Se la giustizia sportiva non esiste mandiamo in galera i razzisti anti-napoletani |
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Dopo la depenalizzazione delle discriminazioni territoriali e antinapoletane prevista dal presidente Tavecchio, il Movimento Neoborbonico preannuncia che si rivolgerà alla giustizia ordinaria in sede penale in tutti quei casi in cui (in Italia o all’estero, in presenza o meno dei tifosi napoletani) tifosi di altre squadre rivolgeranno con cori e striscioni insulti contro una intera e incolpevole popolazione. Di fronte all’assenza di una vera giustizia sportiva e di fronte alla consueta assenza di classi dirigenti (sportive e non) in grado difendere Napoli e i Napoletani, si richiederà l’applicazione del reato di discriminazione previsto dal diritto penale e da norme internazionali (su tutte la Convenzione Internazionale di New York del 1966). Della
questione il Movimento Neoborbonico anche informato il presidente della
Fifa Blatter che più volte aveva richiesto l’applicazione severa delle
norme già esistenti e chiare e relative a “discriminazioni di qualsiasi
natura contro singoli o gruppi”. Il razzismo antinapoletano negli
stadi e fuori dagli stadi è un fenomeno sempre più diffuso e pericoloso e
non può essere tollerato solo perché le autorità sportive (e non) non
sono in grado di gestire una situazione complessa: i tragici fatti
dell’Olimpico con l’agguato ai bus dei Napoletani e l’assassinio del
povero Ciro Esposito costituiscono un esempio grave, significativo e
ignorato della degenerazione di una forma di razzismo intollerabile
almeno quanto quello diretto contro i calciatori di colore evitando così
una strana forma di “discriminazione nella discriminazione”. Se le
parole e il diritto hanno ancora un senso, sono censurabili, ovviamente,
“banane o ululati”, ma sono censurabili anche frasi offensive e
gratuite nelle quali si evidenziano tragedie vere vissute dal popolo
napoletano (il colera o i terremoti), la scarsa pulizia e la “non
appartenenza” all’Italia con l’augurio che tutti i Napoletani possano
essere sterminati dal Vesuvio… Si tratta sempre di un reato anche se commesso da più persone e reiterato.
Ufficio stampa |