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Associazione culturale Neoborbonica
L'orgoglio di essere meridionali

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"ABBIAMO VISTO COSE CHE...".QUELLI CHE...PICCOLA ANTOLOGIA DI UN GRANDE DIBATTITO E CONCLUSIONI (?) PDF Stampa E-mail


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"ABBIAMO VISTO COSE CHE VOI UMANI... MERIDIONALI". GIORNO DELLA MEMORIA: "QUELLI CHE" (PICCOLA ANTOLOGIA E CONCLUSIONI) (?). In questo lungo, estenuante, surreale e a tratti comico dibattito sul giorno della memoria per le vittime meridionali dell'unità d'Italia abbiamo

veramente visto cose che non avremmo mai immaginato di vedere... Vi presentiamo una piccola antologia con una selezione delle “migliori” tesi dei “nemici” del giorno della memoria per le vittime meridionali dell’unità d’Italia (e, forse, dei “nemici” dei  Giorni della Memoria per il Sud e, forse pure, dei nemici del Sud…).
- Quelli che (accademici e, ovviamente, loro allievi) raccolgono (in tutto) un migliaio di firme per impedire il gdm votato liberamente, democraticamente e plebiscitariamente in una pubblica istituzione;
- Quelli capaci di aprire dibattiti finti con intere paginate dedicate a chi è contrario al giorno della memoria in un democraticissimo rapporto 0 (o quasi) a 10...
- Quelli (giornalisti, intellettuali, professoroni, proprietari di case editrici, direttori di giornali) capaci di sfiancarsi eroicamente per oltre 40 giorni contro... la memoria ma incapaci (da 150 anni) di spendere qualche parola contro i governi antimeridionali di turno (statistiche su lavoro, servizi, infrastrutture o emigrazione alla mano);
- Quelli che sostengono di essere mentalmente lucidi e che pensano davvero che qualcuno possa progettare di portare un Borbone sul trono di Palazzo Reale (a Napoli o a Caserta o a Palermo: vi faremo sapere) o di avere pronta una macchina del tempo (data già fissata già sull’anno 1860);
- Quelli che fingono di attaccare il giorno della memoria perché ricorderebbe troppo i Borbone (e pure non ci sarebbe nulla di male: Francesco II era un uomo pio e leale e innamorato della sua terra) ma in realtà proprio non gli va giù tutto il resto: la questione meridionale dimenticata, il Sud desertificato, la nostra -giusta- tesi dei 150 anni di -loro- colpe e la -giusta- rivendicazione di pari diritti e di vera unità (chiaro che su questo non vogliono e non possono rispondere perché 1) è colpa loro 2) rischiano il posto 3) non possono/vogliono più aiutare il Sud e lo stanno dimostrando con i fatti più che mai in questi ultimi anni (altrimenti -senza i punti 1, 2, 3- avrebbero proposto, al posto del 13, il 14 febbraio e avrebbero concordato sul gdm);
- Quelli che pensano di dividere la memoria in “inutile” e “utile” senza farci sapere dove si trova l’apposito registro per controllare o l’apposito ufficio per la registrazione di notizie storiche utili (ma poi a chi?) e inutili (ma per chi? Abbiamo qualche sospetto…);
- Quelli che pensano che gli storici debbano avere una “patente” per scrivere di storia e che non bastino testi ricchi di fonti (con note spesso più numerose degli stessi testi) e (anche loro) non ci hanno fatto sapere dove e in quali appositi uffici è possibile richiedere le necessarie “patenti” (aspettiamo da anni nonostante libri documentati e spesso pure di successo: che sia il successo mancato, invece, uno dei motivi per ottenerle o dei motivi che spingono qualcuno a pretenderle?);
- Quelli ancora convinti che i "briganti" uccisi furono quasi meno dei sabaudi e dei filosabaudi o che a Pontelandolfo morirono in 13 o che i garibaldini erano quasi tutti meridionali (un occhio a documenti e libri più recenti non sarebbe il caso di darlo?);
- Quelli che pensano che il Cardinale Ruffo nel 1799 guidava “soldati filoborbonici” e confondono gli uomini di Ruffo con i briganti post-unitari (come se non fossero trascorsi oltre 60 anni e come se Ruffo non avesse avuto, per quella sua nuova e ipotetica impresa, oltre 116 anni!);
- Quelli che sostengono che “hanno fatto bene a tenere chiusi gli archivi fino a 20 anni fa" per il bene dell'Italia o che dobbiamo finirla perché sennò come faranno i nostri giovani "ad emigrare al Nord nei prossimi anni"?
