IL GIORNO DELLA NOSTRA MEMORIA. REPLICA INVIATA AL “MATTINO” NELLO (STRANO) DIBATTITO A PIU' VOCI MA QUASI UNA SOLA TESI (CONTRARIA). Premesso che noi tutti forse dovremmo ringraziare il M5S per aver presentato in diverse regioni
la proposta di un
giorno della memoria ("nostra" come "neoborbonica" ma anche meridionale e
italiana) per le vittime meridionali dell'unità d'Italia aprendo, sui
maggiori quotidiani italiani, un dibattito utile e interessante a più
voci, qualche osservazione sul dibattito a quattro voci (ma una sola
tesi contraria al giorno della memoria: Massimo Adinolfi, Gianfranco
Viesti, Raffaele Nigro, Adriano Giannola per tot. circa 25.000 battute
per 5 paginate intere) sul Mattino del 7, 8 e 9 agosto 2017, potrebbe
essere opportuna (anche per una minima e democratica "par condicio" e
dopo i numerosi riferimenti ai neoborbonici). Davvero
qualcuno nel pieno delle facoltà mentali può pensare che qualcun altro
stia preparando un trono per un Borbone o che abbia costruito macchine
del tempo per tornare nel passato? Davvero qualcuno può ipotizzare che
non si tratti, invece, di un giorno per la riflessione e lo studio di
questioni (meridionali) trascurate e irrisolte da 150 anni senza alcuna
discontinuità dal 1860 ad oggi? Qualcuno davvero pensa che questo
"revival sudista" possa toccare "i fondamenti di legittimazione della
memoria pubblica nazionale"? Allora davvero qualcuno in questi 150 anni
ha avuto un ruolo non da storico-ricercatore ma da sacerdote-custode
delle sacre e inviolabili scritture garibaldine-cemento nazionale? E
quindi se scoprivi, magari, le stragi di Pontelandolfo o di Pietrarsa o
la deportazione di migliaia di soldati o civili del Sud dovevi
nascondere tutto? A questo proposito, allora, qualcuno avverta Giannola
che (al contrario di quanto afferma lui) negli USA (a prescindere dal
fatto che non ci sono stati 150 anni di disparità come in Italia)
diversi stati celebrano il loro Confederate Memorial Day e da decenni
(al contrario di quanto avvenuto in Italia) il Memorial Day celebra
vittime sudiste e nordiste. Ma qualcuno può veramente essere preoccupato
perché quella mozione è stata proposta dal M5S, "una forza politica
accreditata di un consenso crescente" ed è stata approvata quasi
all'unanimità da tutte le forze politiche? Eppure mi pare che si chiami
"democrazia" e se un'assemblea eletta decide una cosa, chi sta fuori può
dissentire ma dovrebbe rispettarla. Strano, del resto, che qualcuno si
sia ricordato e preoccupato solo ora dei revisionisti, dopo circa 6 anni
dalla pubblicazione del famoso "Terroni" di Pino Aprile e dopo oltre 20
anni di attività neoborboniche... Non una parola, del resto, abbiamo
letto neanche quando qualche collega accademico degli accademici
contrari ha esposto tesi molto simili alle nostre (Tanzi o Davis tra gli
altri). E se "non si deve rispondere ai pregiudizi antimeridionali con
la mitologia", forse è meglio non rispondere per niente come ha fatto la
cultura ufficiale con i danni che sappiamo? Esiste davvero l'obbligo di
una memoria "condivisa"? In quale legge dello stato italiano? E c'è un
ufficio apposito al quale rivolgersi per sapere se una memoria è
condivisibile o se la memoria (citando il titolo del Mattino) è o no
"inutile"? E noi che pensavamo che le censure fossero roba da storici
"sabaudisti" o da Minculpop! È più "pericoloso", come sostiene
ipoteticamente Viesti, "l'orgoglio locale" o il rischio concreto (v.
