"BRAVATE" E PETARDI "GIOIOSI" UCCISERO (E UCCIDONO) IL POVERO CIRO ESPOSITO |
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La Corte di Appello di Roma ha ridotto da 26 a 16 anni gli anni di detenzione per Daniele De Santis, il tifoso romanista assassino del povero Ciro Esposito. Leggendo le motivazioni vengono fuori dei dati davvero sconcertanti. 1) L'azione che procurò la tragedia viene definita tre
volte "bravata" (come
si può commentare questa definizione se non la parola "vergogna"?); 2)
l'assassino sarebbe diventato "insofferente per la presenza di tanti
tifosi napoletani" (effettivamente erano tanti: peccato che fosse una
finale di coppa ed in finale a Roma -una città italiana- c'era il
Napoli); 3) l'assassino lanciava petardi (su di loro!) "alcuni
gioiosamente" (nessun commento); 4) tutto è sintetizzato in una azione
che viene qualificata semplicemente come "dimostrativa" (e di cosa?
Della possibilità che se qualcuno gira per Roma con una bandiera del
Napoli qualcun altro ha il diritto di ammazzarlo?). Resta il fatto che
un soggetto capace di intendere e di volere scende da casa con una
pistola carica e con i guanti, si lancia contro i (numerosissimi) tifosi
napoletani solo in quanto napoletani (ed è difficile pensare ad altri
sei soggetti passati lì per caso), spara per uccidere e uccide chi era
accorso lì solo per difendere gli altri. Quegli sconti di pena e queste
motivazioni uccidono per la seconda volta Ciro Esposito, la sua
famiglia, i tifosi napoletani e chi crede (ancora) nella giustizia.
#siamotutticiroesposito #cirovive
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