FOLLIA ULTRAS? NO: È ISTIGAZIONE A DELINQUERE, È RAZZISMO, È INCIVILTÀ |
|
|
|
"Daje Daniè. La Roma ultras è con te" è il testo dello striscione apparso a Roma e che inneggia a Daniele De Santis, l'assassino di Ciro Esposito appena dopo la (sconcertante) riduzione di
pena (da 26 a 16
anni). La notizia è stata riportata da qualche sito napoletano, da
qualche sito romanista (senza alcun commento!) e dai soliti
(eccezionali) parenti di Ciro che hanno evitato qualsiasi polemica.
Premesso che siamo e dobbiamo restare lontani da qualsiasi forma di
violenza; premesso che gli "appelli alla pace" dovrebbero essere rivolti
agli assassini e a chi li esalta (e non ai Napoletani, vittime di
questa tragedia); premesso che la linea "non diamogli spazio, sono
minoranze" ormai è solo dannosa (non è colpevole chi denuncia ma chi -in
folta compagnia- è ideatore e realizzatore di quello striscione che ha
avuto anche altri precedenti), forse è opportuna qualche parola. Gli
ultras sono un mondo a parte ma questa volta non c'entrano nulla: fin
dall'aggressione, anche i più ostili al Napoli si sono dissociati da chi
ha usato la pistola per colpire Ciro. Ciro -sempre bene ricordarlo- era
un meraviglioso ragazzo di Scampia (somigliava molto ai miei alunni
sempre di Scampia), non faceva parte del mondo Ultras, era solo accorso a
soccorrere il pullman azzurro carico di bambini e assaltato con
bombe-petardi da De Santis. Ciro non aveva risse e scontri nel
curriculum ma solo una frittata di maccheroni nello zaino, nell'attesa
di vedere la finale del suo e del nostro Napoli. "Agguato premeditato", è
scritto nella sentenza, con l'obiettivo (colpo in canna) di colpire un
Napoletano. In altri Paesi e per altri casi o comunità questa storia
sarebbe stata affrontata come il frutto di un odio "razziale": dalle
nostre parti, invece, si fa a gara a chi sottovaluta di più il fenomeno
(negli stadi come nei tribunali). Un clima di odio anti-napoletano che
"convince" un criminale del fatto che magari uccidere un Napoletano non è
cosa del tutto sbagliata o che "convince" un gruppo di criminali del
fatto che inneggiare ad un assassino sia altrettanto normale. Noi
abbiamo solo il diritto e il dovere di continuare a denunciare tutto,
nella (vana) attesa di (inutili) scuse ufficiali di Comune, tifosi e/o
calciatori e di inchieste che (ne siamo ovviamente sicuri), se
l'episodio fosse capitato a Napoli, avrebbero coinvolto i media di mezzo
mondo e magari pure l'esercito. G.D.C. #iosonociroesposito #cirovive
|