- Quelli che paragonano i briganti post-unitari (oltre 120.000 soldati sabaudi e "pare che non bastino") a quelli preunitari pur presenti (delinquenti ordinari) nel regno e nel resto del mondo (neanche un occhio a Chinnici, Sales, Fiore o Benigno, eh?);
- Quelli che invocano ancora i fratelli Bandiera o Pisacane come se non si trattasse di “eversivi” che purtroppo sarebbero stati condannati in tutto il mondo a quel tempo e come se non  li avessimo celebrati abbastanza nei libri di scuola o con i nomi di strade, piazze e scuole;
- Quelli che celebrano ancora i “martiri” del 1799 come i padri della patria italiana e (come sopra) dimenticano che li celebriamo da oltre due secoli e dimenticano pure che lo stesso Mazzini (un altro padre della patria, no?) li definì “traditori” della patria (napoletana) e che fecero massacrare oltre 60.000 meridionali napoletani-borbonici in appena 5 mesi;
- Quelli che pubblicano le relazioni governative dell’Ottocento nelle quali si gridava “viva l’Italia” (che altro sennò?!) come se fossero state appena consegnate a Vittorio Emanuele e come se fossero scoop giornalistici;
- Quelli per i quali "non è detto che saremmo stati meglio con i Borbone" (ipotesi). Intanto non siamo andati meglio con i Savoia (certezza) e un gdm non è una seduta medianica per richiamare in vita Ferdinando II (che poi nel paragone con i politicanti di oggi...);
- Quelli che (accademici o aspiranti tali) vorrebbero “gestire” il gdm senza pensare che il gdm nasce proprio "senza" gli accademici:  quella proposta e quella votazione sono il frutto di un distacco crescente tra le accademie e una società reale che (anche grazie al web e anche grazie a libri di grande successo) ha preso coscienza come mai prima dell'esistenza di una storia "altra" (così difficile capirlo?);
- Quelli che affermano che "la memoria storica non è solo una!": ma no! Ma davvero? E, dopo 150 anni di monopolio vostro, lo dici a noi?
- Quelli che gridano che “la memoria non si sbandiera” (no no: si nasconde e ci si vergogna della propria memoria come ci avete fatto fare per 150 anni e con i risultati -non solo al Sud- che conosciamo);
- Quelli che attaccano un partito che non ha mai governato in Italia e ha proposto in qualche regione un povero e semplice gdm per il Sud ma non attaccano quei partiti che da decenni governano senza il Sud o contro il Sud;
- Quelli che si ricordano solo oggi (a 7 anni dall'uscita del famoso "Terroni" di Pino Aprile e dopo 24 anni di attività neoborboniche) che esistono revisionisti e neoborbonici (“ti stai mettendo paura, eh?”? Forse è tutta colpa di questo mix tra “M5S, populisti-sudisti-revisionisti” indimostrato, tutto da dimostrare e indimostrabile?);
- Quelli che ci accusano di “agire sul passato e per non agire sul futuro” come se noi in 150 anni fossimo stati re, premier, ministri o sottosegretari e come se nella vita andassimo solo a proporre giorni della memoria e non difendessimo sempre e comunque il Sud pur senza essere re, premier ecc. (ricordate Massimo Troisi rivolto a Pertini? “Papà non ha rubato i soldi del Belice, se voi sapete chi è stato, rivolgete il dito non verso lo schermo e verso papà che non sa niente dei soldi del Belice e si è preso collera”…);  
- Quelli stranamente accaniti contro il gdm ma stranamente “distratti” mentre i governi nazionali cancellavano dai programmi scolastici gli autori meridionali (e ancora non li hanno rimessi al loro posto);
