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