BOICOTTIAMO IL MATTINO In un
intervento del direttore de IL MATTINO (19/3) Virman Cusenza, si afferma
che i neoborbonici sarebbero oltre che ignoranti, “divulgatori di menzogne e
mistificazioni, strumentalizzatori della ingenuità della gente”, in un
clima di “giustificata preoccupazione” e di fantomatiche censure
prefigurate da quello “stop alla deriva dei neoborbonici” (come da
titolo in homepage de Il Mattino). In un successivo articolo (20/3), Antonella
Cilento, sempre su IL MATTINO, definisce “ridicoli nostalgici” coloro
che hanno esposto ai loro balconi le bandiere borboniche segue la risposta di Gennaro De Crescenzo
“bruciate nella Napoli abbandonata da Franceschiello e che vaneggiano
arcadici ritorni all’inesistente idillio borbonico”. Da anni, ormai, le
repliche richieste (come in questo caso) dal Movimento Neoborbonico e i
comunicati relativi alle nostre manifestazioni vengono ignorati e sono accolti
più dai giornali del resto dell’Italia e stranieri che da quello che dovrebbe
essere il giornale di Napoli e del Sud. Per questi motivi si propone di
BOICOTTARE IL MATTINO e di scegliere altri quotidiani presenti in città o
altrove. Le campagne di boicottaggio sono uno strumento democratico
adottato in tutto il mondo con un successo crescente. Il numero dei nostri
aderenti e simpatizzanti ci ha consentito già di registrare numerosi e
importanti risultati. In questo caso chiediamo la vostra partecipazione più
massiccia che mai nel nome della difesa della verità storica e del
nostro orgoglio. Ufficio Stampa Lettera di Gennaro De Crescenzo al Direttore del 22-3-11
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Gentile direttore, da rappresentante di quel Movimento
Neoborbonico spesso citato ma senza diritto di repliche, Le chiedo la
possibilità di qualche osservazione in merito alla lettera e alla sua risposta
del 19/3. Quello che colpisce di più è senza dubbio l’eccesso di certe
affermazioni: i neoborbonici sarebbero “ignoranti, divulgatori di menzogne e
mistificazioni, strumentalizzatori della ingenuità della gente” in un clima di
“giustificata preoccupazione”. Non si tratta di considerazioni leggermente
eccessive? Da circa 20 anni esiste un movimento culturale “neoborbonico” che
non si è mai schierato politicamente (la lista al Comune riguarda altri gruppi)
e con un solo obiettivo: la ricostruzione della memoria storica e dell’orgoglio
del Sud. I risultati, anche con altre associazioni alle quali siamo legate da
finalità simili, sono stati, finora, più positivi di quello che speravamo:
milioni di contatti sui nostri siti, migliaia di iscritti alla nostre reti di
informazione, centinaia di migliaia di lettori per libri diventati in pochi
mesi best-seller, centinaia di giovani pronti a “sfilare bandiere borboniche”.
E’ un fenomeno significativo di una ripresa di coscienza e di orgoglio
napoletano e meridionale con il quale non possiamo non fare i conti. E dove
sono le menzogne? Nei dati relativi agli occupati nelle industrie rilevati nel
fondo Ministero Agricoltura e Commercio all’Archivio di Napoli? O tra i
documenti conservati nell’archivio dell’esercito italiano e relativi alle
decine di migliaia di “briganti” uccisi o (busta 60) alla diffusa pratica
piemontese di “decapitare i briganti uccisi per comodità di trasporto”? Intanto
forse qualcuno non si è accorto che esiste un partito che fa, in maniera più
che visibile (e lineare), gli interessi del Nord e che è al governo; forse
qualcuno non si è accorto che la secessione esiste di fatto dal 1861 se è vero
che al Sud non abbiamo più banche, abbiamo il doppio dei disoccupati e il
doppio dell’emigrazione in gran parte giovanile (che molto probabilmente
riguarderà anche il nostro giovane lettore): per quale motivo da un secolo e
mezzo ci siamo dovuti rassegnare a partire nel silenzio complice di politici ed
intellettuali (e di giornalisti) più pronti a trasmettersi (per cognomi o per
idee) cariche, cattedre e onori che a difendere gli interessi della loro gente?
Chi le ha formate (fallendo) le nostre classi dirigenti? Nessuna secessione,
allora, ma solo la giusta e attesa “par condicio” Nord/Sud con una domanda:
sono più pericolosi quei partiti che fingono di difenderci ad ogni appuntamento
elettorale o una fantomatica lega-Sud o una ipotetica lista civica preparata
con entusiasmo e senza altri fini? Per quello che riguarda i temi storici,
invito il giovane Enrico a perdere qualche ora con me presso l’Archivio di
Stato: scoprirebbe così che quel 1799 costò “sessantamila persone” di parte
napoletana cristiano-borbonica massacrate dai franco-giacobini (altro che
“libertà”). Dato per scontato, caro direttore, che quella “politica sana”
inseguita per decenni, come Lei sa, con queste classi dirigenti (destra o
sinistra che sia), resterà una chimera, non ci resta che formare le classi
dirigenti del futuro: classi dirigenti veramente nuove, consapevoli, fiere,
radicate e finalmente degne di rappresentarci.
Cordiali saluti
Prof. Gennaro De Crescenzo
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