Due “ricercatori” piemontesi (un consigliere regionale del partito di rifondazione comunista ed una guida turistica) di cui non facciamo i nomi per evitare di regalargli la pubblicità che cercano, stanno per pubblicare un libro in cui attaccano le “invenzioni neoborboniche” in merito ai nostri caduti del lager di Fenestrelle. In realtà la notizia non è nuova perché i personaggi in questione (sempre sullo stesso giornale locale) avevano denunciato (luglio 2011) che i caduti erano “solo 4”:

ora (luglio 2012) affermano, invece, che i caduti sarebbero “solo 40” (come ampiamente risaputo dagli elenchi -parzialissimi- dei nomi ritrovati molti anni fa). I nostri ricercatori sono da anni negli archivi soprattutto torinesi e i risultati (sconcertanti) di queste ricerche saranno resi noti in una prossima pubblicazione perché le ricerche, soprattutto quelle archivistiche (nella foto uno delle migliaia di documenti già in nostro possesso) alle quali siamo abituati da circa due decenni  (come dimostrano i nostri libri più ricchi di note che di testi), devono essere lunghe e serie: qualsiasi risposta, allora, sarà fornita solo a pubblicazione avvenuta del libro (per ora solo annunciato) dei “ricercatori” piemontesi. Intanto auspichiamo più rispetto per persone che furono vittime di massacri indiscriminati e che, per anni, erano anche state cancellate dalla storia.