In questi giorni di vivace dibattito per il giorno della memoria (13 febbraio, nel ricordo della caduta di Gaeta) approvato quasi plebiscitariamente in Basilicata e in Puglia, è importante ricordare che il primo giorno della memoria
approvato da un Comune
del Sud è quello dell’8 agosto. Parliamo di Lauria (Potenza) e della
“Giornata Commemorativa della Battaglia di Lauria del 1806” fissata con
delibera del febbraio 2017. Si tratta della battaglia che vide cadere
oltre mille eroici laurioti (di parte napoletana, cristiana e borbonica)
sotto l’assalto dei francesi. Non un miracolo e neanche un caso: è il
frutto del lavoro realizzato con la guida dell’avvocato
napoletano/lauriota Antonio Boccia insieme ai neoborbonici e ad altre
associazioni locali (in testa il Centro Culturale Ulloa e l’Arci
Basilicata che presentarono al Comune quella richiesta). Un lavoro di
oltre 15 anni e che, fin dal 2002 (e nel 2006 con una lapide
commemorativa per i 200 anni), ha realizzato, a Lauria, convegni,
spettacoli, mostre, visite guidate e seminari scolastici che hanno
portato alla luce una storia che sembrava dimenticata. Così anche la
Regione ha riconosciuto “l'evento storico quale Bene Culturale Tangibile
e parte integrante del proprio Patrimonio Storico della Città di
Lauria”. Quell’evento (come da delibera comunale) “ha caratterizzato
l'evoluzione dell'intera comunità locale, il quale organizzò con
barricate la resistenza all'avanzata delle truppe francesi guidate dal
generale Massena… Nel massacro di Lauria, molti furono i morti,
presumibilmente intorno ai mille, nonché oltre un centinaio di abitanti
furono sgozzati nelle grotte dove si erano nascosti e i fuggiaschi
puniti con la fucilazione o la forca e non risparmiati nemmeno i
bambini, le donne e i malati; la battaglia è parte fondamentale della
cultura locale perché interessò la vita di personaggi illustri, quali il
Vescovo Monsignor Lodovici, il Beato Domenico Lentini, il duca Pietro
Ulloa, che ancora oggi sono ricordati dalla stessa comunità come simboli
differenti di uno stesso periodo storico”. Insomma: una grande vittoria
del nostro lavoro, della sensibilità delle amministrazioni locali e un
segnale importante di valorizzazione di una storia “radicata e fiera”,
sulla strada della (necessaria e preziosa) ricostruzione della nostra
memoria storica. GDC
Il programma delle celebrazioni dei 211 anni della battaglia prevede diversi momenti (convegno presso la Sala Consiliare l'8 agosto alle 18.30 con la partecipazione, tra gli altri, di Antonio Boccia, Carmine Cassino, Giuseppe Petrocelli, Valerio Mignone e il sindaco di Lauria; presentazione del libro "La battaglia di Lauria. La memoria ritrovata. Una storia, un progetto, un evento" a fine-agosto.
ALLEGATO
UN “RICORDO” DELLE MANIFESTAZIONI DI LAURIA (DA “NOI, I NEOBORBONICI”,
DI GENNARO DE CRESCENZO. “Chi tiene pane e vino deve essere giacobino”.
“In un mio viaggio a Valencia ricordo una grande porta imballata da teli
e legno per una ristrutturazione. Erano le Torres de Quart, mi spiegò
con orgoglio un ragazzo del posto, “un monumento alla memoria” perché
portavano ancora i segni delle cannonate sparate dai soldati
napoleonici Più o meno gli stessi soldati che qualche anno prima
avevano massacrato la nostra gente nel 1799 e gli stessi che avevano
massacrato calabresi e lucani nel 1806. Solo a Lauria (Potenza) le
centinaia di vittime che avevano osato opporsi al passaggio dei francesi
furono sepolte in una vasta area che ancora oggi si chiama “l’onda dei
morti”. Solo nel 2006, in occasione dei 200 anni del “sacco di Lauria”,
grazie al nostro attivissimo delegato lucano Antonio Boccia e al
Consiglio Comunale appositamente riunito in quella piazza, è stato
collocata una semplice lapide che le ricorda. Qualcuno dovrebbe ancora
spiegarci perché quei morti da noi sono stati cancellati o disprezzati e
perché in Spagna li ricordano come gli eroici difensori del loro Dio,
del loro Re, della loro Patria e della loro Famiglia, come ha fatto lo
stesso Goya nei suoi quadri celebri e anche nelle sue incisioni meno
celebri dedicate ai “disastri della guerra” e che raccontano quelle
verità e quegli eccidi tra gente squartata e fatta a pezzi. Sarà sempre
così? Non è così e non sarà sempre così se nell’estate del 2014 in
migliaia sono accorsi ad assistere ad una rappresentazione tra quelle
case antiche con testi di Boccia&De Crescenzo (qualcuno li ha visti
abbracciarsi e commuoversi alla fine della serata)”. |