Continua e prosegue l’ignobile propaganda Rai contro il Sud. Ormai la misura è colma, la botte è piena fino all’orlo e rischia pericolosamente di scoppiare. Le fiction Rai, quando non parlano di mafia o di camorra o di melense storielle passionali, si occupano di raccontare vita morte e miracoli di una molto perbene “Famiglia” di industrialotti del Nord, i Rengoni appunto, storia ambientata in ameno luogo dei laghi lombardi (chissà perché non a Cosenza o a Isernia), che ha avuto un notevole successo su Rai 1 e la cui seconda serie si è conclusa nello scorso mese di maggio. Ebbene, c’era bisogno, dico io, in una storia ambientata in Lombardia, con uno dei personaggi principali dal forte accento bolognese (che aveva vissuto per un certo tempo in Toscana), di
impersonare come l’unico negativo della combriccola, ladro, ricattatore e
assassino, proprio uno (attore compreso), immaginate un po’!,
napoletano doc, anzi, come ogni telespettatore attento ha potuto
evincere dalla carta d’identità (del personaggio) più volte inquadrata,
nato ad Afragola – NA, dal ben scelto nome di Domenico Salsano. E meno
male che non l’hanno chiamato Ciro Esposito! E’ assurdo ed
incomprensibile. E’ schifosamente strumentale, nessun nesso logico o
necessità narrativa giustificava una scelta del genere, se non, ancora e
comunque, becero razzismo antimeridionale nello più stereotipato dei
luoghi comuni. Signori miei, siamo stufi! Siamo stufi di vedere ancora
una volta servizi e fiction a senso unico che tendono solo ed
esclusivamente alla denigrazione sistematica del Sud Italia. I
cittadini del Nord, infatti, infarciti a tal guisa, pensano spesso
(quando ignorano, “ciucci e presuntuosi”) di essere i migliori del
mondo, tranne poi ad accorgersi in sempre più tragiche occasioni di
essere un popolo come tutti gli altri (ma va!), con persone veramente
perbene e perfide carogne. Infatti, fatti eclatanti di un certo modo di
comportarsi vengono taciuti dai nostri TG se successi al Nord,
enfatizzati ed ampliati se accaduti al Sud. Mi riferisco, per fare un
solo esempio, a quel bus con ragazzi in gita dalla provincia di Varese
che sull’A26, nei pressi di Novara, ha investito un donna già a terra
per un precedente incidente, col marito già morto al volante della loro
auto e con due gemellini sul sedile posteriore, illesi. Ebbene, pare, e
non entro nel merito del deplorevole episodio, che il bus, l’autista, le
insegnanti… con anche i ragazzi, sono, diciamo così, “andati via” dopo
l’incidente. La procura di Novara indaga. Tutto ciò, ancora pare, è
stato sistematicamente taciuto dai notiziari Rai (solo il TG5 del 30
maggio ne ha dato breve notizia) insieme a tutte le trasmissioni di
cronaca che affollano il palinsesto. I fior fiori di esperti di solito
ospiti non hanno così potuto affrontare le dinamiche e le ragioni
socio-culturali di tali comportamenti, soffermandosi come al solito su
Rom vari, mamma di Loris, Guerrina etc… Figuriamoci se tutto ciò fosse
successo a Casoria o a Battipaglia o a Catanzaro!?! Apriti cielo, ci
facevano perfino delle edizioni straordinarie. Altro che servizio
pubblico! E io che pago indefessamente il canone da oltre 40 anni.
Bisogna finirla, cari miei. Il Sud non è più disposto a tollerare questo
stato di cose. Non siamo la panacea per tutti i vostri mali. Ma la
vostra è paura, fifa nera, paura che la gente del Sud prenda finalmente
consapevolezza che da oltre 150 anni è sfruttata e vilipesa e che poi
pretenda qualcosa in più di quel miserrimo 1,6% dell’ultima legge
finanziaria. E ciò darebbe parecchia noia a molti lassù in alto, ma
anche a “certi” delle nostre zone a cui fa comodo lo “statu quo”
attuale. Antonio Pulcrano |