Istat) che il Sud diventi un deserto? E se la storia oggi soffre di
"presentismo" (Adinolfi), perché mai accusare i revisionisti di
"passatismo"? E per giunta mentre in Lombardia e Veneto si fanno
referendum per l'autonomia appoggiati da accademici e maggioranze
traversali? È davvero "libera e plurale" una ricerca storica che ricerca
firme per impedire un giorno della memoria? È proprio sicuro che non
serva un sano e chiaro "rivendicazionismo" di fronte a milioni di
giovani ai quali, al Sud, non diamo (da 150 anni) prospettive diverse
dall'emigrazione? Davvero qualcuno (Nigro) può ironizzare sulle
"mancate" memorie delle vittime di Romani o Barbari come se non
conoscesse i legami forti e attuali che hanno, invece, le vittime (e i
danni) dell'unificazione italiana con le relative, attuali, irrisolte e
drammatiche questioni meridionali? Davvero qualcuno (ancora Nigro) può
pensare che il revisionismo sia come il leghismo confondendo piani
culturali e politici e dimenticando che non abbiamo tracce di
revisionisti/neoborbonici neanche nei condomini dei loro palazzi mentre
Bossi e compagni (non se n'è accorto?) hanno governato e governano anche
a livello nazionale? Qualcuno può spiegare a Nigro (tranquillizzandolo)
che non c'è alcuna "passione sanguinaria" nel racconto di una storia
diversa del nostro Sud e neanche una "nazione separatista"? Può
ricordargli che questo Paese purtroppo è disunito da 150 anni e non per
colpa dei neoborbonici? Magari si sarà distratto scrivendo i suoi
(bellissimi) romanzi e non avrà saputo che i giovani del Sud da 150 anni
hanno la metà dei diritti, dei servizi, del lavoro, delle occasioni e
delle speranze di quelli del resto dell'Italia e dell'Europa? E lo
dicono le nostre famiglie e l'Istat, non i neoborbonici ed è su questo
che si dovrebbero aprire i dibattiti (per mesi!), non su un semplice
giorno della memoria. E magari è sui partiti che hanno governato e
governano che si dovrebbero organizzare "processi" e non su chi non ha
mai governato e propone anche (n.b. "anche" e non solo, ovviamente) dei
semplici giorni della memoria. Del resto ci rendiamo conto che è
difficile convincere chi come Nigro, forse, vorrebbe perpetuare la
rassegnazione meridionale e scrive (lo ha scritto davvero) che se si
insiste sulle rivendicazioni "i giovani meridionali, una volta diventati
maggiorenni, non potranno più fuggire nel Nord". Nessun "vampirismo",
allora (Nigro conosce le tradizioni terrone e sa che dalle nostre parti
usiamo molto aglio e, tra l’altro, io non amo la carne e mi risulta che
Pino Aprile sia addirittura vegetariano!), ma solo la consapevolezza che
forse è finito il tempo dei "briganti romantici" che lui così bene ha
raccontato e che gli diedero giustamente fama e onori; è finito il tempo
degli "archivi chiusi fino a 20 anni fa per la quiete dell'Italia" (ha
scritto anche questo sorvolando sul fatto che si trattava della quiete
dell'Italia del Nord e di mistificazioni&censure e della conseguente
rassegnazione dalle parti del Sud). Forse è solo iniziato il tempo del
racconto di una storia associata ad un orgoglio che possa finalmente
unire l'Italia in una "par condicio" doverosa dopo un secolo e mezzo.
Forse "il revisionismo egemonico" (lo ha scritto uno dei "vostri" e lo
ha confermato tempo fa Galli della Loggia), pur senza politici "amici",
pur senza soldi, senza cattedre universitarie, senza case editrici o tv e
giornali alle spalle, è semplicemente il frutto della vostra
"disattenzione" verso il Sud sia come classi dirigenti che come
"formatori" (e avrebbe senso l'autocritica e non la critica astiosa).
Tutto qui. E (passata la bufera di questo surreale dibattito)
continueremo, con o senza le istituzioni (rispettando anche le loro
votazioni), da volontari, senza finanziamenti pubblici e senza
apparentamenti elettoralistici, il nostro libero, bellissimo e prezioso
lavoro di ricerca e divulgazione con le tre tappe che siamo prefissi e
che (evidentemente) con successo stiamo raggiungendo non per noi ma per i
nostro figli (io ne ho due ancora piccole) e forse per i nostri nipoti:
Memoria Orgoglio e Riscatto. Prof. Gennaro De Crescenzo, presidente
Movimento Neoborbonico
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