Storia, amore e speranza per la nostra terra anche nel carcere di Secondigliano |
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Qualche giorno fa la mia esperienza più bella e toccante da quando (oltre 20 anni) racconto la storia in giro per l’Italia. Sono stato nel carcere di Secondigliano a Napoli per parlare di storia di Napoli e del Sud, di radici e tradizioni, di amore e di orgoglio per la nostra terra. I ragazzi mi aspettavano da giorni grazie a tutto quello che, con entusiasmo e amore per la verità storica e per il proprio difficile lavoro, aveva raccontato e organizzato la prof.ssa Maria Antonietta Terlizzi, grazie ai suoi colleghi, grazie al direttore del carcere, il dr. Liberato Guerriero, grazie alla preside Rosalba Rotondo. E così, nonostante la febbre che avevo deciso di far finta di non avere,
due ore sono passate presto, troppo presto, tra le immagini e le parole
della nostra storia e tra mille domande: “ce la faremo a vedere un
riscatto?”, “tutto questo orgoglio potrebbe servire al nostro futuro?”,
“i nostri figli saranno felici?”… Io non ho la certezza che tutto questo
sarà la soluzione di tutti i nostri problemi ma ho la certezza di una
mattinata piena di colori e di calore e anche piena di speranze in un
posto dove i colori, il calore e la speranza si fa davvero fatica a
cercarli e a trovarli. E i ragazzi di Secondigliano, nuovi e veri amici,
come “quelle stelle” dei biglietti che mi hanno regalato insieme a quel
bellissimo plastico con la battaglia del Volturno, sono stati capaci di
insegnarmi più cose di quante gliene abbia insegnate io l’altra
mattina. Gennaro De Crescenzo
Il bellissimo plastico della battaglia del Volturno realizzato dai ragazzi di Secondigliano
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