Gigi Di Fiore, nel capitolo finale del suo ultimo libro (“La Nazione Napoletana”), diventato già un grande successo editoriale, sintetizza la storia del Movimento Neoborbonico in maniera precisa, chiara e obiettiva fin dalla nascita con Riccardo Pazzaglia nel 1993 (“I neoborbonici e i loro figli”, pp. 231-252). Si tratta, per Di Fiore e per la prof.ssa Marta Petrusewicz, che al neoborbonismo ha dedicato una giornata di studi a New York, di “un nuovo stato d'animo che pervade il Sud”. Di un movimento nato e cresciuto attraverso la ricerca, la divulgazione, le difese “martellanti” del Sud, fino a diventare un fenomeno al centro di
studi universitari con
convegni (ultimo, appunto, quello di New York) o tesi di laurea. Le
analisi economiche, le denunce e il recupero della dignità
storico-culturale del Sud sono le linee di un Movimento “con un forte
grado di penetrazione, un'associazione strutturata”, un “movimento non
del re ma dei briganti” (citando Nicola Zitara) e dal quale sono venute
fuori tante altre associazioni (centinaia) con finalità e obiettivi
simili. "Il dinamismo di Gennaro De Crescenzo, la sua energia polemica
associata ad una coltivata preparazione storica, l'attenzione
puntigliosa a rintuzzare e a replicare a qualsiasi giudizio negativo su
Napoli e sul Sud hanno portato i neoborbonici a conquistarsi presenze su
presenze su giornali e libri. Il termine neoborbonico è diventato un
lemma che identifica... tutte le associazioni, i movimenti, i siti in
rete che dichiarano l'intenzione di riscrivere la storia dell'unità
d'Italia"... Chi attacca i neoborbonici lo fa restando in superficie o
sottovalutandoli ma erroneamente perché si tratta di un “fenomeno
crescente che richiederebbe altri approfondimenti” per capire le
motivazioni di quei tanti consensi e di quelle tante adesioni riassunte
nei dati riportati nel libro: dalle dichiarazioni Renzi, Scalfari e gli
altri, in puro stile neoborbonico, agli oltre 20.000 iscritti alla loro
rete di informazione, fino agli 8 milioni di contatti i pochi anni sul
sito neoborbonici.it o alle centinaia di migliaia di pagine riferibili
alla parola “neoborbonici” su internet o alle visualizzazioni
complessive -circa un milione e duecentomila- dei loro video (“se
fossero voti sarebbero da straordinario exploit elettorale”). L’ennesima
e forse più importante dimostrazione che “della nazione napoletana
resta la cultura, restano le radici. Ne resta l'identità” (GIGI DI
FIORE, LA NAZIONA NAPOLETANA, CONTROSTORIE E IDENTITA’ SUDDISTA, UTET,
2015, PP. 231-252). |