- Quelli per i quali "memoria e storia" non possono unirsi (peccato che loro e i loro colleghi accademici le abbiano unite per 150 anni di storia risorgimentalista e/o, magari, a trazione “rossa”);
- Quelli per i quali se racconti di massacri, deportazioni e smantellamenti di fabbriche meridionali fai “un uso politico della storia” ma se racconti di Garibaldi, garibaldini, spedizioni eroiche e inferiorità meridionali (per 150 anni e anche con i soldi nostri) l’uso non è politico ma “libero e bello”;
- Quelli per i quali il gdm “è anacronistico” dopo che di certi fatti e certi personaggi non si  parlato per 150 anni (ma allora non sono anacronistici pure Pisacane, Garibaldi, Mazzini e compagni? Eppure hanno più o meno la stessa età di Francesco II! E chi glielo dice a quelli che “sono i fondamenti dell’Italia”? Diteglielo voi! Noi non vogliamo aprire altre questioni con questo caldo!);
- Quelli per i quali il Sud ha “il vizio della memoria”: e dopo che ci avete tolto il “vizio” di lavorare, quello di restare a vivere nella nostra terra e -se diamo un occhio ai dati della Sanità al Sud- anche quello di vivere, ci volete togliere pure quello della memoria?
- Quelli che fondano associazioni per la storia pubblica ma che si lamentano se quella storia diventa “troppo pubblica” e magari la leggono e la conoscono in tanti (anzi: troppi);
- Quelli che pensano che la storia non debba essere “molestata dai sudisti” dopo che è stata molestata per 150 anni dai “nordisti” e magari dai loro colleghi del Sud;
- Quelli che sostengono (ditelo a quello che sostiene la tesi sulla riga qua sopra) che "non bisogna toccare i fondamenti della storia nazionale" (a costo di chiudere gli archivi e fare sparire i documenti? E allora è vero che lo avete fatto?);
- Quelli che sostengono che noi non siamo felici dei successi del Sud e cita (addirittura) il pil cresciuto nel 2015 al Sud dello 0,1% in più rispetto al Nord ma dimentica (i soliti distratti!) di dire che il pil del Sud è la metà circa di quello del Nord!
- Quelli che sostengono la tesi della "egemonia revisionista" ammettendo una sconfitta epocale e il successo delle nostre povere "fionde" (collette, siti, social, fotocopie di volantini ecc. ecc.) contro i loro "cannoni" (giornali, tv, cattedre universitarie, fondazioni, case editrici ecc.);
- Quelli che pensano che il gdm possa portare voti e far vincere le elezioni a qualcuno (allora abbiamo proprio vinto? Allora non ci eravamo sbagliati a pensare che siamo diventati “importanti”?);
- Quelli a cui è stranamente sfuggito l'articolo più importante: quello del prof. Belardelli sul Corriere e siamo costretti a riportarne la parte finale: "è sconcertante che una parte importante della società meridionale, di fronte ai tanti problemi irrisolti del Mezzogiorno sia ancora ferma a questa posizione vittimistica, ritenuta forse utile a giustificare la più antica delle (false) soluzioni: la richiesta allo Stato «conquistatore» di politiche risarcitorie basate sull’erogazione di denaro pubblico". Possibile traduzione: ma che pretendete? Addirittura risarcimenti, finanziamenti come il Nord o "par condicio"? E allora ecco il titolo: “Quel vittimismo dannoso” e a quel titolo forse manca un sottotitolo (“per il Nord!”). Sembra una ramanzina da antichi colonizzatori ai colonizzati e se i nemici del gdm lo avessero letto avrebbero dovuto capire che senso ha (per noi) il gdm e che senso ha la loro battaglia contro il gdm (e forse è solo la conferma del fatto che lo sanno, lo sanno bene).
