NAPOLI, 10 LUGLIO, ore 19.30. Presso la sede della Fondazione Il Giglio, sita in Via Crispi 36A, Napoli, sarà presentata questa importante ed interessante novità editoriale. Interventi: prof. Gennaro De Crescenzo, presidente
dell’Associazione Culturale Movimento Neoborbonico; Ammiraglio Mario Montalto, autore de La marina Militare delle Due Sicilie. Sarà presente l’autore Luciano Militano. Amici e compatrioti sono invitati La Marina Mercantile delle Due Sicilie Le sensiglie erano bandiere reggimentali appartenenti ai Tercios della Napoli ispanica. Riadottate
dalla fanteria dell’Esercito delle Due Sicilie, erano segni distintivi
dei tre battaglioni reggimentali. Con questa nuova collana, che presenta
testi facilmente fruibili che mettono a disposizione del lettore
informazioni altrimenti disperse e difficilmente reperibili, Il Giglio
vuole raccogliere la forza simbolica degli antichi stendardi militari
per difendere, con lo stesso spirito, la memoria storica delle Due
Sicilie. Il quarto
volume della collana è dedicato alla Marina Mercantile delle Due Sicilie
e ne è autore Lucio Militano, ingegnere navale e meccanico. Il contesto storico Le
Due Sicilie erano un Regno “circondato per due terzi dall’acqua salata e
per un terzo dall’acqua santa”, e la maggior parte della sua
popolazione viveva in prossimità delle coste. Una fetta importante del
territorio, la Sicilia, era un’isola e diversi arcipelaghi, per lo più
abitati, si affacciavano nei golfi dei tre mari che bagnavano il Regno.
La marineria faceva parte da sempre del DNA dei popoli che abitavano
quelle coste, che dal mare avevano visto arrivare grandezze e pericoli,
per mare erano partiti per scrivere la storia millenaria del
Mediterraneo. Non
meraviglia, quindi, la grande attenzione che alla marineria hanno
dedicato i Borbone, sin da Carlo, primo Re dal 1734. Né può sorprendere
che, alle soglie dell’invasione e dell’unificazione, la Marina
Mercantile delle Due Sicilie fosse la prima della Penisola, per numero e
tonnellaggio del naviglio e per capacità tecnologica ed organizzativa,
così come lo era quella Militare. Tra
navi d’altura, a vela e a vapore, e naviglio di grande e di piccolo
cabotaggio, nel 1860 erano registrate nei porti delle Due Sicilie oltre
11600 imbarcazioni, che si dedicavano prevalentemente al trasporto di
merci e viaggiatori e alla comunicazione postale. Le
navi borboniche hanno percorso tutto il Mediterraneo e hanno solcato
tutti gli Oceani, rappresentando un veicolo di sviluppo per il commercio
e l’industria del Regno e di ricchezza. Fu
borbonico il primo piroscafo a vapore salpato da un porto italiano, il
Ferdinando I, nel 1818, e sempre borbonico fu il primo piroscafo che
raggiunse l’America, il Sicilia, nel 1853, in soli 26 giorni di
traversata. Durante
il Regno di Ferdinando II, l’incremento di viaggi e di commerci con le
Americhe ebbe una crescita esponenziale, di anno in anno, diffondendo
nel mondo prodotti agricoli – olio, vino, pasta, grano – ma anche
legname, zolfo, sete, pellami e strumenti tecnologici altamente
specializzati, come quelli ottici. Intorno
alla metà dell’800, le navi delle Due Sicilie trasportavano il 56%
delle merci esportate, per circa 15 milioni di ducati, e il 64% di
quelle importate, per circa 11 milioni di ducati. E
accanto al commercio marittimo, un considerevole indotto meccanico e
tecnologico consentì di raggiungere primati anche nella cantieristica e
nello sviluppo delle strutture portuali. La
rete di porti, grandi e piccoli, circondava l’intera costa del Regno,
da Gaeta fino a San Benedetto del Tronto, passando per la Sicilia.
Diffusissimi i cantieri navali, in grado di varare dal brigantino
d’altura di 300 tonnellate al gozzo per il trasporto costiero. E,
soprattutto per le imbarcazioni di dimensioni medie e minori, la
proprietà era molto spesso familiare, con il comandante-armatore e
l’equipaggio formato dai familiari, oppure da piccole società costituite
dai marinai stessi, a testimonianza di una ricchezza e di una autonomia
lavorativa diffusa, non sottoposta al grande capitale. Il
primo bacino di carenaggio in muratura, 75 metri, fu costruito nel
porto di Napoli, nel 1852; i Cantieri Navali di Castellammare di Stabia
occupavano 2000 addetti; a Pietrarsa si costruiva tutto ciò che era
necessario alla navalmeccanica. E
i Borbone, consapevoli dell’importanza del settore navale, non
tralasciarono mai l’ammodernamento tecnologico delle strutture. Il primo
faro lenticolare Fresnel, a luce costante con splendori ed eclissi
periodiche, il più avanzato strumento dell’epoca, fu inaugurato a Nisida
(NA) il 3 luglio 1841. Nei successivi venti anni, altri 30 porti furono
dotati dei fari Fresnel e sono tutt’ora funzionanti. Dopo
l’unificazione, come tutti gli altri settori industriali, anche la
Marina Mercantile subì un rapido decadimento, soprattutto a danno del
piccolo e medio cabotaggio: già nel 1864 il numero delle imbarcazioni
era quasi dimezzato. L’opera Frutto
di conoscenza diretta delle tecniche marittime e di passione per la
ricerca storica, il saggio ripercorre lo sviluppo della Marina
Mercantile delle Due Sicilie sin dall’inizio del Regno, considerandone
tutti gli aspetti. Il
testo è corredato da 9 tabelle di dati sul tonnellaggio, il trasporto
di merci, il numero di viaggi effettuati, le Compagnie di navigazione,
le navi e le rotte servite, il confronto con le marinerie degli altri
Stati europei e completato da un glossario dei termini tecnici e
dall’excursus delle principali date. Infine,
come tutta la collana Le Sensiglie, il volume è arricchito da otto
immagini a colori che riproducono celebri rappresentazioni artistiche e
immagini d’epoca delle navi battenti la bandiera gigliata. L’autore Lucio
Militano è nato a Napoli nel 1949. Ingegnere navale e meccanico, è
stato dirigente in importanti imprese industriali. Attualmente è libero
professionista nel settore della cantieristica navale e vive a Rimini. È
anche un appassionato cultore di tecnologie ferroviarie ed è autore di
Le ferrovie delle Due Sicilie (Editoriale Il Giglio, 2013).
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