CONCLUSIONI
A conti fatti, però, si è trattato di un GRANDE E UTILISSIMO TEST per capire chi è non "CONTRO" il gdm e chi "PER"  il gdm ma, in fondo, forse, tra chi è "contro" il Sud e chi è "per" il Sud. E vale anche per i tanti meridionalisti o borbonici del “nostro mondo” che ringraziamo perché in questi giorni di “battaglia” e “assedio” hanno dato una mano alla causa di tutti noi scrivendo articoli, post, commenti o mail. Un test che vale anche per i “sé-dicenti” meridionalisti o borbonici che hanno fatto finta di nulla (o per la loro incapacità di replicare agli accademici o perché era meglio non esporsi o per i soliti meccanismi di invidie personali e/o associative verso chi ha raccolto una visibilità enorme in questi giorni)  senza pensare che quella visibilità  stato ed è  il frutto di un lavoro sistematico e faticosissimo di risposte “colpo su colpo” da un paio di decenni e non solo durante questa “calda” estate. Dovremmo ricordarcene nei prossimi mesi quando magari ci chiederanno iscrizioni nei loro gruppetti o ci chiederanno di acquistare il loro ennesimo libretto “equidistante”…
E dobbiamo, infine, dire GRAZIE a quel M5S (in testa i rappresentati campani, pugliesi e lucani) che ha saputo aprire questo dibattito come forse mai era avvenuto in 150 anni e (con qualche eccezione) a chi ha ospitato in regime di "par condicio" (roba rara anche in questo caso) interventi "nostri" e "contro". A questo proposito un'osservazione: dobbiamo anche ringraziare davvero e tanto i "divulgatori" di questi ultimi anni perché sono stati capaci di diffondere notizie e dati veramente aggiornati. Molti degli interventi "contro", pur firmati da accademici o opinionisti di chiara fama, presentavano un numero enorme di inesattezze o di fonti che definire poco aggiornate è un eufemismo evidenziando un dato a sua volta oggettivo: molti di loro non hanno letto i libri di cui parlano (male). Non hanno letto "Carnefici" di Pino Aprile o i libri di noi "neoborbonici" e neanche quelli più recenti dei loro colleghi (Daniele, Malanima, Collet, Fenoaltea, De Matteo, Ciccarelli o lo stesso ultimo Davis, solo per fare qualche esempio). O li hanno letti e fanno finta di niente. Il problema, allora, in conclusione, non è “Borbone sì/Borbone no”, non sono i “nostalgismi” o i “secessionismi”: quelle sono le etichette confortanti e le parole-chiave che utilizzano da anni per sviare se stessi e noi dal vero problema. Il problema vero è un divario Nord/Sud che non si può risolvere in piena crisi italiana e mondiale. Rivendicare, come facciamo da anni e anche per il gdm, pari diritti, in questo momento per loro è un rischio grave: non possono rispondere su questo, non possono salvare i nostri giovani da disoccupazione ed emigrazione e attaccano la memoria…  Chiaro a tutti (tranne che a loro) che A NOI NON INTERESSA LA MEMORIA PER LA MEMORIA MA UNA MEMORIA "VIVA" CHE SIA "PRESENTE" E POSSA FARSI "FUTURO". Qui il cuore del problema. Qui il cuore delle nostre attività svolte e da svolgere nei prossimi anni.
E andremo, ovviamente, avanti sempre più forti e compatti: e questo è stato uno dei meriti anche involontari di questa questione estiva e ci tocca ricordare e ringraziare i "nemici" del giorno della memoria per le vittime meridionali dell’unità d’Italia (qualcuno di loro lo ha trascritto forse inconsapevolmente ma efficacemente come “il Giorno per il Sud”), artefici in parte anche della piccola "antologia" che vi abbiamo proposto (tra gli altri Massimo Adinolfi, Francesco Barbagallo, Renata De Lorenzo, Giuseppe De Tomaso, Lea Durante, Adriano Giannola, Giuseppe Laterza, Maria Laterza, Alessandro Leogrande, Mario Martone, Aurelio Musi, Raffaele Nigro, Marcello Ravveduto, Carlo Spagnolo, Gianfranco Viesti).

Gennaro De Crescenzo

P.S. Le mie repliche articolate e “personalizzate” le trovate sul mio profilo personale di facebook, sul sito neoborbonici.it, su Repubblica 5/8/17 (con replica del prof. Musi);  Corriere del Mezzogiorno del 27/7/17).

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